GENDER MAINSTREAMING, COS’È?

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ESPONIAMO L’AGENDA: GENDER MAINSTREAMING, COME NON TE LA SPIEGA NESSUNO

QUELLO CHE NON VOGLIONO SI DICA, COSA SI NASCONDE SOTTO IL MANTELLO DELL’UGUALIANZA DI GENERE

Per introdurre l’argomento, è utile raccontare una storiella tanto curiosa quanto istruttiva, la metafora della “Rana bollita”. La morale di questa storia è che quando un cambiamento avviene in maniera sufficientemente lenta e graduale, sfugge alla coscienza e non suscita nessuna reazione, nessuna opposizione. Vale per le rane come per le persone.

E’ necessario partire dal concetto di uguaglianza di genere per vedere in primis quando è nato e cos’è l’ideologia di genere. Per capire quale fondamentale importanza ha questo tassello per il nostro futuro ma soprattutto per quello dei bambini si deve guardare alla storia. Purtroppo la gente non si rende conto dell’importanza di questo argomento ma è necessario prendere consapevolezza che tutto ciò che si fa viene lasciato in eredità alle generazioni future, di conseguenza, che si voglia o no, si partecipa alla scrittura della storia, quindi è indispensabile realizzare scientemente quanto è complesso questo folle piano escogitato segretamente.

REALTÀ DI GENERE VS L’IDEOLOGIA DI GENERE

Qual è il conflitto tra la realtà di genere e l’ideologia di genere?

L’attuale conflitto tra ciò che chiamiamo “realtà di genere” e “ideologia di genere” è il risultato di due diverse visioni della persona umana.

  • La realtà di genere sostiene che gli esseri umani sono “sempre o per lo più” donne o uomini, femmine o maschi.
  • L’ideologia di genere ritiene che gli esseri umani si collochino lungo un continuum di 3, 5 o come appreso da poco addirittura 81 diversi gruppi di generi.

La realtà di genere affonda le sue radici filosofiche in una metafisica descrittiva, mentre l’Ideologia di genere affonda le sue radici filosofiche in una metafisica revisionista.

Inoltre la realtà di genere dipende da una concezione ilemorfica (unità composita anima/corpo, in particolare l’ilemorfismo fa riferimento alla dottrina aristotelica dell’anima) della persona umana, donna o uomo; l’Ideologia di genere conduce a un approccio decostruzionista della persona umana come insieme di qualità, attributi o parti.

COME SONO NATE LE IDEOLOGIE DI GENERE

(E’ un breve riassunto la versione completa la puoi trovare qui)

Parliamo della Reificazione neoplatonica della mascolinità e della femminilità

La Reificazione è un processo mentale per cui si converte in un oggetto concreto e materiale il contenuto di un’esperienza astratta.

Nel distinguere tra il concetto di genere e la parola “genere”, è utile ricordare che il neoplatonismo è stato storicamente associato alla trasformazione della mascolinità e della femminilità in entità cosmiche reificate come le Forme, che tendono a ridurre il significato dell’uomo o della donna individuali.

Ad esempio, il neoplatonico Nicolò Cusano nel 1400 introdusse una teoria per cui il concetto di genere come mascolinità e femminilità cosmiche restava all’interno di una “coincidenza di opposti”, con indipendenza reificata dalle distinzioni corporee di maschio e femmina.

In Perelandra, di Clive Staples Lewis, si separa il genere come realtà cosmica maschile e femminile estrapolandolo dal concetto del sesso. Nelle sue parole:

Il genere è una realtà, e una realtà più fondamentale del sesso.

Il sesso è, infatti, solo l’adattamento alla vita organica di una polarità fondamentale che divide tutti gli esseri creati.

Il maschio e la femmina delle creature organiche sono riflessi piuttosto deboli e sfocati del maschile e del femminile.

Questi approcci neoplatonici rivelano una certa tendenza a svalutare il singolo essere umano concreto, uomo o donna, a favore di una forma astratta “nuova-reale”.

Con questo non si vuole affermare che gli autori citati sarebbero stati d’accordo con l’ideologia di genere radicale che si è realizzata nel XX° e XXI° secolo.

