Mar Cinese Meridionale, il teatro di questi eventi.
Taiwan si indebolisce, Pechino mostra i muscoli
Fedele alle tattiche descritte nel libro l’ Arte della guerra di Sun Tzu il Dragone si prepara all’azione nel mar Cinese Meridionale, proprio mentre l’avversario attraversa un momento di difficoltà.
Il governo di Taiwan ha dichiarato che rinuncerà al piano di acquisto di 12 elicotteri MH-60R anti sottomarini della Sikorsky, un marchio del gruppo USA Lockeed Martin. I media locali hanno affermato che gli Americani hanno rinunciato a fornire gli elicotteri, perché non in linea con le richieste dell’esercito. Tuttavia, interrogato dal parlamento sulle forniture di armi dagli USA, il ministro della difesa di Formosa ha dichiarato, giovedì, che il prezzo è troppo alto per le disponibilità finanziarie dell’isola. Taiwan, negli anni scorsi, ha implementato le sue risorse difensive per complicare le mire espansionistiche della Cina sui suoi territori, acquisendo armi facili da spostare ma molto avanzate tecnologicamente per portare attacchi mirati. Erano stati ordinati anche dei sistemi di artiglieria M109A6 e dei missili anti-aereo Stinger che però sono stati dirottati dagli USA a Kiev per aiutare Zelensky contro la Russia. Il ministero della Difesa Taiwanese insisterà almeno per avere gli Stinger che erano stati pagati in anticipo, ed accetterà i sistemi missilistici su camion HIMARS proposti dalla Lockeed Martin in sostituzione degli M109A6.
Mentre il Ministero della difesa valuta le sue decisioni di acquisto la Cina continua a modernizzare i suoi armamenti e a portare pressione sull’isola di Taiwan per farla entrare nella propria sfera di influenza.La portaerei Liaoning ha guidato un’esercitazione di un gruppo di attacco nel Pacifico composto di altre cinque navi inclusa la nave Tipo 055 Nanchang (la più potente nave della Flotta del Dragone), le fregate di Tipo 052D Xining, Urumqi e Chengdu ed l’imbarcazione di supporto Hulunhu.
La portaerei Liaoning, che guida le operazioni cinesi nel Pacifico
Il ministro della Difesa Giapponese ha confermato il passaggio delle imbarcazioni nello stretto di Myiako vicino alle isole Okinawa segnalando che si sono unite alle manovre le fregate di Tipo 052D Zhengzhou e di Tipo 054A Xiangtan, avvistate lunedi ad ovest delle isole Senkaku. La portaerei Statunitense Abraham Lincoln sta navigando nelle Filippine e non è troppo distante delle navi cinesi impiegate nelle esercitazioni.
Il portavoce della Marina Cinese Gao Xiucheng ha affermato che le manovre sono un’esercitazione di routine, svolte in linea con i trattati internazionali e senza mirare alcun bersaglio. Queste attività seguono le esercitazioni aeree che la PLA porta avanti da mesi vicino a Taiwan, che è considerata da Pechino una regione da prendere con tutti i mezzi necessari. Gli Usa hanno bollato come provocazioni queste iniziative di Pechino e ribadito la loro posizione a supporto di Taipei e del Giappone, e del mantenimento della pace nello stretto di Taiwan. Il consulente strategico Antony Wong Dong ha ricordato che lo stretto di Miyako è il principale accesso della Cina al Pacifico e che per questo motivo i Giapponesi vi hanno installato dei sistemi di difesa.
Taiwan si è indebolito, la Cina sembra sfruttare il momento, il pacifico occidentale sarà il nuovo Donbass? Taiwan è il primo produttore al mondo di Microchip, gran parte delle filiere produttive passa dai porti asiatici. Un conflitto in queste acque può influenzare anche la lontana Europa. Non possiamo ignorare quello che accade in questa zona di mondo.
L’arresto e il rilascio su cauzione in Spagna del Blogger Anatoly Sharly su indicazioni del SBU (Servizio di Sicurezza del governo Ucraino), fa sorgere gravi preoccupazioni sull’incolumità di chi sostiene la libertà di parola e di espressione in Europa.
Dopo l’arresto e il rilascio a Kharkov del blogger americano Gonzalo Lira, ieri il blogger Ucraino Anatoly Shariy ha subito la stessa sorte, ma questa volta è accaduto in Spagna e non in Ucraina. Il Blogger ucraino Anatoly Shariy è stato arrestato in Spagna e rilasciato su cauzione il giorno successivo. “Le forze dell’ordine spagnole hanno arrestato Anatoly Shariy il 4 maggio 2022”, ha affermato il canale Telegram del ministero. “Ciò è diventato possibile grazie alla stretta interazione della SBU con l’ufficio del Procuratore generale, partner internazionali e come risultato di un’operazione speciale multilivello da parte delle forze dell’ordine ucraine“, ha affermato il servizio stampa. La SBU ha ricordato che Shariy è sospettato in base a due articoli di “Alto Tradimento” Le prove dell’indagine sono confermate da una serie di studi di esperti, che hanno stabilito che nelle interviste e nei discorsi di A. Shariy “ci sono fatti delle sue attività sovversive contro l’Ucraina“, afferma il dipartimento.
Anatoly Sharly, il Blogger ucraino arrestato in Spagna.
In Ucraina, ricordiamo, contro di lui sono stati aperti procedimenti penali, compreso il tradimento. Shariy ha più volte criticato le azioni delle autorità ucraine. Per questo motivo era considerato filo-russo. In Spagna, i sostenitori del regime di Kiev hanno attaccato il blogger a causa della sua posizione. La polizia spagnola ha confermato a RT la detenzione di Anatoly Shariy nella città di Tarragona su mandato internazionale. Secondo gli investigatori della SBU, Shariy avrebbe “svolto attività illegali a danno della sicurezza nazionale dell’Ucraina nella sfera dell’informazione“.
Anatoly Shariy aveva lo status di rifugiato politico, nonostante ciò è stato arrestato in Spagna, ieri sera per lo stesso motivo per cui aveva ottenuto lo status di rifugiato. Il giornalista, sul suo canale Youtube ha quasi 3 milioni di iscritti, in cui ha denunciato la presunta corruzione del suo paese, aveva lo status di rifugiato politico in Lituania, che gli ha permesso di muoversi sul territorio della comunità europea. Tuttavia, il paese baltico ha ritirato nel 2021, lo status di rifugiato, dichiarando di essere una “persona non grata”.
Shariy è stato rilasciato su cauzione il giorno successivo al suo arresto, secondo la giornalista Anastasia @korrzak Popova. Secondo lei, ora il blogger può tornare a casa in Catalogna, dove attenderà la fine del processo di estradizione in Ucraina. Lì sono stati aperti procedimenti penali contro l’opposizione, compreso il tradimento.Il fatto è estremamente rilevante e grave.
