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L’ INFERNO DI ROTHERHAM

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YORKSHIRE MERIDIONALE. FINE ANNI 80 – 2010.

Nelly se ne stava li, con le mani nelle mani in silenzio. Ciondolava sulla sedia, seduta, un movimento ritmico, quasi ossessivo. Ogni tanto guardava fuori dalla finestra. Pioggia, sempre e solo pioggia, dentro e fuori di lei. Il pendolo situato nella stanza dava la cadenza ad ogni movimento del suo corpo : Avanti e indietro, avanti e indietro.

Il rumore del clacson la fece sobbalzare dalla sedia. Si alzò e con lo sguardo perso nel vuoto si avviò verso la porta di ingresso. Era ora di andare a scuola, ma ogni giorno, per lei diventava sempre più difficile, Vide con la coda dell’ occhio la mamma affrettarsi verso l’uscita, non la degnó di attenzione, ma sentì il suo sguardo severo posarlesi addosso.

“Buongiorno” , salutò lei verso il finestrino del bus parcheggiato nel vialetto antistante, si girò verso di me e con lo sguardo duro e le labbra serrate mi chiese di affrettarmi. “Non vorrai far perdere del tempo prezioso a queste persone così gentili, non è vero Nelly?”. Annuii. “Ma non sono affatto gentili” pensai, pregna del dolore che mi attanagliava il petto. Salii nella parte posteriore del bus, accanto a quell’uomo che puzzava di alcool , che con il suo corpo viscido e la sua mente perversa, faceva di me ciò che più gli aggradava. Ed io, in silenzio, subivo.

Vista dI Rotherham

Una realtà orribile è emersa, come un fulmine a ciel sereno, nella cittadina del Sud dello YorkShire, nella parte settentrionale dell’ Inghilterra per una denuncia fatta da Angie Hart, una ricercatrice assunta dalle Autorità locali. Dalla fine degli anni 80 fino al 2010, si sono perpretati migliaia di abusi e crimini sessuali ai danni di minori da parte di gang, perlopiù pakistane, che rapivano, violentavano e seviziavano le proprie vittime nell’ assoluto silenzio ed inoperabilità delle stesse Autorità e dei servizi Sociali che ne erano a conoscenza.

Le indagini sono state avviate dopo che alcuni episodi di abuso erano erano stati raccontati dal Times: Nel 2012, infatti, il quotidiano aveva pubblicato dei documenti riservati che dimostravano la latitanza dei servizi sociali e della polizia di Rotherham. Successivamente nel 2013, il giornale esposte in diversi articoli, l’ «abuso endemico di ragazze adolescenti da parte di uomini più grandi, per lo più di origine pakistana» che avveniva a Rotherham.

“Una vergogna nazionale”. The Times

Dal rapporto risulta che tra le vittime di violenza ci fossero per lo più bambine e ragazze di età compresa tra gli 11 e i 16 anni: la maggior parte di loro di origine inglese, ma anche minori di origine pakistana o rom. Secondo il rapporto le bambine sono state stuprate in gruppo, picchiate, intimidite e sequestrate. Alcune di loro, ha spiegato l’autrice del rapporto, «sono state cosparse di benzina e minacciate di essere bruciate», altre «sono state minacciate con le armi o costrette ad assistere a degli stupri». La maggioranza degli stupratori sono stati descritti dalla vittime come «asiatici», in particolare di origine pakistana.

Per molti anni questo scempio è stato taciuto per non creare “Problemi di ordine razziale”, ma tutto ciò che hanno vissuto quelle povere piccole vittime non potrà essere cancellato da nessuna sentenza pur andata a buon fine. Il segno indelebile rimarrà sempre nella loro carne, le minacce, gli abusi, le violenze continue resteranno impresse a fuoco nella loro mente.

La polizia ‘non riesce a proteggere’ migliaia di ragazze a rischio di abusi sessuali“. Dieci anni dopo che il Times ha smascherato le bande di adescatori a Rotherham, le bambine da 11 anni stanno ancora scivolando, senza effettiva giustizia, attraverso il sistema corrotto. Un articolo del Maggio 2021 evidenzia ancora una volta quando la Giustizia non sia degna di tale nome e, certamente, ancor meno in questo caso, dove sarebbe indispensabile e di vitale importanza assegnare ai colpevoli pene esemplari, perché ciò non accada più .

Qualcosa si era mosso, in questi anni, ma solo per pochissimi attori di questa inenarrabile vicenda. La prima condanna di gruppo è avvenuta nel 2010, quando cinque uomini britannico-pakistani sono stati condannati per reati sessuali contro ragazze di età compresa tra 12 e 16 anni. 

I condannati

Dal gennaio 2011 Andrew Norfolk del Times ha insistito sulla questione, riferendo nel 2012 che gli abusi nella città erano diffusi e che la polizia e il consiglio ne erano a conoscenza da oltre dieci anni. 

Articolo del The Times a riguardo

Come da sempre vogliamo dimostrare, però, in certi ambiti esistono degli intoccabili che, in un modo o nell’ altro, riescono ad uscire “puliti” e senza conseguenze. Uno di questi casi lo riporta un articolo della BBC, dove sottolinea l’ inefficienza della giustizia che ha scagionato molti degli Agenti che, inosservanti del loro ruolo, hanno preferito non agire, omettendo tutto ciò che di marcio stava accadendo in quel periodo.

L’ Agente David Walker

“L’ultimo dei 47 agenti di polizia indagati sulla loro gestione delle accuse storiche di abusi sessuali su minori a Rotherham è stato scagionato.

L’ex Det Sgt David Walker era stato accusato di non aver dato seguito alle soffiate sulle bande di adescamento in città.

Il Comitato che stabilisce la Cattiva Condotta, ha dichiarato che, in quei frangenti, l’ Agente aveva esercitato in modo “appropriato qualsiasi informazione”. Incredibile.

La deputata di Rotherham, Sarah Champion, ha dichiarato che “Questo risultato sarà una amara delusione” per le vittime di abusi.

Walker, che si è ritirato nel 2018, era tra gli agenti indagati dall’Ufficio Indipendente per la Condotta della Polizia (IOPC) sulla scia del Rapporto Jay. L’ inchiesta del 2014 ha rilevato che almeno 1.400 ragazze sono state sottoposte a sfruttamento sessuale tra il 1997 e il 2013 e ha accusato la polizia del South Yorkshire di non aver dato priorità alla questione. L’ IOPC ha scoperto che otto agenti avevano un caso a cui rispondere per cattiva condotta e sei per colpa grave. Cinque di essi hanno subito sanzioni, ma finora nessun funzionario ha perso il lavoro o è stato incriminato.”

Uno degli appelli più accorati, per dare una svolta alle indagini, è stato effettuato dalla NATIONAL CRIME AGENCY la quale ha lanciato un’ importante Campagna di sensibilizzazione, anche attraverso lo “YorkShire Post” che invitava le vittime di tali abusi, sollecitatandole anche con un video in allegato, di presentarsi e fornire informazioni utili per portare a termine l’ Indagine per la “Pulizia profonda” . L’ Agenzia, infatti, riporta che “più di 1.000 vittime sono state identificate tra il 1997 e il 2013, mentre altre sono invitate a farsi avanti, il tutto per contattare un numero maggiore di vittime delle ” Bande di Predatori sessuali sui minori di Rotherham “che hanno depredato le ragazze della città negli anni ’90 ad almeno il 2000.”