Tuttavia, l’approccio neoplatonico alla persona umana ha finito per generare il rifiuto per l’ilemorfismo concreto aristotelico/ tomistico o l’identità fondante dell’anima e del corpo di un individuo donna o uomo.

Ed è questo rifiuto che ha portato all’ideologia di genere radicale del tempo presente.


IDEOLOGIA DEL SESSO: RIDUZIONE PROATTIVA DELL’IDENTITÀ SESSUALE AGLI ATTI SESSUALI

Questo processo ha vita grazie a Alfred Kinsey (1894-1956)

Il dottor Alfred Kinsey, entomologo, ha conseguito il suo Dottorato in Scienze presso l’Università di Harvard nel 1919, studiando le vespe galligene.

Il suo orientamento originario verso gli animali, e in particolare verso gli insetti, rispecchia il suo atteggiamento verso gli esseri umani: erano per lui solo un’altra specie animale.

Cresciuto in una famiglia metodista-riformista, Kinsey rifiutava totalmente Dio e anche l’idea che l’anima umana fosse sia forma che spirito. Successivamente, quando entrò a far parte di un corso interdisciplinare sulla sessualità e il matrimonio all’Università dell’Indiana nel 1920, studiò l’attività sessuale dell’animale umano considerandola “uno sfogo”, questa la parola che caratterizzò tutta la sua ricerca. Kinsey era bisessuale e, da giovane, si sarebbe punito per avere sentimenti omoerotici. Lui e sua moglie erano d’accordo sul fatto che entrambi potessero fare sesso con altre persone così come tra loro. Kinsey ha fatto sesso con altri uomini, incluso il suo studente Clyde Martin.

Kinsey decise di quantificare tutti gli aspetti dei rapporti sessuali di un uomo, di una donna e di un bambino, in base all’età, alle dimensioni dell’organo e alla frequenza con cui avvenivano ma senza preoccuparsi del fatto che si ripetessero con la stessa persona, in autonomia, con membri dello stesso sesso o del sesso opposto, con animali o con bambini. Nel suo sistema di classificazione ha incluso tutti coloro che hanno accettato di fornire la loro storia sessuale in un’intervista dettagliata. Qui un esempio dei suoi studi perversi:

La Tabella 34, citata nel rapporto Kinsey come “Esempi di orgasmi multipli in ragazzi prepuberi, all’età di 5 mesi” fino i “14 anni”.

I gruppi comprendevano stupratori seriali in prigione, pedofili, uomini single, prostitute e così via.

I campioni di dati di Kinsey ne risultano così ovviamente falsati e il suo lavoro è in realtà più una “pseudo-scienza” piuttosto che la pura scienza che lui affermava di realizzare.

Nel 1948 fu pubblicato il volume sul “Comportamento sessuale nell’uomo maschile con l’affermazione iniziale di essere basato su interviste a “12.000” maschi e  nel 1953 il volume sul “Comportamento sessuale nell’uomo femminile” basato su interviste a “quasi 8.000 femmine”, noto anche come Kinsey Reports , così come la scala Kinsey .

Poi Kinsey ridimensionò i suoi numeri affermando di aver “condotto scientificamente” interviste con 5.300 uomini e 5.940 donne, ma i due volumi erano ormai popolari, tant’è che la pubblicazione del primo volume divenne un best seller e promosse la teoria secondo cui maggiore è la quantità dei cosiddetti “sfoghi sessuali”, più sano è l’uomo o la donna.

Il rapporto di Kinsey sul “numero abituale” di sfoghi sessuali nei vari gruppi portò ad un ipererotismo non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo.

Ha ridefinito ciò che era stato considerato “normale” nell’attività sessuale e ha incoraggiato consulenti, psicologi e altri a promuovere la sua nuova versione della normalità. La sua pubblicazione fu applaudita e presa come riferimento da persone molto influenti dell’alta società, da VIP di Hollywood e politici marxisti estremisti.

