L’ONU E LE SUE AGENDE (3a parte): L’ AGENDA 2030

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ANALIZIAMO I TRAGUARDI DEL PUNTO 5 DELL’AGENDA 2030 E LE SUE OMBRE

OBIETTIVO 5: RAGGIUNGERE L’UGUAGLIANZA DI GENERE E L’AUTODETERMINAZIONE DI TUTTE LE DONNE, RAGAZZE E BAMBINE


Se si legge quanto proposto dall’Agenda2030 non si può, in prima battuta, pensare a nulla di male, anzi si spererebbe in una sua pronta realizzazione, in ogni suo punto.

Spesso nei nostri articoli abbiamo parlato di Framing e di manipolazione mentale perpetrata negli anni con lo scopo di produrre una realtà ad hoc.

Seguendo questo filo si vuole provare a guardare quanto davvero è in Agenda: quali sono gli obiettivi? A chi è rivolta?

A prima vista due gli obiettivi principali, da un lato i cosiddetti SDGs, e cioè il raggiungimento di un mondo economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibile.

Il secondo riguarda la parità di genere, parlando solo per accenno ai generi diversi dai due ovvi Uomo/Donna.

In questo articolo ci concentreremo su questo secondo punto, nel contesto italiano.

Secondo il rapporto ASviS nel 2021 l’Italia mostra una forte criticità generata dalla pandemia che ha aggravato in particolare la situazione delle donne. Più alto il numero di queste ultime che hanno perso il lavoro. C’è stato un incremento dei carichi per costoro a causa della chiusura delle scuole in concomitanza con il lavoro agile e si è registrato un aumento delle violenze domestiche.

Anche il PNRR pone l’accento sulla parità tra uomo e donna,  utilizzando diversi strumenti come la “clausola di condizionalità” o il “Gender procurement” per aumentare la percentuale della quota di nuovo impiego delle donne (al 2021 la fetta del mercato del lavoro a loro dedicata è del 30%), ed evidenzia 5 priorità strategiche funzionali a questo obiettivo: lavoro, reddito, competenze, tempo e potere.

Nel sito internet dell’Agenda 2030 alla voce “target” del punto 5 vengono specificati tutti i punti da realizzare per ottenere la parità di genere tra uomo e donna:

  • eliminare ogni discriminazione,
  • cessare ogni violenza,
  • cancellare tutte le pratiche nocive a danno di donne e bambine,
  • valorizzare il lavoro di cura e domestico fino ad oggi non riconosciuto,
  • garantire alle donne l’accesso alle pari opportunità,
  • garantire la salute sessuale e riproduttiva.

È chiaro che l’Agenda2030 si rivolge alle donne. Le mete da raggiungere scritte così non possono essere contestate.

Ma siamo sicuri che non ci sia alcuna manipolazione?



UGUAGLIANZA DI GENERE (BINARIO O NON BINARIO?
)

Il documento intitolato “In viaggio verso la sostenibilità. Promuovere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030: il ruolo della comunicazione sociale” a pag. 49 pone come sfida necessaria per la comunicazione sociale le questioni di genere. 

Oltre la questione femminile”. Qui, si conferma la priorità delle condizioni di vita (ancora davvero troppo scarse) di donne e bambine ma si sottolinea anche che il femminismo non è più fine a sé stesso e deve diventare espressione palese delle questioni di genere nel senso più ampio del termine.

La richiesta è chiara:abbandonare il sistema binario e adottarne uno plurale e reversibile.

Alla realtà LGBTQ+ si sono aggiunte molte nuove definizioni (cisgender, genderfluid, agender) e tutte devono diventare la normalità, tant’è che nel Regno Unito la polizia di Norfolk ha pubblicato un elenco di 37 identità sessuali e generi per aiutare gli agenti a trattare con il pubblico.

Per la realizzazione di questa nuova comunicazione sociale volta a portare le persone ad accettare queste nuove realtà, si consiglia di costruire una trama di idee, concetti e stereotipi nuovi impiegando tutti i mezzi di comunicazione possibili, perché si ha “bisogno di rivoluzionare gli immaginari in maniera pervasiva” (Cit.) Difficile non notare la volontà di convincere ad ogni costo la popolazione perché raggiunga la convinzione che tutto ciò che viene proposto è corretto.


“DIRITTI” ED “UGUAGLIANZA”, DUE TERMINI ONOREVOLI, UTILIZZATI COME STRUMENTI DI MANIPOLAZIONE MENTALE; TOCCANO L’EMOZIONE DELL’ESSERE.

Ricapitoliamo: prima si da forza al movimento femminista, si pongono gli obiettivi per far sì che le donne lottino per i loro diritti, poi, ancor prima di mettere il genere al sicuro e di realizzare quanto promesso, si chiede alle stesse di farsi carico della battaglia a favore di tutti i generi che non rientrano nel sistema binario Uomo/Donna, facendo leva sui bambini e sui giovani, quindi sui figli.

Traducendo quanto scritto nel documento in esame si può dire che il messaggio che passa è:

“Donne, faremo di tutto per darvi i vostri diritti e farvi vivere in un mondo migliore,

ma siccome ancora non ne siamo stati in grado nel frattempo combattete

per tutte le persone fuori dal sistema binario”.

Il tutto sostenuto e spinto dal convincente ed efficace slogan “Non lasciare indietro nessuno”, che fa sicuramente leva sull’umanità della persona che in difficoltà facilmente proverà empatia per chi vive una condizione di disagio, anche se per motivazioni diverse.