Press

A quanto si evince dalle recenti indagini, però, questi crimini sono tutt’oggi compiuti ai danni di adolescenti che vengono abusate in cambio di un cellulare o qualcosa da mangiare. In alcuni casi, come è stato più volte segnalato alle Autorità, vengono usati anche taxi come alcove per finalizzare i crimini verso le minori, lontano da occhi indiscreti e con il silenzio comprato e/o obbligato delle vittime.

Questo è uno stralcio della denuncia portata in evidenza in questi ultimi mesi:

“Ogni giorno in cui il consiglio rifiuta di accettare che c’è un problema, i bambini vengono accarezzati, violentati e trafficati. I recenti casi individuali di cui ho sentito parlare sono assolutamente strazianti e sette anni dopo il Jay Report semplicemente non ci sono scuse per non fare nulla al riguardo.

Cosa ha detto la polizia del South Yorkshire?

Il dottor Alan Billings, commissario per la polizia e la criminalità del South Yorkshire, afferma che il rapporto che dettaglia le accuse di CSE contiene “falsità”.”.

Pedophiles Predators

In quel lembo di terra, pare ci sia una delle più alte concentrazioni di Predatori sessuali e pedofilia mai registrate in un’area circoscritta. Basti pensare alla reticenza delle autorità e dei Servizi Sociali che, soltanto raramente e per “accontentare” gli animi in subbuglio, consegnano in mano alla giustizia e ai media, qualche predatore di quell’ orrendo pedophile Ring :

“I tre fratelli a capo del grooming ring Rotherham sono stati condannati rispettivamente a 35 anni, 25 anni e 19 anni di carcere per crimini che hanno causato “danni inimmaginabili” alle giovani ragazze vulnerabili.

C’è stato un sussulto di “SÌ!” dalla tribuna dei presenti, quando al capobanda, Arshid Hussain, 40 anni, è stata letta la sentenza e riferito che sarebbe stato incarcerato per 35 anni per 23 gravi crimini di sfruttamento sessuale infantile dal 1987 al 2003. Suo fratello Basharat, 39 anni, è stato incarcerato per 25 anni e il terzo fratello, Bannaras, 36, che si è dichiarato colpevole di 10 reati, è stato condannato a 19 anni. Gli Hussain e altri tre, sono stati condannati al ” Tribunale della Corona di Sheffield” con l’ accusa di aver adescato, brutalizzato ed abusato sessualmente 15 ragazze, durante un periodo di 16 anni ed aver causato “danni inimmaginabili” alle loro vittime, alle loro famiglie e alla comunità di Rotherham. Così ha sentenziato il Giudice Sarah Wright. Qurban Ali, lo zio 53 anni degli Hussain, è stato condannato a 10 anni di carcere e Karen MacGregor, 59 anni, per aver attirato le ragazze a casa sua per poi sfruttarle è stata condannata a 13 anni di detenzione . “

Articoli sui Predatori arrestati

Con il Team di Child Resque sono state fatte delle straordinarie ricerche in merito, per venire a capo e dare un contributo fattivo per puntare un faro su questa vicenda :

🗓 30 maggio 2021. I pedofili di Rotherham “evitano ancora la giustizia” perché pochi crimini finiscono con un’accusa https://t.me/childresQueitaliachannel/3105

🗓 06 Nov.2021. Scandalo abusi a Rotherham: 1.665 bambini potrebbero essere stati a rischio dal 2017 https://t.me/childresQueitaliachannel/12579.

📆 28 Febbraio 2022. L’enorme scandalo che coinvolge gli agenti di polizia e gli assistenti sociali a Rotherham nel South Yorkshire continua a far emergere scenari sempre più raccapriccianti. https://t.me/childresQueitaliachannel/16053

ChildReQue Team

Chiunque viva personalmente e per professione la ricerca di questi esseri, che non riesco nemmeno ad identificare come criminali, ma come Bestie Predatrici, conosce le dinamiche e le immense difficoltà che le indagini, la ricerca, le incriminazioni comportano. Non sempre si ottengono i risultati sperati, a volte ci sono immensi buchi nell’ acqua indipendenti dalla nostra volontà, ma in questo caso di Rotherham, sono stati l’ inadempienza, la negligenza, l’ indifferenza e soprattutto l’ Interesse, i motivi per cui non hanno agito per evitare che tutto questo strazio fosse diretto nei corpi e nelle anime di tutte le piccole vittime abusate e, in alcuni casi, fatte scomparire nel nulla. Le indagini sono ancora in corso grazie alla volontà delle Associazioni nate spontaneamente dopo lo scandalo, ma anche noi, ovunque siamo, possiamo dare il nostro contributo diffondendo questo articolo perché Nelly e tutte le ragazze come lei, possano ottenere almeno giustizia.

“Nelly rientrò a casa, aveva un lembo di gonna stracciato e l’odore acre di quella bestia ancora addosso. Salì le scale, andò in camera sua ed accese l’acqua calda nella vasca. Guardò lo scroscio cristallino, mentre piccole lacrime scivolavano nella vasca, perdendosi nell’insieme. Per lei, che sognava di diventare una cantante famosa, restava solo la tristezza di un destino senza forza e senza voce….. “.

GUARDA ATTRAVERSO I LORO OCCHI

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Il trauma psicologico è una “ferita dell’anima” in cui un evento improvviso irrompe negativamente nella quotidianità dell’infante

SE CREDETE CHE LO SCHERZETTO SIA DOLCE SBAGLIATE

La paura è unemozione naturale, sana e utile!

E’ fondamentale per la sopravvivenza perché fa scattare l’allarme davanti a situazioni minacciose che potrebbero essere dannose facendo così attivare risposte di attacco o fuga con correlati atteggiamenti fisiologici strutturati e ben  definiti.

Le paure dei bambini sono quindi assolutamente naturali e derivino dalla continua esplorazione della realtà, tutta sconosciuta e quindi possibile fonte di minaccia.

E’ quell’emozione che dà al bambino gli strumenti per comprendere la natura pericolosa dell’ignoto e mettersi al riparo ponendo in essere diversi comportamenti.

La paura relativa ai mostri e a personaggi inquietanti si manifesta intorno ai 3 anni di età e finisce di solito a 6/8 anni, età in cui il piccolo comprende l’inesistenza di tali entità, impara ad assimilare e gestire l’angoscia e la paura che rappresentano. Derivano dal mondo interno del bambino fatto di preoccupazioni  e insicurezze di fronte all’ignoto che, proiettato all’esterno, viene rappresentato nelle figure fantastiche che animano la realtà del bambino (fantasmi, streghe, ecc). Immaginate cosa può provare se costretto ad avere un contatto fisico con qualcosa o qualcuno che incarna la sua paura.


Obbligato proprio da un familiare che dovrebbe proteggerlo.

La paura di questi piccoli è evidente, ma sembra insignificante per questi genitori inconsapevoli

Chiarito che le paure dei bambini sono naturali ed attraverso di esse si attivano normali processi di crescita, non vanno criticate ma accolte e ascoltate con cura e reale attenzione.

I genitori devono aiutare il bambino ad esprimere e a comunicare quanto prova così da ridurre la tensione, la comprensione trasmette  un senso di accettazione e supporto.

Non sentirsi abbandonato contro quanto temuto è per i piccoli molto importante perché sperimentano la possibilità di affrontare l’ignoto con maggiore sicurezza e senza sentirsi soli.

Cerchiamo di non sminuire mai i loro timori, nemmeno i più bizzarri.

Non diciamo “non avere paura” o “non fare il fifone “ perché così facendo si instaura nel piccolo l’idea di essere inadeguato, incapace, inadatto. Impara che esprimere le proprie emozioni a chi dovrebbe proteggerlo può causare dolore, ed è quindi controproducente perché lo si spinge  a  inibire e nascondere quanto sente.