Nel suo lavoro, Kinsey sosteneva che i bambini che venivano usati per la “gratificazione degli adulti” non venivano abusati. Sembrava credere che gli adulti che manipolano i bambini per raggiungere l’orgasmo stessero solo aiutando il bambino a trovare la sua “sessualità autentica e autonoma”, secondo la sociologa britannica Sarah Goode. Non credeva che esistessero i “molestatori sessuali” o i pedofili e, secondo quanto riferito, non credeva che i molestatori sessuali dovessero essere ritenuti penalmente responsabili.

La promozione di Kinsey della quantità di rapporti sessuali a discapito delle relazioni umane finì per diventare l’ideologia sessuale culturale.

I 4 minuti che ti cambieranno il modo di vedere i festeggiamenti del pride month, i padri dell’ideologia gender

Nel 1947 fondò l’Institute for Sex Research presso l’Indiana University ora conosciuto come Kinsey Institute for Research in Sex, Gender, and Reproduction. Per concludere su uno dei genitori del GENDER, ovvero il Sign. Kinsey aggiungiamo la notizia dell’ultimi giorni che è stata eretta una statua di bronzo in onore di Kinsey il 9 settembre 2022 che segna il 75° anniversario del KINSEY INSTITUTE a Bloomington, non c’è da stupirsi che la sinistra squilibrata  lo onori.


Il filosofo francese Michel Foucault (1926-1984) un faro dell’odierna ideologia WOKE (ideologia del risveglio), che violentava bambini di 8 anni nei cimiteri in Tunisia negli anni 60. Firmò una petizione per legalizzare il sesso con bambini di 13 anni nel 1977, riteneva che la sessualità dovesse sostituire l’identità sessuale in qualsiasi aspetto della vita umana. In Storia della sessualità ha sostenuto che:

il sesso… è un punto immaginario determinato dal dispiegamento della sessualità“.

Affermava che l’identità sessuale è solo una costruzione sociale e che i “punti di ancoraggio” del “corpo, dell’anatomia, del biologico e del funzionale” dovrebbero essere eliminati a favore della “sessualità”.

Qui si concretizza l’eliminazione dell’essere umano in sé e si realizza la sua sostituzione con un’esperienza.

Nell’approccio decostruzionista di Foucault, il fondamento metafisico dell’essere umano come sostanza composita o come unione ilemorfica di anima/corpo viene abbandonato per un esclusivo “io penso” o “io sento” di piaceri sessuali. Ridurre tutto all’identità sessuale e al piacere ha ottenuto molti consensi tra tutti gli intellettuali nel mondo.

In Storia della sessualità, sosteneva che il sesso è un’illusione, mentre allo stesso tempo sceglieva di cercare uno scopo o un’intelligibilità della propria identità nei suoi molteplici atti sessuali.


LA TEORIA DEL GENERE: FRAMMENTAZIONE PROATTIVA DELL’IDENTITÀ DI GENERE

Margaret Mead (1901-1978) conseguì il dottorato in antropologia presso la Columbia University di New York nel 1929. Ben presto rivoluzionò le metodologie utilizzate dagli antropologi per studiare le culture primitive. Mead descrisse il suo obiettivo iniziale così:

Nel 1931, il mio problema, che avevo dichiarato essere centrale per la ricerca che stavo intraprendendo, era quello di studiare i diversi modi con cui le culture modellavano il comportamento tra maschi e femmine“.

Sottolineava così chiaramente come l’identità di un uomo o di una donna derivassero da ciò che le altre persone si aspettano dai comportamenti sessualmente diversi. Mead concluse in seguito il suo progetto di ricerca affermando.

“… come i contrasti culturalmente attribuiti al comportamento maschile e femminile differenziassero la struttura caratteriale di uomini e donne, sembrava aver prodotto ben poco”.

La conclusione della Mead sul relativismo dei ruoli e delle identità sessuali porta alla riflessione sulla parola stessa “genere”, parola introdotta durante una discussione sulla poligamia quando lei stessa sottolineò la difficoltà di sganciarsi dagli schemi imposti dalla società dove si è nati e cresciuti, e affermava che era ovviamente difficile, per chi è stato allevato all’interno di una civiltà, uscire dai suoi schemi e immaginare come potrebbe essere avere 81 generi quando ne sono previsti solo 3: maschio, femmina, neutro.