La moglie del blogger detenuto Sharly ha “commentato” la situazione del marito in modo criptico. Ha pubblicato un video sulla canzone “I piccioni stanno sorvolando la nostra zona“ e non ha detto una parola. La canzone è del cantautore russo Mikhail Zvezdinsky
La moglie di Anatoly Sharly commenta senza parlare con una canzone l’arresto e il rilascio di suo marito.
I piccioni volano sopra la nostra zona Di Mikhail Szvezdensky (Testo Originale)
I piccioni volano sulla nostra zona, i piccioni non hanno barriere da nessuna parte, come vorrei volare con i piccioni nella mia terra natale.
Ma l’alto recinto non lascia entrare E le spine in più file, Sentinelle dalle torri guardano, E i cani sono strappati dalle redini. La sera dietro le sbarre sta bruciando, il sole brucia come una brace. Canta sulla cuccetta della prigione, Il ragazzo canta qualcosa.
Canta com’è difficile vivere nel mondo senza belle fidanzate affettuose, Ed è ancora più difficile vivere senza testamento, L’intera prigione è stata improvvisamente ascoltata.
I ragazzi piangono in celle lontane, ricordando la loro giovinezza, ricordando il passato una volta, come hanno detto affettuosamente – io amo. Anche il più importante guardiano sta pensieroso al muro, Anche il più importante guardiano sta pensieroso al muro,
Lui solo sa quanto il ragazzo ha da vivere. E la sera i catenacci tremarono, Lo condussero su per le scale, Disse le ultime tre parole: Porta mio figlio.
Hanno portato un bambino di cinque anni sulla piattaforma delle scale della prigione , si è gettato sul collo con un grido: papà, papà, portami con te. Si gettò sul suo collo con un grido – papà, papà, portami con te. La sera dietro le sbarre sta bruciando, Il sole brucia come un carbone, E al mattino l’intera prigione lo saprà – Un ragazzo è stato colpito a colpi di arma da fuoco di notte. I piccioni volano sulla nostra zona.
“I piccioni volano sopra la nostra zona” di Mikhail Szvezdensky, versione originale cantata dall’autore.
In un’ntervista del marzo 2014, Zelensky riconosceva alle popolazioni dell’Est e della Crimea il diritto di parlare la lingua russa. La questione linguistica in Ucraina.
Ascoltate con attenzione le dichiarazioni di Volodymyr Zelensky rilasciate in un’intervista televisiva nel marzo del 2014, prima che l’influenza USA e il piano Globalista del WEF diventassero determinanti nelle sue decisioni politiche future e sull’Ucraina:
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La questione linguistica in Ucraina è una delle principali radice dei problemi che il popolo ucraino sta affrontando oggi ed è una situazione creata ed alimentata con una costante e progressiva efficacia da chi manovra le fila della propaganda filo occidentale e atlantista. L’ostracismo alla lingua russa è stato messo in atto dai nuovi governanti ucraini, dopo mesi di proteste e il cambio di regime operato col colpo di stato del 2014, ma conosce anche aspetti contraddittori rinvenibili sia nell’opinione pubblica sia tra gli intellettuali.
Parte dell’opinione pubblica ricorda infatti che il russo non è solo la lingua dei dominatori moscoviti, ma anche il principale veicolo di cultura in Ucraina. Queste iniziative non sono partite dalle regioni orientali e meridionali del paese, tradizionalmente filorusse e russofone, ma dalla sua parte anche culturalmente più occidentale, da Lviv. Alla campagna in difesa della lingua russa partecipava inizialmente anche la televisione ucraina Canale 5, il cui proprietario, il noto oligarca Petro Porošenko, è stato uno degli attivisti del Maidan e veniva allora indicato come uno dei più probabili candidati alla carica di presidente dell’Ucraina.
Le due leggi linguistiche promulgate in Ucraina dai diversi governi sono le seguenti: – la legge del 2012, denominata legge “Sui principi della politica linguistica di Stato“, che ha conferito lo status di lingua regionale al russo e ad altre lingue minoritarie, mentre l’ucraino rimaneva lingua ufficiale a livello nazionale – a legge del 2019, che richiede a tutti i cittadini di conoscere l’ucraino, che rende l’uso dell’ucraino obbligatorio negli uffici pubblici, nelle scuole, nelle università e nelle attività scientifiche, culturali e sportive, e che prevede che ogni pubblicazione in una lingua diversa dall’ucraino sia accompagnata dalla traduzione in ucraino.
Il video dell’intervista a Zelensky si riferisce all’anno 2014, poco dopo il colpo di stato e mostrano il futuro “presidente” molto determinato nel riconoscere alle popolazioni di lingua russa il DIRITTO di parlare nella lingua della loro tradizione e il DIRITTO di essere rispettati. Cosa è cambiato da allora? L’intervento degli USA e della CIA nella politica Ucraina dopo il 2014, come testimoniato dalle molte intercettazioni tra la Sig.ra Victoria Nuland, allora Assistente Segretaria di Stato e l’ambasciatore USA in Ucraina Geoffrey Pyatt, è stato determinante per il cambio radicale della politica in Ucraina, oltre agli investimenti e ai i molti interessi in cui era coinvolto personalmente anche il figlio dell’attuale presidente USA, Hunter Biden (Guarda il Video). Tutti argomenti che fanno capire il perché di questo sostegno al popolo ucraino e al presidente Zelensky ma soprattutto al Ne-.Nazismo dichiarato e proposto come “l’anima del popolo ucraino che resiste”, giustificato inspiegabilmente da tutti gli anti-fascisti e gli anti-nazisti del mondo occidentale.
Questa piaga si sta diffondendo a macchia d’olio, ma l’opinione pubblica sta lentamente ma gradatamente aprendo gli occhi, cercando informazioni su altri canali che non siano del mainstream, che possano attestare la verità della situazione che si è sviluppata in Ucraina dopo il 2014 e l’intervento USA, della NATO e della EU, guidata dal pensiero unico del WEF, a cui Zelensky ha votato fedeltà.
“Una, dieci, cento piccole mani. Matite colorate per terra in attesa di essere raccolte. Banchi vuoti, vestiti sul letto. Tutto è rimasto com’è. Tutto è cambiato”.
Lo scandalo degli affidamenti illeciti è scoppiato il 27 giugno 2019 , quando il gip Luca Ramponi ha emanato un’ordinanza che disponeva una serie di misure cautelari eseguite dai carabinieri di Reggio Emilia. Le indagini, però, sono iniziate circa un anno prima, dopo che la procura ha notato un “aumento esponenziale anomalo delle segnalazioni di abusi sessuali su minori provenienti dal Servizio Sociale dell’Unione dei Comuni della Val D’Enza ( un consorzio di comuni che condividono la gestione di molti servizi)” e dei conseguenti provvedimenti di allontanamento dalle famiglie.