COSA FARE QUINDI?

Mamma e papà non dovrebbero mai minimizzare le emozioni dei piccoli, anzi! Lo sforzo dovrebbe essere cercare di entrare nel mondo dei loro figli  per comprendere la natura dei personaggi fantastici e quale significato assumono per loro.

Solo così si possono aiutare, infondendo loro sicurezza. Con il tempo i bambini sono perfettamente in grado di trovare gli strumenti per sconfiggere i mostri e la paura imparando a gestirla.

Rendere meno pericoloso l’oggetto della paura può essere un modo, magari scrivendo con i bambini una fiaba in cui loro e l’essere spaventoso diventano amici, oppure dove quest’ultimo svela un lato umano.


COSA ACCADE AI PICCOLI COSTRETTI A SUBIRE LA PAURA?

Momenti che dovrebbero essere felici , trasformati in incubi che rimangono per una vita.

Costringere un piccolo a subire il suo terrore è una vera e propria violenza psicologica.

Molti genitori, inconsapevolmente, compiono azioni a cui non danno peso e che purtroppo hanno conseguenze nella psiche dei propri bambini causando loro dei veri e propri micro-traumi.

Il trauma psicologico è una ferita dell’anima in cui un evento improvviso irrompe negativamente nella quotidianità dell’infante alterandola e creando confusione all’interno della stessa distorcendone la percezione.

Si chiamano “piccoli traumi perché sono delle esperienze soggettive disturbanti caratterizzate da una percezione del pericolo non particolarmente intensa.

I traumi emotivi sono molteplici nel corso della vita, tutti siamo sottoposti a piccoli o grandi shock, spesso si risolvono da soli, ma sempre più spesso lasciano ferite profonde, basti pensare che il 78% dei bambini sotto i 5 anni ha subito almeno un trauma e almeno il 20% sotto i 6 anni è in terapia per superare i turbamenti dovuti da abusi, abbandono o altro.

Insistere costringendo un piccolo a stare in posa con qualcosa che teme, pretendendo che non abbia paura perché glielo dice mamma o papà, o pensare che sia un modo per fargli superare il disagio è assolutamente controproducente! Si crea solo insicurezza, disorientamento.

La violenza a cui vengono sottoposti li rende timorosi anche di ciò che conoscono, resistenti al cambiamento.

Avere la foto ricordo con il personaggio di turno è così importante? Che sia il coniglietto di Pasqua, Babbo Natale o il supereroe, quello che conta è la reazione del piccolo.

I bambini non vanno manipolati ma cresciuti con amore, avvolgendoli in un costante abbraccio che li faccia sentire al sicuro, accompagnandoli quando devono affrontare ed elaborare qualcosa che per loro, non solo non è familiare, ma può essere pericoloso.


EFFETTI NEL BREVE E NEL MEDIO LUNGO PERIODO, LA PSICOLOGA RISPONDE 

La psicologa interpellata dal nostro team spiega che i piccoli hanno risposte diverse poiché le variabili che ne condizionano le modalità di risposta sono molteplici.

La sensibilità, il livello di sicurezza, la capacità di elaborazione sono tutti elementi che variano da bambino a bambino. 

Possono verificarsi, nel breve tempo,  difficoltà nella gestione della separazione dalle figure di riferimento, enuresi, incubi, stati di ansia, ecc.

Precisa in ultimo, che nella maggior parte dei casi (ma non esiste una legge univoca e precisa) i bambini possono avere comportamenti deviati da adulti quando l’esposizione a traumi è costante, reiterata nel tempo; ma sottolinea che lo sminuire o ironizzare sulla paura porta comunque insicurezza e destabilizza il bambino. 


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Il Green Deal nella storia

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La copertina del libro di Rupert Darwall

Un estratto del libro di Rupert Darwall “Green Tyranny”

Il green ha mosso i suoi primi passi nel periodo nazista. Le scienze della natura erano viste come l’essenza più profonda del pensiero di regime. Ambientalismo ad anti-capitalismo, dove il progresso tecnologico era visto come alienazione dalla natura e distruzione dell’ambiente. Questa visione del mondo ha motivato Lawaczeck ad eleborare un modello teorico che si prefiggeva di produrre energia idroelettrica ed eolica; e di stoccarla convertendola in idrogeno, che poteva essere utilizzato quando utile.

Un analista geopolitico inglese,Rupert Darwall, ha scritto il libro “Green Tiranny” che raccoglie tutte le ricerche fatte in questo senso, encounter books ne ha pubblicato un estratto, tradotto qui di seguito.

L’asservimento dell’umanità ai comandi della natura fornisce il filo di collegamento tra il nazismo e l’ambientalismo moderno e rappresenta un rifiuto radicale del credo illuminista nel progresso. È ciò che separa la Nuova Sinistra e le varianti più morbide della sinistra moderna dai loro predecessori e lascia i sostenitori del capitalismo e dei mercati come l’ultima roccaforte della fede nel potenziale del progresso materiale illimitato dell’umanità.
Questo sforzo verso la connessione con la totalità della vita, con la natura stessa, una natura in cui siamo nati, questo è il significato più profondo e l’essenza del pensiero nazionalsocialista”, ha scritto Ernst Lehmann, un professore di botanica, nel 1934, che ha caratterizzato il nazionalsocialismo come “biologia politicamente applicata”. Il sessanta per cento di tutti i biologi si unì ai nazisti. Come sottolinea Proctor, “il nazismo si è radicato nella cultura scientifica più potente del mondo, che vanta la metà dei premi Nobel del mondo”. La cultura che lo ha generato esisteva prima dell’ascesa del nazismo e, come vedremo, anche se dormiente nei tre decenni dopo il 1945, sarebbe rientrata nella politica tedesca alla fine degli anni ’70 con l’ambientalismo e l’anticapitalismo come due facce della stessa medaglia.

Nel 1917, Fritz Lenz, un genetista, scrisse un saggio La razza come principio di valore: “On a Renewal of Ethics”. La biblioteca di Hitler conteneva una stampa del saggio. Lenz sosteneva che la crescita della tecnologia aveva portato ad un’alienazione dalla natura. Quando fu ripubblicato nel 1933, Lenz si vantava che il saggio “conteneva tutte le caratteristiche principali della visione del mondo nazionalsocialista”. La rottura dell’uomo urbanizzato e industrializzato con la natura è un tema ricorrente. Nel 1932, il chirurgo e specialista del cancro Dr. Erwin Liek, ampiamente accreditato come il padre della medicina nazista, scrisse un libro sostenendo che il cancro era una malattia della civiltà.

L’ostilità culturale alla civiltà urbana in Germania è precedente al nazismo e non tutti coloro che l’hanno articolata sono diventati nazisti. Nel 1913, il filosofo Ludwig Klages, un conservatore poi criticato dai nazisti, scrisse un saggio “L’uomo e la terra”. Staudenmaier vi individua praticamente tutti i temi del movimento ambientalista di oggi. Il progresso era “uno scherzo malato e distruttivo”, scrisse Klages, il suo obiettivo finale era niente di meno che la distruzione della vita. Questo impulso distruttivo assume molte forme: il progresso sta devastando le foreste, sterminando le specie animali, estinguendo le culture native, mascherando e distorcendo il paesaggio incontaminato con la vernice dell’industrialismo, e svilendo la vita organica che ancora sopravvive.