In Italia si alimenta questa battaglia creando eventi come la giornata contro l’omofobia (17 maggio), rammentiamo che lo stesso girono il Ministero dell’Istruzione ricorda ai docenti scolastici di sensibilizzare gli alunni nella “Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”, sottolineando:

”I docenti e le scuole di ogni grado, nell’ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa, sono invitati a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”

Poi abbiamo il “PrideMonth” (giugno) durante il quale le piazze italiane vengono letteralmente invase da manifestazioni a tema, spesso con simbologie discutibili e rappresentazioni di dubbio gusto, e a tale proposito ricordiamo la Boldrini che si è messa in prima linea per farne propaganda, infine c’è lo scontro politico, carburante necessario per tenere viva l’attenzione in merito all’argomento, il DDL ZAN.


NEOLINGUA:“DISCRIMINAZIONE”; ORWELL PORGE I SALUTI

Parrebbe abbia lo scopo di cancellare ogni tipo di discriminazione derivante da motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sulla disabilità.

Ma la discriminazione è discriminazione a prescindere, indipendentemente dal motivo che la fa palesare.

La violenza anche. Perché si cerca di ottenere una legge ad hoc per determinate categorie? La difesa dei diritti inalienabili e umani va condotta per ciascun essere umano nello stesso modo, creare una carreggiata dedicata non è già un discrimine nei confronti di tutti coloro che invece, in materia di giustizia, continueranno a percorrere la vecchia strada della giurisprudenza?




COSA NON VIEN DESCRITTO NELL’AGENDA2030

Sembra però che per l’Agenda2030 la realizzazione del riconoscimento dei diritti di certe categorie, e solo di queste, sia priorità, perché paragonate alla condizione di difficoltà di chi stenta in fame e povertà.

Ma seppur nel documento dell’Agenda2030, a pag. 32 si può leggere che:

“Le persone che vivono in condizioni di povertà, le comunità indigene e altre minoranze, le persone con disabili, rifugiati, sfollati e apolidi, bambini e giovani, migranti e la comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender (LGBT) sono alcuni dei gruppi e degli individui che non sono necessariamente inclusi. Gruppi e individui che non sono necessariamente inclusi nei processi politici e decisionali”

E nel documento ONU, il “Forum politico di alto livello (HLPF)Dichiarazione del Gruppo centrale LGBTI delle Nazioni Unite Luglio 2020” alla seconda pagina si legge:

l Core Group LGBTI è convinto che il raggiungimento dell’Agenda 2030 sia intimamente legato al riconoscimento dei diritti umani e alla garanzia di non discriminazione e uguaglianza per tutti, comprese le persone appartenenti alle comunità LGBTI, gli individui, i sostenitori e i difensori dei diritti umani in generale.

Nell’ “AnnualReview of the human rights situation of lesbian, gay, bisexual, trans e intersexpeople in Europe and Central Asia” a pag. 18, invece, si scrive che il gruppo LGBTI Stakeholder ha pubblicato il suo “manifesto” per lo sviluppo sostenibile ed è intervenuto durante il 2020 HLPF promuovendo un’accelerazione e delle azioni di formazione pensate per realizzarlo.

L’approccio tra i primi due documenti e il terzo è evidentemente diverso; il raggiungimento della realizzazione dell’Agenda2030 è legata all’affermazione dei diritti umani o alla realizzazione dello sviluppo sostenibile?

E comunque, se è vero che non c’è spazio per queste persone nei ruoli di intervento attivo perché esiste un manifesto (legato anch’esso allo sviluppo sostenibile) volto ad azioni concrete a livello globale?

Quindi lo spazio di intervento c’è?!

Seguendo questa strada, per spingere l’inclusione di queste nuove categorie sono stati condotti degli studi  pubblicati sul sito del “World Economic Forum” (WEF) a riguardo del “GREAT RESET” che dimostrano che nelle società che hanno accettato i diversi generi si ha una “resilienza economica” tale per cui si verifica un incremento del benessere. Infatti da tali analisi emergerebbe che la presenza di LGBTQ+ comporti un aumento degli ecosistemi di innovazione, una maggior imprenditorialità, una più alta concentrazione di talenti e quindi una qualità della vita maggiore.

Ma le osservazioni non si limitano all’economia e considerano anche l’impatto sulla conoscenza della realtà lavorativa.

Nel documento dell’ACSO si sostiene che il sessismo e l’omofobia porterebbero ad un peggioramento del Job commitment e del Job satisfaction, si azzardano anche effetti negativi sulla salute psicofisica dei lavoratori. Il modello ACSO propone chiare indicazioni volte a promuovere l’uguaglianza di genere, evidenziata come valore fondamentale per l’Unione Europea, identificata sempre come affermazione di diritti umani necessari, essenziale per promuovere il benessere psicofisico e sociale dei lavoratori.

Possiamo quindi concludere, senza timore di essere smentiti, che lo scopo finale dell’Agenda2030 NON è la parità dei diritti tra uomo e donna bensì la parità di genere.

Questa certezza cambia le carte in tavola e rende evidente anche le motivazioni del comportamento che i governi del mondo stanno adottando nei confronti dei minori, manipolando le loro menti attraverso il materiale scolastico, i film, i cartoni animati, i giocattoli, ecc. ma di questo ci occuperemo nel prossimo articolo.

“NOI SIAMO PER LA TUTELA E DIFESA DI TUTTE LE “DIVERSITÀ”,

MA AVVERSIAMO CON FORZA LO SFRUTTAMENTO DI QUESTE

“DIVERSITÀ” PER FINI POLITICI E DI INGEGNERIA SOCIALE”


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