Foti, Anghinolfi e Bolognini
Sulla base di questi rilievi, gli investigatori autorizzarono quindi le intercettazioni delle sedute con i minori, dalle quali, secondo il gip, emerse “un copione quasi sempre uguale a se stesso”. Definita “Angeli e demoni” questa vicenda giudiziaria ha da subito molti interrogativi. L’accusa fu molto pesante per molti che risultarono essere i fautori di questa orribile vicenda. Si ipotizzó all’ inizio dell’ inchiesta che una rete di funzionari pubblici, assistenti sociali, medici e psicologi avesse manipolato e modificato le testimonianze dei bambini in modo da avere dei pretesti per poterli sottrarre alle loro famiglie in difficoltà. Una volta sottratti sarebbero stati affidati ad amici, parenti e conoscenti, in cambio di ingenti quantità di denaro che si sarebbero divisi tra loro.
Quegli stessi professionisti finiti oggi in manette nell’inchiesta “Angeli e Demoni” condotta dai carabinieri di Reggio Emilia che ha portato a 18 misure cautelari nei confronti di politici, medici, assistenti sociali e liberi professionisti.
Verità su Bibbiano.
I FATTI : Tutto partiva da una segnalazione, ad esempio una rivelazione del bambino o della bambina agli insegnanti o la denuncia di un parente, che presentasse “elementi indicativi anche labili” di abusi sessuali. Secondo il sito Valigia Blu, che cita l’ordinanza, poteva trattarsi “anche solo di comportamenti interpretabili, e di fatto interpretati puntualmente dagli assistenti sociali e psicologi indagati, in termini di erotizzazione precoce”.
Un sistema che poggiava su false relazioni, terapeuti travestiti da personaggi “cattivi” delle fiabe in rappresentazione dei genitori, falsi ricordi di abusi sessuali generati attraverso impulsi elettrici per alterare lo stato della memoria dei piccoli in prossimità dei colloqui giudiziari. Le indagini erano partite nel 2018, a causa dell’abnorme numero di segnalazioni di abusi sessuali e violenze a danni di minori commessi da parte dei genitori pervenute dai servizi sociali della Val D’Enza, nel Reggiano, alla Procura, che però si rivelavano puntualmente infondate. (Repubblica) Da qui, l’indagine, che presto ha svelato numerosi falsi documentali, redatti secondo l’accusa dai servizi sociali in complicità con alcuni psicologi, “artatamente trasmessi all’Autorità Giudiziaria”.
Dietro a questi traffici, si legge nelle carte, ci sarebbe un “fattore ideologico“. Dall’inchiesta è emersa una serie di accordi sottobanco e favoritismi che svela un’enorme rete formata da enti privati e pubblici e collegata anche dalle istituzioni. Un sistema fatto di intrecci e atrocità che, per anni, sarebbe servito a favorire un business illecito di diverse centinaia di migliaia di euro. Grazie a questi fondi venivano, inoltre, organizzati anche numerosi corsi di formazione e convegni ad appannaggio di una Onlus, “in elusione del codice degli appalti e delle disposizioni dell’Autorita’ Nazionale Anticorruzione”.
Secondo il sostituto procuratore, Valentina Salvi, gli indagati avevano messo in piedi da diversi anni un redditizio sistema di “gestione minori”, un giro d’affari da parecchie migliaia di euro, finalizzato ad allontanare i bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito ad amici e conoscenti, per poi sottoporre i minori ad un programma psicoterapeutico. Tra gli affidatari, anche titolari di sexy shop, persone con problematiche psichiche e con figli suicidi. Inoltre risulterebbero anche due casi di abusi sessuali presso le famiglie affidatarie ed in comunità, successive all’illegittimo allontanamento. Per i carabinieri, alcune vittime dei reati, oggi adolescenti, “manifestano profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo“.
Sono 18, complessivamente, le misure eseguite dai carabinieri di Reggio Emilia nell’ambito dell’operazione “Angeli e Demoni” (clicca per audio con le dichiarazioni) contro un sistema illecito di gestione di minori in affido. In particolare otto persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari: tra queste il sindaco del Comune di Bibbiano, Andrea Carletti poi assolto, una responsabile del Servizio sociale integrato di una Unione di Comuni, una coordinatrice del medesimo servizio, una assistente sociale e due psicoterapeuti di una onlus.
Ulteriori otto misure cautelari di natura interdittiva, costituite dal divieto temporaneo di esercitare attività professionali sono state eseguite a carico di altrettanti soggetti, nelle relative qualità di dirigenti comunali, operatori socio-sanitari ed educatori. Infine altre due misure coercitive del divieto di avvicinamento ad un minore sono state eseguite a carico di una coppia affidataria accusata di maltrattamenti.
Oltre 100 i Carabinieri impegnati nell’operazione e decine sono state le perquisizioni domiciliari. I destinatari delle misure cautelari sono stati accusati, a vario titolo, di frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso. Tra i reati contestati, in particolare, quello di lesioni gravissime ai minori in relazione ai traumi loro provocati. Più di cento i capi di imputazione, 155 i testimoni citati dall’accusa, 48 le parti offese, tra cui l’Unione dei Comuni Val d’Enza, i Comuni di Gattatico e Montecchio, il ministero della Giustizia e la Regione Emilia-Romagna. (55 mila pagine di atti giudiziari racchiusi in 17 faldoni)
Inchiesta “Angeli e Demoni”
I PERSONAGGI : Claudio Foti, 59 anni, laurea in Lettere, Direttore della Onlus ” Hansel e Gretel“, da dove arrivano, fra le altre cose, anche le Psicologhe già segnalate per il caso “Veleno, I Diavoli della Bassa Modenese“, di cui un articolo scritto dal nostro team su True Report, è il Teorico. “Tuo padre ti aveva proposto sesso e violenza – diceva Foti in una seduta registrata a un’adolescente –. Tua madre non ti ha assolutamente proposto sesso e violenza …. ma comunque ti propone anche lei un modello, cioè ehhh… magari da rivedere un attimo”. Ora risponde di lesioni per aver provocato alla ragazza, secondo altri periti, un “disturbo di personalità borderline” e un “disturbo depressivo con ansia”. Risponde anche di frode processuale, benché il Riesame l’abbia escluso in sede cautelare
Federica Anghinolfi, 64 capi di imputazione, tra cui falso e depistaggi. Si è difesa dicendo: “Ho fatto ciò che mi veniva chiesto dall’istituzione”. E sul rilievo mediatico dell’inchiesta ha aggiunto: “Neanche per il crollo del ponte Morandi un clamore così”.
Nadia Bolognini, psicoterapeuta di Torino e moglie di Claudio Foti, l’ Assistente Sociale Francesco Monopoli. Marietta Veltri, coordinatrice dei servizi sociali Val d’Enza, è tornata libera in concomitanza con il pensionamento. L’ Assistente sociale Cinzia Magnarelli ha ottenuto un patteggiamento a un anno e 8 mesi dopo aver iniziato a collaborare con i magistrati.