La causa scatenante del risveglio politico di Hitler sembra essere stata una conferenza del 1919 dell’economista Gottfried Feder, un fondatore del Deutsche Arbeiterpartei (DAP), il partito dei lavoratori tedeschi. Ascoltando la prima conferenza di Gottfried Feder sulla “rottura della schiavitù degli interessi”, capii subito che si trattava di una verità teorica che sarebbe stata inevitabilmente di immensa importanza per il futuro del popolo tedesco”, scrisse Hitler nel Mein Kampf, la cui soluzione era “la netta separazione del capitale di borsa dall’economia nazionale”. Secondo Hitler, Feder aveva esposto “con spietata brutalità” il carattere economico del capitale di borsa e di prestito – “il suo eterno e secolare presupposto che è l’interesse”.

Da questa critica economica emerse ciò che Tooze sostiene essere l’originalità del nazionalsocialismo. L’odio di Hitler per gli ebrei lo portò a rifiutare l’accomodamento con un ordine economico globale dominato dai paesi ricchi di lingua inglese – manifestato per lui nell’ebraismo di Wall Street e nei media ebraici – e a lanciare una sfida epica per rovesciarlo. Subito dopo aver ascoltato la prima conferenza di Feder, mi passò per la testa il pensiero che ora avevo trovato la strada per una delle premesse più essenziali per la fondazione di un nuovo partito”, scrisse Hitler. Nel settembre 1919, Hitler entrò nel DAP come cinquantacinquesimo membro. Il febbraio seguente, il Partito dei Lavoratori Tedeschi aggiunse “nazionalsocialista” al suo nome, diventando il NSDAP – il partito nazista.

La profonda ostilità dei nazisti al capitalismo e la loro identificazione con la politica della natura li portò a sostenere le politiche verdi mezzo secolo prima di qualsiasi altro partito politico. Come approssimazione, sottraete l’odio razziale nazista, il militarismo e il desiderio di conquista del mondo, poi aggiungete il riscaldamento globale e l’ideologia nazista finisce per assomigliare non poco al movimento ambientalista di oggi. Dal punto di vista del secondo decennio del XXI secolo, potrebbe essere uno shock, ma non dovrebbe sorprendere che Hitler e i nazisti siano stati i primi a sostenere l’energia rinnovabile su larga scala.

Il 1932 fu un anno cruciale per i nazisti. Il mercato azionario era crollato nel 1929 e la Grande Depressione aveva fatalmente minato i partiti che sostenevano la democrazia di Weimar. Il primo turno delle elezioni presidenziali era previsto per il 13 marzo. Hitler era il candidato principale per sconfiggere il feldmaresciallo in carica von Hindenburg. Due settimane e mezzo prima delle elezioni, il giornale dei nazisti, il Völkischer Beobachter, pubblicò un lungo articolo che riportava un “discorso sensazionale” sui piani per enormi mulini a vento alti 70-90 metri (230-295 piedi) per generare “enormi quantità di energia a basso costo”. Nel discorso, Hermann Honnef dell’Istituto di Fisica di Berlino, spiegava come l’elettricità dalle torri poteva essere combinata con l’energia idroelettrica, che sarebbe stata responsabile della fornitura di elettricità di base, mentre l’elettricità in eccesso dai parchi eolici situati lungo la costa poteva essere immagazzinata producendo idrogeno “molto economico” – un sogno verde che a tutt’oggi rimane tale.


Intitolato “Politica energetica nazionale”, l’articolo sosteneva che l’energia eolica avrebbe potuto trasformare l’economia e dare lavoro a milioni di tedeschi (“lavori verdi”, nel linguaggio politico di oggi). Ci sarebbe una maggiore economia di carburante attraverso auto e treni leggeri, e le tariffe incoraggerebbero gli automobilisti a passare alla ferrovia. Le auto userebbero anche combustibili sintetici prodotti in patria. Il programma cambierebbe completamente l’intera economia, conclude l’articolo, migliorerebbe la circolazione del denaro e ridurrebbe le importazioni e gli oneri di costo. Questo deve essere uno dei primi tentativi di descrivere la “crescita verde” che sarebbe diventata popolare tra i governi del XXI secolo, per cui rendere meno efficiente la produzione di energia utile avrebbe, per qualche processo alchemico, aiutato le economie a crescere piuttosto che fare il contrario.

Lo stesso anno, il portavoce economico del partito, Franz Lawaczeck, un fondatore dell’associazione nazista di architetti e ingegneri (Kampfbund Deutscher Architekten und Ingenieure), scrisse un libro, Technik und Wirtschaft im Dritten Reich. Ein Arbeitsbeschaffungsprogramm (Tecnologia ed economia nel Terzo Reich – Un programma di lavoro). Un membro precoce del NSDAP, Lawaczeck fu un inventore di turbine idroelettriche (l’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti gli concesse un brevetto per una turbina/compressore nel 1917). Lawaczeck era alla sinistra del partito e associato con Feder, Julius Streicher, Heinrich Himmler e Joseph Goebbels.

“La tecnologia e l’economia” è sia un tratto anticapitalista che un progetto per un futuro di energia rinnovabile. Lawaczeck esaltava lo stato corporativista che era stato distrutto dal capitalismo liberale egoista e denunciava il commercio estero come un beneficio solo per i commercianti. Il sistema capitalista era un esperimento di pensiero liberale che aveva portato la Germania alla catastrofe. L’esperimento era ora finito e tutti potevano vederne le conseguenze. Come molti nazisti, Lawaczeck era impressionato dai piani quinquennali di Stalin. Nella gara tra capitalismo liberale e statale, i bolscevichi avrebbero vinto, credeva Lawaczeck.

Sull’energia, Lawaczeck notò che il carbone aveva cambiato il mondo e raggiunto un dominio schiacciante. Poiché era così economico, veniva usato in modo dispendioso e le priorità a lungo termine non venivano prese in considerazione. Le turbine a vapore usavano solo un quarto del contenuto energetico del carbone e le locomotive solo un dodicesimo. Invece di essere usato per l’energia, il carbone sarebbe più prezioso per fare prodotti chimici e altri prodotti. Al contrario, l’energia idroelettrica ed eolica erano molto più efficienti, convertendo fino a quattro quinti dei loro input energetici in energia utilizzabile. Questi input provenivano dalla natura, “a portata di mano per l’uso, senza costi, ma l’uomo li ha appesantiti in misura incredibilmente elevata con l’interesse monetario”.

Lawaczeck sosteneva che il futuro dell’energia eolica era con torri molto grandi come alte antenne radio, alte almeno 100 metri (328 piedi), con turbine di 100 metri di diametro che, a differenza delle turbine moderne, erano progettate per ruotare in un piano orizzontale. Lawaczeck ha ammesso che l’energia idroelettrica ed eolica soffriva di intermittenza. Era impossibile usare l’idroelettrico in inverno o nei mesi estivi secchi. La situazione era ancora più difficile per il vento a causa dei cambiamenti nella velocità del vento. Il sistema doveva quindi immagazzinare energia. Come Honnef, Lawaczeck prevedeva che l’energia eolica sarebbe stata convertita e immagazzinata sotto forma di idrogeno. La trasformazione in una società dell’idrogeno sarebbe un passo importante verso una nuova rivoluzione industriale, scrisse Lawaczeck. La Germania potrebbe sfruttare questo vantaggio tecnologico; i motori a idrogeno sarebbero più potenti della benzina o del diesel. Sarebbe più economico produrre e saldare l’acciaio, dando agli esportatori tedeschi un vantaggio competitivo sui mercati mondiali. Permetterebbe alla Germania di esportare di più e di pagare il suo debito nazionale.