ATTUALMENTE. Dieci vittime su dieci restituite alle famiglie. La prima sentenza sul “caso Bibbiano” è stata prodotta il Giorno 11 Novembre 2021 ed il Team di ChildResque era sul pezzo.
A giugno 2022 è prevista la prima udienza del processo con rito ordinario per 17 imputati con 97 capi di imputazione a vario titolo contestati. Tra questi, anche il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, l’ex dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza Federica Anghinolfi e l’assistente sociale Francesco Monopoli.
Foti cacciato dal ristorante: 👨🏼🍳«Non do da mangiare a un lupo che rapisce bambini»
👨🏼🍳La difesa del ristoratore: «Non l’ho offeso, ma non l’ho servito»
«Non ho aggredito verbalmente né inveito contro il Dottor Claudio Foti, ho solo scelto di non servirlo. Se lui vuole farne un caso mediatico faccia pure, ma che dica la verità: io non ho offeso nessuno»
A pronunciare questa frase un ristoratore di Reggio Emilia, che una sera ha tentato di cacciare dal proprio locale Claudio Foti, “psicologo” torinese imputato nel processo “Angeli e demoni” sui presunti affidi illeciti, e Giuseppe Rossodivita, difensore di Foti assieme al collega Andrea Coffari e consigliere generale del Partito Radicale.
Una vera e propria aggressione verbale, condita con le fake news che hanno circondato il caso e acclamata sui social dopo che la notizia si è diffusa. Foti e Rossodivita si trovavano a Reggio Emilia per la discussione finale del troncone abbreviato che lo vede imputato con le accuse di frode processuale, abuso d’ufficio e lesioni (per le «modalità suggestive» con cui avrebbe effettuato la psicoterapia su una ragazzina, «ingenerando in lei la convinzione di essere stata abusata dal padre e dal socio» e causandole «depressione»); processo che si concluderà l’11 novembre.
Ma ancor prima della sentenza e ad oltre due anni dalla martellante campagna mediatica fatta di approssimazioni e titoli scandalistici sui presunti «ladri di bambini», per Foti la condanna sociale è già arrivata con la “mostrificazione” della sua figura, messa al centro di un sistema rispetto al quale avrebbe, invece, solo un ruolo marginale. L’invito a lasciare il locale.
Abbiamo preferito mantenere il riserbo sulle piccole vittime, come spesso richiedono. Non vogliamo esporle più di quanto abbiano già fatto delle vere bestie, allontanandoli dalle loro famiglie per scopi economici. Condanneremo sempre questi abusi e continueremo a tenere il faro puntato per NON dimenticare. Abbiamo, purtroppo ancora molte storie come queste da raccontarvi, vi invitiamo a leggere anche ” I DIAVOLI DELLA BASSA MODENESE, l’ inchiesta” dove abbiamo ricordato tutta l’ orribile vicenda e di seguire il nostro Canale Telegram https://t.me/childresQueitaliachannel dove, quotidianamente riportiamo notizie inerenti alla lotta contro abusi e crimini sui minori, pedofilia, pedopornografia e tutto ciò che interessa la sfera minorile.
AVANTI TUTTA CON IL PROGRESSISMO DETTATO DALLE AGENDE DELLE ONG
In ITALIA non dall’altra parte del mondo, non tra qualche anno ma oggi!
Gli avvertimenti sono iniziati molto tempo fa, con ogni mezzo e a costo di qualsiasi sforzo. È da molto tempo che si prova a mettere in guardia i genitori circa il pericolo della forzatura che certi comportamenti degli adulti possono innescare nella mente dei ragazzini, poiché, se è giusto rendere i nostri figli indipendenti e consapevoli, noi genitori non dobbiamo mai perderli di vista e continuare a sorvegliare ciò che accade loro intorno.
L’ingenuità della mente di un bambino è la caratteristica che lo rende facile bersaglio per realizzare quello che le agende perverse hanno da anni in serbo: la società perfetta.
Partire “educando” in tal senso i piccoli è come seminare per poi avere frutti maturi in poco tempo, che non richiederanno alcuno sforzo, e che a loro volta, daranno vita a discendenze perfettamente in linea con gli obiettivi fissati.
In questa storia i genitori attenti, consapevoli che il pericolo si nasconde ovunque, hanno fatto la differenza.
Una mamma di un ragazzo di seconda media (12 anni) guarda il libro assegnato al figlio: ”Margherita Dolcevita” di Stefano Benni.
Il libro descrive esplicitamente scene fortemente erotiche, racconta nei dettagli atti sessuali e di autoerotismo.
Inizia il “tamtam” nella chat dei genitori della classe, i genitori sono determinati ad intervenire e prendere provvedimenti.
Da questo confronto una mamma individua il disagio creato nel figlio da una sua chat personale con un compagno.
Chat di uno dei bimbi scoperta dalla madre, dimostra il chiaro disagio creato nella testa dei bimbi
Si scopre anche che i ragazzi hanno visto in classe un film, seppur contenente riferimenti storici, non adatto alla loro età: Elisabeth (1998) , la visione è consigliata a +16.
E’ evidente il disagio che si è creato nelle menti di questi ragazzini, la confusione instillata che può comportare insicurezza e stati di ansia che per loro possono essere difficili da affrontare ed elaborare, anche perché il docente è una figura di riferimento, di cui si fidano e alla quale si affidano.
Queste difficoltà potrebbero lasciare strascichi, anche su ciò che sarà in futuro, senza contare che si potrebbero verificare episodi di bullismo da parte dei più smaliziati sui più innocenti.
Dal racconto di questa storia si evince che l’occhio vigile di un genitore, dell’adulto, è ciò che può preservare la qualità della crescita dei nostri figli.
Siate oculati, questo nemico è più vicino di quanto non si sia indotti a credere!
Approfittiamo per ringraziare tutte quelle persone che giornalmente ci segnalano delle irregolarità nel mondo dei bambini, questo ci permette di poter condividere le informazioni con tutti e aiutare i nostri lettori a vigilare in modo efficace.
La sezione Lavoro del Tribunale di Padova, che si è pronunciato sulla questione.
La causa era stata promossa da un’operatrice del settore sanitario
Si è parlato molto sui media della recente sentenza del Tribunale di Padova. Un’operatrice del settore sanitario ha impugnato il provvedimento con cui il suo datore di lavoro la sospendeva dalle sue mansioni e la privava del sostentamento per l’inosservanza dell’obbligo vaccinale richiesto per legge. Ha richiesto di essere reintegrata ,anche con mansioni inferiori, sottoponendosi ai tamponi. Scorriamo la sentenza analizzando le motivazioni giuridiche della decisione (di seguito è disponibile il testo integrale scaricabile in formato .PDF fonte: t.me/renateholzeisen).