Perché, chiese Lawaczeck, il carbone era così dominante nelle società capitaliste e solo il cinque per cento del potenziale idroelettrico della Germania era effettivamente utilizzato? La risposta risiedeva nel costo dell’investimento iniziale. Il carbone e il petrolio costavano circa duecento Reichsmark (RM) per chilo Watt di capacità di generazione, mentre il costo di investimento nell’idroelettrico variava da 400 a 1.000 RM, ha calcolato Lawaczeck. Tuttavia, la ricerca moderna suggerisce che Lawaczeck era troppo ottimista riguardo al vento. Il massimo teorico di una turbina eolica non è l’80%, come pensava Lawaczeck, ma il 59,3%. In pratica, il massimo coefficiente di potenza raggiungibile è intorno al 47%. Poiché l’aria è mille volte meno densa dell’acqua, l’energia cinetica che può essere presa dal vento – anche a velocità ottimali del vento tra 25 e 56 mph – è minuscola. Così la densità energetica del vento è solo un sedicesimo di quella dell’idroelettrico e cinque ordini di grandezza (quasi un milionesimo) meno della benzina.

Il vento, come l’idroelettrico, richiede enormi quantità di capitale. Come Lawaczeck e i nazisti hanno capito – e i governi moderni avrebbero scoperto a loro volta – il mercato non fornirebbe il capitale se lasciato a se stesso. Facendo eco alla rottura della schiavitù dell’interesse di Feder, Lawaczeck ha sostenuto che l’interesse sul denaro è il più grande ostacolo per rendere redditizia l’energia eolica e idroelettrica.

La diffusione su larga scala dell’energia eolica nazista non è mai decollata. Se l’avesse fatto, gli alleati avrebbero avuto un compito più facile nello sconfiggere Hitler.

FONTE: https://www.encounterbooks.com/features/nazis-embraced-environmentalism/



IL BIO-LAB DELLA NATO NEL SOTTOSUOLO DI MARIUPOL?

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Nei sotterranei dell’Azovstal di Mariupol ci sarebbe una struttura segreta della NATO, PIT-404 gestita insieme a Metabiota.

La notizia, che è stata quasi immediatamente bollata al solito come FAKE e come BUFALA dai fact-checkers che conosciamo, val la pena di essere comunque raccontata e approfondita, invitando come sempre tutti voi a fare le vostre ricerche e le vostre considerazioni.
Queste sono le notizie raccolte:

In un servizio video pubblicato da TgSole24 con immagini prese da EuroNews, il cancelliere austriaco Nehammer non sarebbe andato a incontrare il presidente Vladimir Putin per trovare una mediazione con il Cremlino, ma per chiedere la liberazione degli ufficiali della Nato intrappolati a Mariupol, nella struttura sotterranea segreta chiamata PIT-404 lo confermano numerosi fonti sia militari che civili.
Secondo l’analista geopolitico Pepe Escobar, un laboratorio concepito esclusivamente per lo sviluppo di armi biologiche letali gestito dalla Nato sarebbe collocato sotto le acciaierie di Azovstall.

Il premier austriaco KARL NEHAMMER in visita in Ucraina.

Nei sotterranei dell’Azovstal di Mariupol ci sarebbe una struttura segreta della NATO, gestita insieme a Metabiota. Un laboratorio di armi chimiche e biologiche la cui esistenza deve essere nascosta al mondo.
Invisibili alla vista, le reti sotterranee dell’Azovstal sarebbero una ragnatela di 24 km di gallerie che raggiungono una profondità di 30 metri. A cosa potevano servire? Secondo la ricostruzione di Escobar, quei tunnel sotterranei ospiterebbero una struttura segreta della NATO chiamata PIT-404. e un biolab che sarebbe gestito da Metabiota, una società associata a Hunter Biden, Rinat Akhmetov e al governo di Kiev.

Nel sottosuolo delle due acciaierie Azovstal sarebbero ancora nascosti circa tremila soldati e combattenti. Nella ricostruzione fornita da Escobar si racconta la presenza di diversi consiglieri militari dei paesi dell’Alleanza Atlantica. La struttura segreta della NATO sarebbe sotto il comando del tenente generale statunitense Roger L. Cloutier, arrestato dalle milizie DNR durante un tentativo di fuga in elicottero.

Il laboratorio Pit-404, sempre secondo le ricostruzioni di Escobar, sarebbe una struttura dedicata allo studio delle armi chimiche e biologiche. Nei tunnel sarebbero rimasti intrappolati più di trecento consulenti militari, ufficiali provenienti da Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia, Polonia, Turchia, Svezia e Grecia.

Acciaierie di Azovstall

Gli Ufficiali della Nato, che pochi giorni fa avevano contattato l’esercito russo in cerca di salvezza, avrebbero poi interrotto i contatti. La Nato, precisa il politologo russo Marat Bashirov, non può permettere alla Russia di catturare ufficiali e specialisti, perché questo dimostrerebbe il diretto coinvolgimento dell’alleanza atlantica nella guerra contro la Russia di Putin. Se gli ufficiali di Stato maggiore i medici non possono essere portati via dei sotterranei di Mariupol allora devono tacere, ha puntualizzato Bashirov, aggiungendo che l’ultimo tentativo è stato fatto dal cancelliere austriaco Karl Nehammer e il precedente da Macron, che intendeva attivare corridoi umanitari ma non per permettere i civili di lasciare il paese, bensì per consentire la fuga poi fallita del personale francese dal laboratorio.

Nei giorni scorsi, in un video pubblicato sui social, è stato ritrovato un berretto verde della Legione francese. La drammatica situazione dei sotterranei di Mariupol è sufficiente a spiegare gli sforzi diplomatici di Francia e Germania per creare corridoi umanitari utili per esfiltrare quegli ufficiali stranieri che non dovrebbero trovarsi lì. Mariupol è diventato l’epicentro dello scontro ed è difeso così ferocemente perché è stato per anni il centro dell’aggressione nel Donbass e uno dei capisaldi della NATO in Ucraina.

FONTI: Servizio TgSole24 di Margherita Furlan e Jeff Hoffmann
Articolo di Piero Messina per SOUTHFRONT.ORG

✨💫LA LEGGENDA DELLA FATAPASQUALINA✨💫(Cesare Righi)

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✨ Fiabe della Buonanotte ✨

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Esistono le fate, eccome.
🧚🏻‍♀ 🧚🏻 🧚🏻‍♂
Noi esseri umani non le possiamo vedere, ma una volta abitavano il mondo insieme a noi.
Poi improvvisamente sono fuggite ed ora abitano nei paesi dei tra.

Come, non sapete che paesi sono?
Ma sono i paesi che stanno tra tutti i tra.
Un esempio :
tra il sogno e realtà abitano le fate della fantasia 🧚🏻‍♂;
tra il dormi-veglia abitano le fate del mattino 🧚🏻;
tra il bene ed male abitano le fate della giustizia 🧚🏻‍♀ e via di seguito.

Le fate abitavano sulla terra insieme a noi, ed a capo di tutte vi era la fata più bella, più dolce, più giusta che l’universo intero avesse mai creato. Figlia della stella più luminosa 🌟 era giusta sulla terra per portare amore ♥️ e pace ☮️.
Lei aveva creato i rossi tramonti 🌇 e le splendenti albe 🌅, lei era padrona degli eterni ghiacciai 🗻, e del blu di tutti gli oceani 🌊.
Con lei l’amore era sovrano, il nostro pianeta conobbe l’epoca più bella di tutti i tempi.
Le fate vivevano insieme a noi aiutandoci ogni qual volta avevamo bisogno.