Il tribunale ha ricostruito la realtà dei fatti su contagio e tutela della salute collettiva rilevando che non è infondato affermare che le norme che regolano l’obbligo vaccinale sono contro la costituzione: risultano in contrasto con l’art 3 sotto il profilo della ragionevolezza. Secondo l’articolo 32 della Costituzione la libertà di autodeterminazione delle cure (di scegliere come essere curati) può essere limitata solo per tutelare la salute collettiva. Pertanto l’obbligo di vaccinazione è giustificato solo se i preparati iniettati evitassero del tutto il contagio da Covid-19. Ma questi farmaci non evitano il contagio degli utenti, nella sentenza viene spiegato con gli stessi dati tecnici dell’IIS che anche chi ha più dosi può comunque contagiare. Proprio in questo la corte del lavoro rileva la questione di ragionevolezza, provando che testare con i tamponi ogni 48 ore previene il contagio meglio che limitare l’accesso ai soli dipendenti vaccinati senza testarli (il rischio che il dipendente si contagi subito dopo il tampone e possa infettare, è comunque inferiore a quello di contagiarsi da un vaccinato non testato). In base a queste realtà scientifiche il Tribunale ha pertanto rilevato che l’obbligo vaccinale è “irragionevole” non rientrando nei principi dell’art 3 della costituzione e crea uno sbilanciamento tra i diritti individuali della lavoratrice e quelli di tutela della salute pubblica.
Le norme che sanciscono questo obbligo sono in contrasto anche con il principio di Proporzionalità (art. 52 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea). La giurisprudenza in merito fissa tre condizioni a questo principio:
-attitudine, cioè quanto una misura è idonea alla finalità prefissata (in questo caso l’obbligo vaccinale non tutela il pubblico dal contagio, per gli stessi motivi descritti al paragrafo precedente)
-necessità, cioè che il provvedimento arrechi il minor danno possibile alle due parti in causa (qui il peso del provvedimento è sulle spalle della lavoratrice, sospesa dalla mansione e senza stipendio)
-proporzionalità in senso stretto, significa che il sacrificio imposto deve essere ragionevolmente esigibile (la sospensione dei mezzi di sostentamento senza possibilità di una via intermedia che potrebbe essere una ricollocazione ad una mansione diversa con un test ogni due giorni non è ragionevolmente esigibile).
Oltre ad andare in contrasto con il principio di ragionevolezza (art.3 Costituzione), oltre a violare il principio di proporzionalità CEDU, l’obbligo vaccinale va contro l’art 32 della Costituzione. Infatti lo stesso fatto di non evitare il contagio, fa concludere al tribunale che le terapie somministrate con le tre dosi non sono una misura capace di garantire la salute della collettività. La stessa Corte Costituzionale, in pronunciamenti precedenti, ha stabilito che eventuali obblighi devono migliorare la salute del singolo, ed allo stesso tempo della collettività. Nel caso delle terapie non è garantita l’impossibilità di contagiarsi (nessun vantaggio per il singolo e neanche per la collettività), ma i rischi di reazione avversa ci sono e sono in capo al singolo. Il tribunale del lavoro indica che non è sufficiente a derogare il diritto all’autodeterminazione terapeutica (la libertà di scegliere come curarsi) neanche il fatto che questi preparati riducano i ricoveri ospedalieri, seppure in un contesto di scarsità di risorse come quello in cui versa il Sistema Sanitario Nazionale negli ultimi anni.
Emerge poi dalla sentenza una disparità di trattamento (in contrasto con l’art 3 della Costituzione) dei rimansionamenti di chi non si è sottoposto alle punture. Infatti il ripescaggio è indicato per i dipendenti del comparto scolastico e sembra essere escluso per i dipendenti del comparto sanitario.
Al di là di quanto dispone la sentenza per il caso singolo è interessante rilevare che dove è rilevata la non manifesta infondatezza di questione costituzionale (Art 3 per il principio di ragionevolezza poiché l’obbligo vaccinale non evita i contagi e per disparità di trattamento nei ripescaggi; Art.32 per il bilanciamento tra autodeterminazione nella scelta delle cure e tutela della salute collettiva) la questione può approdare in corte costituzionale. Solo una vittoria in questa sede (cui nel nostro ordinamento possono ricorrere i giudici che rilevano che una legge è in contrasto con la Costituzione) può portare all’abbattimento delle restrizioni. Il consiglio e di affidarsi agli avvocati, che vi possono aiutare in queste controversie. La legge può tutelare i vostri diritti e in caso il giudice ponga questione di costituzionalità e la Consulta accolga il ricorso il beneficio sarà anche collettivo.
La prima pagina del quotidiano “La Verità” di ieri, 3 maggio 2022, che ha pubblicato la notizia
Il nuovo cellulare, che funziona a energia solare, sarà dotato di una funzionalità incorporata per accedere a Starlink, permettendo agli utenti di navigare sul web senza dipendere dalle reti di telecomunicazione terrestri.
Elon Musk continua a sorprendere con le sue iniziative che, dopo le automobili elettriche, le sfide spaziali, le installazioni satellitari e la scalata ai social network, spaziano ora anche verso la telefonia mobile. Con l’attivazione del sistema di comunicazione satellitare StarLink, che è una costellazione di satelliti attualmente in costruzione dal produttore privato aerospaziale americano SpaceX per l’accesso a internet satellitare globale in banda larga a bassa latenza, la comunicazione internet sarà più veloce e più sicura anche per la telefonia mobile. La costellazione StarLink sarà costituita da migliaia di satelliti miniaturizzati prodotti in massa, collocati in orbita terrestre bassa (LEO), che lavoreranno in sintonia con ricetrasmettitori terrestri. SpaceX è intenzionata, inoltre, alla commercializzazione di alcuni dei suoi satelliti per scopi militari,[5] scientifici ed esplorativi (*).
Secondo quanto riferito, Tesla , il più grande produttore di veicoli elettrici al mondo, sta quindi lavorando a uno smartphone futuristico, potenzialmente chiamato Model Pi. Nonostante le diffuse fughe di notizie e voci del settore, la società con sede in Texas è stata a bocca chiusa sul presunto dispositivo. Non ha ancora confermato i piani di produzione e tiene nascosto lo sviluppo del prodotto.
Tuttavia, gli addetti ai lavori si aspettano che l’azienda lancerà il suo primo smartphone alla fine del prossimo anno o all’inizio del 2024.
Tesla , che ha sciolto il suo dipartimento di pubbliche relazioni nell’ottobre 2020, si affida ai social media, in gran parte Twitter, per fare nuovi annunci. L’amministratore delegato miliardario dell’azienda Elon Musk, che ha 78,2 milioni di follower su Twitter, ha fatto una serie di annunci aziendali sulla piattaforma dei social media, inclusa la mossa dell’azienda di abbandonare l’uso di Bitcoin e le nuove funzionalità delle sue auto. L’account di Tesla ha 13,6 milioni di follower.
Ecco cosa sappiamo finora dello smartphone di Tesla.
Compatibile con Starlink
Lo smartphone Model Pi dovrebbe essere dotato di una funzionalità integrata per ottenere l’accesso a Starlink , consentendo agli utenti di navigare sul Web senza fare affidamento sulle reti di telecomunicazioni terrestri. Fondata dall’altra società di Musk, SpaceX, Starlink fornisce Internet a banda larga ad alta velocità e bassa latenza in vari mercati. Utilizzando satelliti in orbita bassa, consente videochiamate, giochi online e streaming. La società ha affermato che è ideale per le aree in cui la connettività è stata inaffidabile o completamente non disponibile.
Ricarica solare
Tesla, che produce anche pannelli solari, dovrebbe dotare i nuovi telefoni di capacità di ricarica solare. Questo potrebbe essere un punto di svolta per un settore degli smartphone che sta lottando per attirare nuovi utenti a causa della mancanza di innovazione e nuove funzionalità. L’azienda vende anche Powerwall, un sistema di backup della batteria domestica. Consente agli utenti di immagazzinare l’energia solare per situazioni di emergenza, ad esempio durante un’interruzione di corrente notturna.
Migliore integrazione con le auto elettriche
Gli esperti del settore affermano che il nuovo telefono sarà integrato meglio con le auto di Tesla, offrendo loro più controlli toccando un pulsante. Secondo quanto riferito, consentirà inoltre agli utenti di eseguire varie funzioni veicolari come blocco, sblocco e controllo della temperatura, contenuti multimediali e varie altre funzionalità tramite il telefono.
Non ci sono invece ancora indicazioni sul costo dello Smartphone Pi2022.
Questo articolo è un’analisi completa basata sugli appunti che ho preso durante 2000 muli, che documentano i punti principali generali del film.
Il film inizia con una serie familiare di clip di notizie. Un meticoloso promemoria del fatto che Trump stava vincendo in modo schiacciante la notte delle elezioni quando misteriosamente, la contea di Alleghany, la contea di Butler, la contea di Beaver, la contea di West Moreland, la contea di Fulton, la contea di Luzerne e lo stato del Nevada, TUTTI contemporaneamente hanno smesso di contare senza spiegazioni. Quando hanno ripreso, Biden ha miracolosamente guadagnato durante la notte la quantità precisa di voti per essere dichiarato “vincitore”.
Le inevitabili sfide legali che hanno seguito le elezioni sono state respinte dai tribunali per mancanza di reputazione, mentre tutti i principali media hanno iniziato a riferirsi alle affermazioni di frode elettorale come “La grande bugia”. Alla fine, lo slancio della rivolta populista che ne è seguita è stato infranto da uno tsunami di censura Big Tech, giustificato da una falsa bandiera avvenuta nella capitale il 6 gennaio.
Dinesh Dsouza finalmente arriva sullo schermo
Mentre cammina lentamente attraverso un seggio elettorale vuoto, Dinesh ci ricorda il sangue sudore e le lacrime; i sacrifici fatti dai nostri antenati che fondarono la nostra Repubblica costituzionale contro ogni previsione. Ha sottolineato il significato delle libertà che molti di noi hanno dato per scontate e afferma che “senza elezioni non abbiamo un Paese”.
(Anche se tutto questo può sembrare ridondante per quelli di noi che hanno seguito questo ogni momento di veglia di ogni giorno, ho sentito che l’inizio del film ha posto brillantemente il terreno per l’osservatore medio che potrebbe non essere consapevole del modo in cui tutto questo spiegato)
La premessa principale del film inizia quando Dinesh si siede con un gruppo di importanti conservatori e chiede loro la loro opinione se le elezioni del 2020 siano state rubate.
Charlie Kirk – Era un po’ scettico, ma disposto ad ammettere che era successo qualcosa.
Larry Elder- Ha affermato che i media hanno propagandato così tanto contro Trump, che poteva vedere come gli attivisti di sinistra sarebbero stati disposti a truccare un’elezione, ma non aveva visto le prove.
Sebastian Gorka – Ha affermato con enfasi che non c’era modo che un ragazzo che avesse fatto una campagna dal suo seminterrato e che non fosse stato in grado di mettere insieme una frase avesse sconfitto Donald Trump che poteva attirare 60.000 persone a una manifestazione.
Dennis Prager – Ha affermato la stranezza che i repubblicani abbiano fatto così bene al ballottaggio, ma Trump ha perso? Questo non ha senso, ma ha detto “Non ho visto la prova”.
Dinesh si siede con Catherine Engelbrecht e Greg Phillips di True The Vote!
(Così come una donna bilingue che ha spiegato di essere diventata un osservatore di sondaggi quando ha sentito dire a un elettore ispanico per chi votare).
È vero che il voto ha impiegato circa 15 minuti a spiegare che sono stati in grado di identificare oltre 2000 elettori di schede elettorali utilizzando 2 petabyte di dati di ping del cellulare di geofencing acquistati dai broker. Catherine e Greg hanno assunto appaltatori di alto livello per collegare questi dati a un supercomputer in Texas, setacciare trilioni di ping di telefoni cellulari per sviluppare modelli di vita e identificare “muli” per la raccolta di schede elettorali.
La soglia per ciò che costituiva un mulo era fissata incredibilmente alta. Per soddisfare i loro criteri, un mulo doveva visitare almeno 10 cassette di sicurezza E visitare almeno un’organizzazione no-profit in cui si diceva fossero state raccolte schede (AKA “stash house”). Hanno mostrato un esempio di uno di questi cosiddetti “modelli di vita”, utilizzando un mulo di Atlanta che ha visitato 28 cassette di sicurezza in un giorno. Questi modelli di vita sono così precisi che sono stati in grado di utilizzare i loro dati per identificare due tiratori attivi in un vecchio omicidio del Michigan. Quando hanno consegnato le prove all’FBI, l’FBI è stata in grado di ottenere condanne. Pertanto, dimostrando che la loro metodologia è sufficientemente affidabile per essere utilizzata dalle forze dell’ordine.
Ora, aggiungi ai dati di geofencing, 4 milioni di minuti di filmati di videosorveglianza drop box ottenuti tramite richieste FOIA. Nel film, True the Vote mostra diversi video ( molti dei quali erano già trapelati su Internet ) degli stessi muli che hanno identificato tramite i loro dati di geofencing, raccolta di schede elettorali in video. A ciò si aggiunge la documentazione della catena di custodia delle urne elettorali, utilizzando i loro dati di geofencing, hanno identificato i casi in cui una casella è stata visitata solo da 271 persone. in qualche modo conteneva 1900 schede. Impossibile…
C’era abbastanza FRODE per cambiare i risultati per Biden?