La terra era un paradisio. 💚

Ma,come accade in tutte le leggende anche in questa esiste un ma, la strega dell’invidia viveva di rancore verso le fate. 🧙🏼‍♀

Lei voleva essere sovrana degli uomini, lei voleva distruggere l’amore, lei odiava gli uomini che amavano le fate.
Così pensò che se fosse riuscita a distruggere le fate gli uomini avrebbero adorato solo lei. Quindi se avesse distrutto Fata Pasqualina lei avrebbe vinto.

Vagò nelle notti senza luna nascondendosi a tutti e raccolse dai sogni degli umani i loro incubi peggiori, creò un sogno talmente pauroso 😱 che pure lei rischiò di esserne distrutta. Con questo sogno racchiuso in una ampolla 🧪 stregata iniziò la ricerca di Fata Pasqualina, e quando l’avesse trovata, l’avrebbe obbligata a respirare il contenuto dell’ampolla: così Pasqualina sarebbe morta 😔.

Ma le fate, che tutto percepiscono, vennero a conoscenza del piano della malvagia Invidia e avvertirono la loro regina.

Pasqualina non riusciva a capire perché Invidia l’odiasse tanto e cercò di sfuggirle. Non conosceva però la tenacia che animava quella malvagia strega ed un giorno si trovò quasi prigioniera. Invidia le era alle spalle, l’aveva oramai raggiunta e si apprestava ad aprire la tremenda ampolla per farle respirare il contenuto. La malvagia oramai era sicura, aveva vinto! Ma esistevano sempre i MA nelle leggende, passò di li una piccola gallinella 🐓 che vedendo la disperazione di Fata Pasqualina le disse
🐓 “Presto entra dentro il mio uovo.” e buona gallinella. Invidia cercò in tutti i modi di trovare un apertura in quello strano oggetto che non aveva mai visto 🥚.

Cercò di romperlo, ma quell’uovo era magico, sarebbe riuscito romperlo chi era animato da buone intenzioni verso le fate.

Poi, improvvisamente, l’uovo scomparve e nessuno sa dove sia. 🤷🏼‍♀ Le fate, prive della loro regina, decisero di ritirarsi nei paesi di tra, e noi uomini ora siamo soli sulla terra.

Fu da quel giorno che una volta all’anno tutti noi acquistiamo le uova, da allora si chiamavano di Pasqua, e le rompiamo sperando che dentro vi sia Pasqualina, ma nessuno ancora l’ha trovata.
Vi si trovano solo regali che le fate dei paesi dei tra ci fanno trovare per ricordarci che loro ci amano ancora. Aspettando solamente che da un uovo fatato si manifesti la loro Regina.

La terra potrà così tornare ad essere il regno delle fate 🧚🏻‍♀ 🧚🏻 🧚🏻‍♂, noi felici per l’eternità 💖💞😊.

Buona Notte e Sogni Magici da Sonia.🧚🏻‍♀️ ed il Tuo ChildResQue Team ✨💫🌟🤍

🧚🏻‍♀️

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a cura di @Sonia_Al10 🧚🏻‍♀️
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Il fisico Carlo Rovelli sulla situazione in Ucraina

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In collegamento dal Canada, Rovelli è intervenuto in diretta al programma “LE PAROLE” su RAI3

Il fisico italiano Carlo Rovelli in collegamento dal Canada al programma LE PAROLE su RAI3, parla della crisi in Ucraina e usa toni e parole ricche di buonsenso e di pacata consapevolezza. 

I concetti espressi e la modalità di esposizione ne fanno un bellissimo esempio che va in netto contrasto con le urla e le violente discussioni sterili a cui ci ha purtroppo abituato la TV mainstream.

Per questo motivo lo voglio condividere, con l’auspicio che moltissimi possano guardarlo ed ascoltarlo e soprattutto che possa fare riflettere chi sta usando il mezzo televisivo in modo diseducativo, propagandistico e decisamente inopportuno.

In particolare, questo messaggio è rivolto a chi sta gettando benzina sul fuoco, spingendo all’’armamento e allo scontro insensato e onestamente assurdo, dimenticando la mediazione e la visione politica che hanno sempre contraddistinto l’Italia in passato, per esprimere ed applicare concetti che portino in ogni modo ad abbassare i toni della discussione e del confronto in modo costruttivo e a far prendere coscienza e consapevolezza a tutti di quale sia veramente la situazione reale.

Carlo Rovelli a LE PAROLE” su RAI 3

Se il video non fosse disponibile, clicca sul pulsante sotto e sarai direzionato al video dell’intera trasmissione su RaiPlay

L’intervento inizia dal minuto 31:00


🔗Veleno_ODYSEE
🔗Veleno_RUMBLE

GENITORI ATTENZIONE: LE  CHALLENGES  DELLA  MORTE

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CHALLENGES ONLINE, I “GIOCHI” MORTALI SUL WEB


La voglia di popolarità sui social media e Internet hanno portato allo sviluppo di una nuova mania: bambini e giovani recentemente si sfidano online. Mentre molte di queste competizioni sono divertenti e spensierate, altre sono dannose e pericolose. In questo articolo discuteremo i potenziali pericoli associati che questi duelli comportano, delineeremo le follie di cui dovresti essere a conoscenza per supportare e proteggere meglio i tuoi figli.

Che cos’è una sfida online e come può essere pericolosa?

<p Generalmente una sfida online prevede che l’ individuo si registri facendo un video da distribuire sui social media mentre completa quanto richiesto. Spesso le prove sono difficili o audaci e hanno la caratteristica di dilagare poiché si invitano gli altri all’imitazione. Dopo la creazione di applicazioni come TikTok e Whatsup, le sfide online sono diventate sempre più popolari. Ogni giorno vengono create nuove competizioni e c’è un’onda continua di trend e virali (che vengono ampiamente e rapidamente condivisi online). I bambini e i giovani sono costantemente esposti a queste novità tramite i loro telefoni ed altri dispositivi elettronici, che possono essere estremamente problematici perché pericolose.

In casi estremi i giovani hanno perso la vita o altri hanno subito gravi conseguenze come convulsioni, coma, problemi di salvaguardia e ustioni di terzo grado.

I bambini e i giovani non sempre percepiscono i rischi connessi ad una sfida e se si aggiunge la pressione dei pari si può comprendere come arrivino a decidere di portare a termine un compito che potrebbe danneggiarli. i.

Di seguito ne descriveremo alcune tra le piú periclose per la vita degli adolescenti ed i piú piccoli.

“BLUE WHALE” CHALLENGE

Secondo quanto riferito, la Blue Whale Challenge è iniziata in Russia nel 2013 con F57, uno dei nomi del cosiddetto “gruppo della morte” di VKontakte, si pesume sia la causa di suicidio di 130 adolescenti.

Una sfida infernale lunga 50 giorni fatta di prove continue, sempre più pericolose fino ad arrivare all’ultima: l’ordine di togliersi la vita. TROVA L’EDIFICIO PIU’ ALTO E SALTA. Probabilmente è ancora presente in rete.
Nel 2017 la Blue Whale Challenge, che secondo quanto riferito ha causato la morte di sei bambini in India, ha spinto l’UNICEF India a emettere un avviso a genitori e insegnanti nell’ambito della sua campagna Asli Dost.

Ora questo documento é stato rimosso dal sito WEB dell’UNICEF ma abbiamo trovato una copia nell’archivio web:Blue Whale Challenge: What Parents Need to Know


SKULLBREAKER” CHALLENGE

I genitori vengono avvertiti di una pericolosa tendenza che sta travolgendo l’app di social networking TikTok. 

Nel 2020 approda su internet la nuova sfida attraverso TIK Tok, il social usato soprattutto dai piccoli e dai giovani adolescenti. Si chiama “Skullbreaker” tradotto “sgambetto spaccatesta”.
Il perverso “scherzo” fa davvero ciò che indica: la sfida prevede la partecipazione di tre persone, due a scapito di una, posizionata nel mezzo; consiste in un salto simultaneo, durante la discesa i due laterali spostano le gambe all’ignara vittima facendola atterrare violentemente per terra causandole gravi ferite al bacino, alla schiena e alla testa, finendo anche in terapia intensiva.

Nato in Spagna da uno scherzo di due studenti è diventato mondiale e sta toccando tutti i social.
Arrivato anche in Italia, in provincia di Bergamo, ferito un giovane studente della provincia bergamasca.
Le forze dell’ordine si sono attivate per dare vita ad una serie di incontri per sensibilizzare i ragazzi rendendoli consapevoli circa la pericolosità di questo “gioco”.

Un episodio del genere si è verificato anche in un istituto superiore della provincia di Bergamo.


“MOMO GAME”

La scultura, che in realtà non si chiama Momo (nome diffuso proprio dal web ispanico) ma Bird Mother, vuole essere una rappresentazione di Ubume, una figura mitologica giapponese raffigurante una mamma morta di parto, che appare alla gente con un bambino in braccio chiedendo di prendersi cura di lui per poi sparire nel nulla.

Sempre attuale sul web, attraverso l’applicazione di WhatsApp “Momo Game”. Un “passatempo” che si sta diffondendo in tutto il mondo, dall’Argentina agli Stati Uniti, fino alla Francia, alla Spagna e alla Germania. “Momo” ha origini giapponesi, veste un’immagine inquietante presa da una scultura esposta nel 2016 a Tokyo durante una mostra circa fantasmi e spettri.

In Argentina, Selene, una ragazzina di 12 anni si è tolta la vita. Le autorità stanno cercando di capire se il folle gesto sia stato incoraggiato da un altro utente che l’avrebbe contattata poco prima scrivendole dei messaggi. Pare che la richiesta fosse di realizzare un video da poi diffondere in rete: la piccola si sarebbe filmata prima di impiccarsi ad un albero.


GIOCA CON ME O MI UCCIDO”

“Riconoscere le fragilità e poter agire per tempo è la grande sfida”,

Esistono infinite varianti del ‘Challenge Online’ ma questa volta, per fortuna, possiamo raccontare una storia a lieto fine, quella tra due adolescenti, lei di Cuneo lui di Varese, conosciuti sul web grazie ad una passione in comune: i Manga. Durante una discussione lui tira fuori e inizia il “diversivo” che prevedeva una serie di domande le cui risposte avrebbero comportato per lui punizioni corporali fino a portarlo al suicidio. Il conto alla rovescia sarebbe terminato il giorno successivo alle 14.00. La ragazzina è stata molto coscienziosa e si è confidata con la madre che ha subito allertato le forze dell’ordine. Attraverso l’account usato dal ragazzo in pericolo sono riuscite a contattare la famiglia e ad evitare una tragedia annunciata.


L’appello ai genitori è di attivare il parental control sui cellulari dei minori, monitorare costantemente e con attenzione ogni variazione di comportamento, umore o abitudini poiché sui social sta diventando sempre più famigerato dando vita a un vortice di notizie e suggestioni che si autoalimenta.

Ai ragazzi si chiede di non farsi assolutamente coinvolgere e suggestionare, di non cadere in trappole potenzialmente mortali e pericolose per curiosità.

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L’ INNOCENZA VENDUTA, le Spose Bambine

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Ho provato una scossa elettrica quando ho aperto i Dm. Una richiesta di aiuto, accorata, ha catturato la mia attenzione.

“Per favore Doc, ho bisogno di aiuto, sono settimane che sto scrivendo ovunque, alle associazioni umanitarie, NGO, Attivisti, Attiviste, ma nessuno risponde”. “Lo so”, rispondo io. E non lo faranno.

Il mercato delle bambine è uno dei traffici più fruttuosi nelle terre dove vige il silenzio che fa rumore. Dove non esiste giustizia, dove non puoi parlare, dove se ti ribelli non rivedi la luce. E piccole creature vivono questo male senza che nessuno se ne occupi veramente, tranne alcune voci fuori dal coro degli interessi in campo per questo traffico.

Fra queste troviamo una richiesta di chiarimenti da parte di Camelia Entekhabifard che, con un tweet accorato, taggando persino il “Presidente” degli Stati Uniti ed altre alte cariche, vuole puntare un faro sullo strazio di queste piccole vittime.

L’ articolo racconta che, il mercato per la vendita di bambine in Afghanistan è ancora di uso comune. La povertà di quel popolo aiuta ad incentivare questo devastante ed orrido commercio. Ignare del loro imminente strazio, sorridono, ma ciò a cui andranno incontro le segnerà per sempre, ammesso che riescano a sopravvivere al dolore. Riguardo questo articolo, troviamo anche un appello con la classica raccolta fondi, rivolto da SAVE THE CHILDREN, (associazione come UNICEF per le quali personalmente non nutro stima, facenti capo sempre allo Stato Profondo) che racconta l’esito positivo dell’aver salvato una bambina da questo traffico.

Due giorni fa, è stato pubblicato un altro tweet accorato di Farzad Seifikaran, dove si denuncia in Iran, questa volta, la vendita di spose bambine ad uomini facoltosi che riporta : “Cosa sappiamo delle bande che rapiscono ragazze di età compresa tra 1 e 5 anni per venderle agli uomini per raccogliere “#پرده_بکارت”? E gli uomini che pagano milioni per questo e persino ordinano bambine con caratteristiche di aspetto speciali?”. Questa è la traduzione del suo tweet.

” In un’intervista con Zamaneh, Athena Daimi, un’attivista per i diritti dei bambini ed ex prigioniera politica, ha detto di aver incontrato, nella prigione iraniana di Qarchak, imputati e bande che hanno rapito ragazze di età compresa tra uno e cinque anni per venderle a uomini per abusi sessuali e rimozione dell’imene. Gli imputati sono stati condannati a pochi mesi di reclusione e rilasciati immediatamente, nonostante i gravi reati commessi. “. È la prima parte di un articolo riportato nelle pagine di radiozamaneh.com, dove l’attivista racconta ciò che ha estrapolato dalle parole dei detenuti.

Immagine tratta da radiozamaneh.com


Athena Daemi, riferendosi ai vari abusi sessuali su donne detenute nella prigione di Qarchak da parte sia delle guardie che delle forze di sicurezza e degli interrogatori, racconta che tutti i prigionieri non sopportavano l’ ingresso ed il confronto con uno specifico nuovo arrivato:

“Una volta, un accusato è stato portato dentro ed ho visto che a tutti i prigionieri non piaceva, è stata la prima volta che ho visto che tutti odiavano così tanto un prigioniero, anche perché tutti i detenuti erano solidali [in termini di circostanze] e provavano un senso di empatia l’uno per l’altro, solo poi ho capito perché”.