Forse la parte più avvincente del film sono stati i numeri reali forniti da True the Vote. Utilizzando la soglia di 10 visite alle cassette postali, con una media di 5 schede per visita, True the Vote afferma che nelle elezioni del 2020 sono stati espressi 380.000 voti illegali.
Michigan – 500 muli hanno visitato 50 scatole = 125.000 voti illegali
(Non abbastanza per oscillare lo stato per Biden).
Wisconsin – 100 muli hanno visitato 28 scatole = 14.000 voti illegali
(Non abbastanza per oscillare lo stato per Biden).
Georgia : 250 muli hanno visitato 24 scatole = 30.000 voti illegali
(Molto più che sufficiente per far oscillare lo stato per Biden)
Arizona – 200 muli hanno visitato 20 cassette postali = 20.000 voti illegali
(Molto più che sufficiente per far oscillare lo stato per Biden)
(Molto più che sufficiente per far oscillare lo stato per Biden)
Trump ha vinto da 279 a 259 voti elettorali!
Ed è qui che le cose si fanno ancora PIÙ interessanti!
Quando hanno abbassato i criteri per ciò che costituisce un mulo, da 10 cassette postali a 5, questo ha dato uno sconvolgente 54.000 muli … 810.000 voti illegali …
Trump ha vinto tutti gli stati chiave da 305 a 233 voti elettorali!
Filmato dell’informatore!
Abbiamo anche avuto modo di vedere un frammento di filmato in cui Greg Phillips ha intervistato un’informatrice nella contea di AZ YUMA che ha affermato di essere stata incaricata di ricevere schede elettorali come receptionist in un’organizzazione no-profit, e ha visto persone che lasciavano le schede al deposito. Venivano pagati a scrutinio. Le è stato quindi chiesto di consegnarli e ha detto di aver consegnato personalmente centinaia di schede elettorali, in particolare in biblioteca di notte dove non c’erano telecamere.
Citata liberamente, ha detto qualcosa in questo senso:
“Sanno chi vincerà prima che avvengano le elezioni. Stanno depredando le minoranze perché gli ispanici anziani non guidano, non sono ben istruiti sulla legge e considerano la cosa come se stessero cercando di aiutarli.
Vanno a bussare alle porte per le votazioni”.
Dove prendono le schede?
Nel 2018, un uomo di nome Dowless McCrae si è dichiarato colpevole di aver votato per assenteismo fraudolento alle elezioni del 9 ° distretto congressuale, costringendo i funzionari della Carolina del Nord a respingere i risultati e a ordinare una nuova elezione. Un modo in cui McCrae ha fatto questo è stato semplicemente guardare i registri dell’ufficio elettorale per vedere quando le schede erano state spedite per posta, quindi rubarle dalle cassette della posta. Questo ci dà un’idea di come è stato fatto. Si può immaginare con quanta facilità questo avrebbe potuto essere sfruttato, data la posta su larga scala nelle votazioni nel 2020 (a causa delle modifiche alle regole del Covid-19) e il fatto che alcuni stati hanno inviato schede per assente a tutti i file degli elettori registrati. Dal momento che le liste elettorali sono così gonfie, i muli potrebbero facilmente entrare in possesso della lista di registrazione e votare per conto di qualcun altro che vedono non votare da 10 anni.
Come abbiamo appreso in Wisconsin, sfruttano anche le case di cura, pagano le persone nei centri di accoglienza per senzatetto (e per strada) e prendono di mira in particolare le comunità minoritarie tramite organizzatori di comunità senza scopo di lucro. Le strade sono infinite, poiché i nostri sistemi elettorali offrono così tante opportunità. Inoltre fotocopiano e fanno le proprie schede elettorali.
Da dove proviene il denaro
Il centro di ricerca sul capitale riferisce da dove proviene;
I documenti appena ottenuti rivelano che la rete di attivisti gestita da Arabella Advisors ha rastrellato un record di 1,7 miliardi di dollari nel 2020. Questa oscura società di consulenza è dietro l’impero del denaro oscuro più potente e influente del mondo.
Zuckerberg ha pompato 400 milioni attraverso il Center for Tech and Civic Life con vincoli per creare unità di registrazione e implementare cassette di sicurezza nelle comunità delle minoranze. 120 milioni di dollari provengono dal progetto di registrazione degli elettori sostenuto da Soros. L’elenco potrebbe continuare, ma tu hai l’idea.
Le organizzazioni no profit, gli organizzatori di comunità, i gruppi “get out the vote” e gli influencer del denaro oscuro sono i burattinai in cima alla catena alimentare. Questi gruppi nefasti essenzialmente detengono il monopolio delle elezioni in questo paese, e lo fanno da decenni.
Conclusione
Il film si conclude con lo stesso gruppo di importanti conservatori che reagiscono alla sfilza di prove che hanno appena esaminato. Nessuno è rimasto in dubbio se l’elezione fosse stata rubata o meno. È stato un SI deciso e unanime. Le prove erano così irresistibili che gli uomini giurarono di combattere questo sistema truccato fino all’ultimo respiro. Infine, Dinesh torna nello stesso seggio elettorale vuoto per chiudere il film con un monologo su quanto sia imperativo per le persone di questo paese essere coinvolte e reagire.
Parte 1a – Video di “BESOGON TV”: il grande regista Nikita Mihalkov, propone di parlare nel suo programma di come ha avuto origine la situazione attuale dell’Ucraina.
Doppiato in italiano e proposto per la prima volta sui nostri canali, questo documento esclusivo fa parte di una serie di documentari prodotti da “BESOGON TV” che parlano, in modo semplice e comprensibile a tutti, di tutte le Verità Storiche sull’Ucraina: dal mantenimento della cultura Nazista, alla nascita del Neo-Nazismo fino ai giorni nostri e di tutto ciò che è pericoloso per la società di oggi e del futuro dell’umanità in funzione di quello che sta accadendo.
.Ambiguità e incertezza nelle azioni, nelle parole e nell’intonazione: In che modo la moralità di coloro che danno ordini si riferisce alle azioni dei soldati che eseguono quegli ordini? Quali sono state le conseguenze della scissione e della trasformazione della Chiesa Ucraina? Con quale cinismo la società occidentale tradisce i valori evangelici tradizionali dichiarando malati coloro che rimangono loro fedeli? Qual è il Dio di coloro che vivono o combattono sotto il motto «Dio è con noi»? E perché possiamo chiamare quello che sta accadendo un confronto spirituale? Queste e molte altre domande Nikita Sergeyevich solleva nel nuovo numero di «BesogonTV» sotto il titolo “Da Dove Soffia il Vento – L’Origine di Tutto Questo“
“Unica legge che non potrà mai essere violata o zittita è la legge causa effetto ” Proprio di questo, in maniera molto documeta e pacata, parla il grande regista russo Nikita Mihalkov. Nella prima edizione di una serie di puntate dedicate al conflitto “russo-ukraino” che ora sta squotendo il mondo intero Mihalkov propone di parlare del perché la comunità tollerante mondiale chiude un occhio sul nazismo apertamente propagato dai media? Chi e come educa i giovani in Ucraina? Di quale “nuovo ordine mondiale” sta parlando il presidente americano? Come sono combinati i processi di “corrosione sistemica” e “autodepurazione naturale” nella società russa? E qual è il significato per ognuno di noi acquisisce ora il concetto di “Patria”. (*)
Estratto da “BesoGon TV – «Da Dove Nasce Tutto Questo»_IT di Nikita Mihalkov”.