“C’era anche una prigioniera che era stata presa di mira.  Ho notato che i prigionieri parlavano molto di questa donna e tutti dicevano cose cattive su di lei e mi sono chiesta per quale ragione. Ho chiesto informazioni ed ho scoperto che questa donna rapiva bambine di età compresa tra uno e cinque anni e le vendeva a vari uomini, spesso anziani, per rimuovere l’imene con le dita , per quel reato è stata pagata da due a tre milioni  »

Le “Fonti Ufficiali”, confermano che in alcuni Stati che queste pratiche di vendita e matrimoni con le bambine sono stati aboliti ed ora punibili duramente, ma sappiamo bene che in altri Stati, ancora, non è così. La realtà bisogna vederla con i propri occhi e queste continue grida di allarme dovrebbero scuotere le coscienze.

Ecco, ad esempio, le dichiarazioni sulle Leggi iraniane in vigore: ” L’ Iran è uno dei paesi che ha aderito alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, adottata nel 1989. Secondo l’articolo 34 di questa Convenzione, l’ Iran, come tutte le Nazioni che hanno aderito, è obbligato a proteggere i bambini contro ogni forma di abuso sessuale e di enumerazioni, comprese le seguenti: – Incoraggiare e costringere i bambini a impegnarsi in attività sessuali – Sfruttare i bambini in atti e contenuti pornografici – Sfruttare i bambini nella prostituzione e altri atti sessuali illegali. L’articolo 35 della Convenzione sui diritti dell’infanzia considera necessarie anche misure nazionali e multilaterali per prevenire il rapimento, la vendita o la tratta di bambini in qualsiasi forma.”

Encomiabile da parte iraniana e, ci giunge notizia da residenti, che, anche se ancora sussiste questa devastante “usanza”, i Talebani afghani si sono allineati a tali protezioni aborrendo questi matrimoni precoci. Di sicuro gli effetti delle loro decisioni non saranno immediati, ma porteranno ad una sorta di equilibrio in difesa di queste piccole creature.

Decreto stilato per i Diritti delle donne in Islamic Emirate of Afghanistan

Ci chiediamo spesso, però, quale sia l’effettiva entità di questi traffici, visto che continuano ad arrivare appelli che sottolineano, quanto questa piaga sia ancora diffusa. Chi non si è mai preoccupato di capire, di ricercare, di aiutare a sconfiggere questi orrori che sono , in ordine economico, i primi in assoluto, tende a rifiutare questo tipo di informazioni, troppo “lontane” dalla sua portata.

Sappiamo che è solo una scusa per non entrare in una realtà scomoda, poiché questa “compravendita” esiste ovunque, in ogni angolo del mondo, dalla “cara” Italia allo Stato più recondito. Ogni nostro sforzo per portare alla luce questi crimini, viene boicottato, per cercare di metterci a tacere, per non rovinare i piani dei Governi che “guadagnano” sulla pelle dei bambini.

CYBERSPACE. Viste le leggi in vigore, però, ci domandiamo come esse siano applicate negli spazi virtuali. La pornografia infantile o varie forme di abuso sessuale e sfruttamento dei bambini e la loro vendita e acquisto per vari scopi in Darkoob è un business globale grande e redditizio che cresce e si espande illegalmente giorno dopo giorno. L’Iran, con la piattaforma sopracitata, non fa eccezione alla regola.

Il social network Instagram, che è attualmente la piattaforma più popolare e con il maggior numero di utenti tra gli iraniani, è diventata ampia e adatta per i business online, ma allo stesso tempo questo social network è diventato anche una vetrina per comprare e vendere bambini. Secondo i sondaggi di Zamaneh, vari account Instagram sono impegnati nell’acquisto e nella vendita di neonati e bambini piccoli. Ad esempio, questi due account nelle foto sotto sono attivi in tal senso:

Vendita neonati e minori su Instagram
Vendita minori su Instagram

Non voglio puntare il dito su una realtà, non evidenziando tutto ciò che quotidianamente, nel mondo virtuale accade in ogni singolo Stato o territorio. La lotta alla pedopornografia e alla compravendita di esseri umani, è diventata di dimensioni epiche ed arginare soltanto ciò che esiste nello spazio virtuale “in chiaro” è titanico, inimmaginabile ciò che nasconde il Deep e Dark WEB.

Gli strati del Web

Dalle ultime stime raccolte, soltanto in USA i numeri sono agghiaccianti, siamo nell’ordine di 150 BILIONI di dollari (o 150 Miliardi per i più precisi) per il traffico di esseri umani, poco più sotto, a 123 Billlions dollars, le stime per il traffico sessuale minorile e Pedopornografia. Ovviamente, la mia ricerca non finisce qui, andremo a sollecitare le parti coinvolte cercando risposte, tornerò presto su questo inquietante argomento, attendendo le risposte di coloro che sono stati sollecitati nel dare il proprio contributo alla lotta contro questo crimine. Ciò che non farò è dimenticarmi di queste piccole creature che, nell’indifferenza di tutti, implorano il nostro aiuto. Doc.

Eni e la produzione nel deserto occidentale dell’Egitto

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TR – Eni annuncia nuove scoperte di petrolio e gas nelle concessioni di Meleiha, nel deserto occidentale dell’Egitto, per circa 8.500 barili/giorno di petrolio equivalente. Queste nuove scoperte sono già state collegate e legate alla produzione, in linea con la strategia di esplorazione guidata dall’infrastruttura, consentendo di massimizzare le opportunità di esplorazione nelle vicinanze delle infrastrutture esistenti.

I risultati sono stati ottenuti attraverso il pozzo Nada E Deep 1X, che ha incontrato 60 milioni di pagamento netto di idrocarburi nelle formazioni Alam El Bueib e Khatatba del Cretaceo-Giurassico, il pozzo Meleiha SE Deep 1X, che ha trovato 30 m di pagamento netto di idrocarburi nelle sabbie del Cretaceo-Giurassico delle formazioni Matruh e Khatatba, e il pozzo Emry Deep 21, che ha incontrato 35 m di pagamento netto di idrocarburi nelle massicce arenarie cretacee di Alam El Bueib.

Questi risultati, sommati alle scoperte del 2021 per un totale di 8 pozzi esplorativi, danno un tasso di successo del 75%, confermando le potenzialità dell’area. Altre attività esplorative nella concessione sono in corso con indicazioni promettenti.

Con queste scoperte, Eni, attraverso AGIBA, JV tra Eni ed EGPC, continua a perseguire con successo la sua strategia near field nel bacino maturo del Deserto Occidentale, volta a massimizzare la produzione contenendo i costi di sviluppo e minimizzando il time to market.

Inoltre, Eni rinnova il proprio impegno nel Deserto Occidentale con la recente acquisizione di due blocchi esplorativi con la progettazione nel 2022 di una nuova indagine sismica 3D ad alta risoluzione nella concessione di Meleiha, anch’essa finalizzata all’indagine del potenziale gas dell’area, in linea con gli obiettivi di transizione energetica.

Eni è presente in Egitto dal 1954, dove opera attraverso la controllata IEOC. La società è attualmente il principale produttore del paese con una produzione azionaria di circa 360.000 barili di petrolio equivalente al giorno.

«Disegnate l’Inferno e metteteci i compagni che vorreste morti»

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Salire a cavalcioni sul cornicione della scuola cantando «guarda come dondolo» era stato solo l’ultimo gesto di una maestra dell’Istituto comprensivo Carlo Levi, nel quartiere Fidene, che per due anni ha continuato ad insegnare nonostante vari Tso (trattamenti sanitari obbligatori)

La vicenda nella seconda elementare della scuola Carlo Levi nel III municipio della città. Anche insulti a un bimbo disabile e segni massonici alla lavagna. Gli episodi confermati non solo dalla presidente del consiglio di istituto ma anche dai genitori



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