Guarda il documentario completo su RUMBLEo su ODYSEE . Clicka sul link per accedere direttamente al VIDEO..
FONTI: «Откуда растут ноги» от 01.04.2022. (*) – Nota di EKATERINA GAIDANSKAYA.
Per Accedere alle Homepages dei nostri Canali Video:
TR – L’intervista rilasciata su rete 4 dal Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha fatto letteralmente il giro del mondo, a detta dei filo-ucraini le sue affermazioni sono state scandalose, una vergogna e false. Nelle dichiarazioni rilasciate, Lavrov risponde al conduttore del noto programma ‘Zona Bianca’, affermando che l’origine ebraica di Zelensky non ha nessun valore e che anche Hitler aveva origini ebraiche. Mai l’avesse detto, tutti i media si sono scagliati contro queste parole, affermando compattamente che fossero delle “Fake News”.
Tra i tanti articoli, balza all’occhio quello di Repubblica che dice: “Sergej Lavrov ha rilasciato una teoria senza base scientifica“, e niente, fa già ridere cosi considerando che due giorni prima della morte del noto procuratore calcistico Mino Raiola, Repubblica, era uno di quei giornali che affermarono senza “base scientifica” il decesso. Oppure l’HuffPost italiano che titola cosi il suo pezzo: “Hitler, nazisti, Bucha: le tre imperdonabili fake news di Lavrov smontate una per una“. Potrei continuare con il citare l’AGI, il Corriere, Adnkronos e cosi via, ma sono tutti dei copia e incolla, esattamente come quando uscì la falsa notizia di Raiola.
La completa malafede di questi giornalisti è evidente a chiunque ormai, ma bisogna sottolineare anche la stupidità. Perchè dico questo? molto semplice, prima di dire certe cose dovrebbero accertarsi che sui propri siti non abbiano articoli vecchi che gettino in contraddizione la loro narrativa. Per smentire quanto detto dai giornali, userò un articolo che ridicolizzerà totalmente oltre che la stampa in generale, anche l’HuffPost.
La versione americana dell’HuffPost titola cosi, nel 2010, la scoperta delle origini ebraiche di Hiter: “Hitler Jewish? DNA Tests Show Dictator May Have ‘Had Jewish And African Roots’“, che tradotto significa: “Hitler Ebreo? Test del DNA mostra che il dittatore può avere ‘avuto radici ebraiche e africane'”. Insomma, in un colpo solo vengono demolite tutte le panzane che in queste ore stanno circolando nel mainstream. Dimostrazione del fatto che c’è una regia comune di propaganda occidentale, che però non tiene conto degli articoli passati. Doppiamente stupidi.
La “base scientifica” di questo articolo esce per la prima volta sul noto tabloid inglese Daily Telegraph (L’unico giornale che si è degnato di cancellare l’articolo prima di sostenere la propaganda anti-Lavrov) citando la ricerca di un giornalista e di uno storico belgi, Jean-Paul Mulders e Marc Vermeeren. L’analisi del Dna di Adolf Hitler, è stato ottenuto da 39 campioni di saliva di parenti del dittatore nazista, dimostrando che aveva origini ebraiche e nordafricane. Il punto cruciale della scoperta è un cromosoma specifico, l’Aplogruppo Eib1b1, raro tra gli occidentali ma comune nei berberi in Marocco, Algeria e Turnisia, così come tra gli ebrei ashkenaziti e serfarditi. L’ Aplogruppo Eib1b1 e’ legato al 10-20% del cromosoma Y degli ashkenaziti e tra l’,8,6 e il 30% dei sefarditi.
“Per anni, è esistita la voce che il nonno paterno di Adolf Hitler fosse ebreo, ma l’affermazione è rimasta infondata. Ora, un nuovo studio suggerisce che il nonno del leader nazista era davvero ebreo.
Pubblicato sul Journal of European Studies, lo studio, scritto dal medico di famiglia e psicologo Dr. Leonard Sax, confuta le affermazioni fatte dallo storico tedesco, Nikolaus von Preradovich, che ha detto: “‘Non un solo ebreo’ (kein einziger Jude) viveva a Graz prima del 1856”.
“Attingendo alle prove degli archivi austriaci del 1800, il Dr. Sax documenta che in realtà c’era una comunità stabile di ebrei che vivevano a Graz prima del 1850”, afferma un comunicato stampa che accompagna lo studio. “E il dottor Sax presenta prove schiaccianti che Preradovich era un simpatizzante nazista che era offeso dal suggerimento che Adolf Hitler fosse un Vierteljude (un quarto ebreo)”
L’affermazione che Hitler avesse origini ebraiche fu avanzata per la prima volta dal suo avvocato personale, Hans Frank. Nel 1930, 16 anni prima della sua esecuzione al Tribunale Militare Internazionale di Norimberga, Frank affermò di aver scoperto prove che il nonno paterno di Hitler era un uomo ebreo che viveva a Graz, in Austria.
Secondo The Sun, Frank scoprì le prove che il nonno di Hitler viveva nella stessa casa in cui viveva la nonna di Hitler, Maria Anna Schicklgruber.
Poco si sa di Schicklgruber fino a quando non ha compiuto 42 anni. Alla fine diede alla luce suo figlio, Alois Hitler nel 1837, e rifiutò di divulgare i dettagli di suo padre. Il sacerdote alla fine lo battezzò Alois Schicklgruber e iscrisse “illegittimo” nel registro battesimale.
Schicklgruber in seguito sposò Johann Georg Hiedler e il suo cognome fu cambiato in Hitler da Schicklgruber, secondo il libro “The Making of Adolf Hitler”. Non è chiaro perché il suo nome sia stato cambiato in Hitler e non in Hiedler. Morì nel 1847 in Bassa Austria.
Le voci vennero alla luce per la prima volta che Hitler aveva origini ebraiche mentre il leader nazista era ancora al potere nel 1930. Ordinò alle SS di indagare sulle affermazioni e presumibilmente non trovarono alcuna prova di alcun legame ebraico.
Nel 1937, Hitler ordinò al genealogista Rudolf Koppensteiner di pubblicare un albero genealogico che mostrasse che tutti i suoi antenati erano tedeschi austriaci, ha aggiunto The Sun.”
Insomma, le prove brulicano, c’è chi vuole vedere e chi si para gli occhi a prescindere. Alla verità non importa delle emozioni
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