E’ così che probabilmente Margaret Mead ha preparato il terreno, forse inconsapevolmente, per l’inizio di un cambio radicale dell’ideologia di genere.

Verso la fine della sua vita, in occasione di una conferenza il dottor John Money riferì che Margaret Mead lo incoraggiò a continuare il suo lavoro di rottura dei tabù sessuali legati all’incesto e alle attività adulto-bambino dicendogli che: “È qualcosa che si deve fare”.

In gioventù il Dottor John Money (1921-2006), in Nuova Zelanda, probabilmente conosceva già le ricerche antropologiche della Mead.

Recatosi negli Stati Uniti per gli studi universitari, nel 1952 conseguì un dottorato in psicologia presso l’Università di Harvard sullo studio degli ermafroditi. Poco dopo il suo completamento, fu assunto alla John’s Hopkins University Medical School per unirsi a un’équipe medica in una clinica di genere appena costituita. Nel 1955, Money pubblicò un documento che, partendo dallo studio di 131 individui intersessuali (persone che presentano, sin dalla nascita, caratteri sessuali che non rientrano nella tradizionale classificazione di maschile e femminile), giungeva alla conclusione che l’identità di genere è causata dall’ambiente nei primi due anni di vita, questo lasso di tempo definito “gender gate” o “finestra del genere” è secondo Money, il periodo in cui tutti i bambini si sviluppano come maschi o come femmine.

Questo atteggiamento di Money nei confronti della fluidità dell’identità di genere dei bambini è diventato presto un’ideologia culturale di genere.

Nel 1965 fondò all’interno dell’Università Johns Hopkins la “Clinica per l’Identità di Genere” per pazienti transessuali e ermafroditi.

Vent’anni dopo, nel 1975, Money continuò a sostenere l’eccezione degli ermafroditi come condizione per tutti i neonati.
Va ricordato che Money è stato membro, in seno all’istituto governativo National Institute of Mental Health (NIMH) della Task Force on Homosexuality: un gruppo di studio presieduto dalla psicologa Evelyn Hooker, e composto da Judd Marmor, Alfred Kinsey e dai suoi due collaboratori.

A sinistra David Reimer,rovinato da Money ed i suoi genitori. A destra la famiglia Reimer con i gemelli David e Brian.

Uno degli esperimenti più noti di Money fu quello di David Reimer fratello gemello di Brian Reimer. A soli otto mesi, David Reimer del Canada è stato scelto come partecipante inconsapevole a un esperimento. Con la benedizione dei suoi genitori, Reimer, nato maschio biologico, ha subito una controversa circoncisione tramite cauterizzazione. L’intervento è fallito. Il dottor John Money, che ha supervisionato l’esperimento per testare la sua convinzione che il genere sia appreso, ha convinto i genitori di Reimer a crescerlo come una ragazza. Nel corso degli anni, Reimer è stato curato dal dottor Money, che lo ha sottoposto a trattamenti ormonali.

Reimer divenne una celebrità minore negli anni ’70. Conosciuto come il “caso John/Joan”, Reimer, che è stata cresciuta come una ragazza per la maggior parte della sua vita, è stato considerato un fulgido esempio di fluidità di genere e capacità dell’umanità di cambiare i ruoli sessuali a piacimento. Sfortunatamente, l’esperimento del dottor Money ha segnato Reimer fisicamente e psicologicamente per il resto della sua breve vita. Secondo le successive confessioni, Reimer affermò di non essersi mai identificato come una ragazza ed era stato costretto a comportarsi da donna contro la sua volontà. All’età di trentotto anni, Reimer si suicidò

Intraprese molti
esperimenti su bambini piccoli, li rovinó e non fu mai giustiziato, anzi ha ricevuto nel 2002 la medaglia Magnus Hirschfeld dalla Società tedesca per la ricerca sulla sessualità socio-scientifica.


DALLA TEORIA DEL GENERE AL GENDER MAINSTREAMING

Il concetto gender mainstreaming è un approccio strategico alla politica di genere che tramite la neolingua viene inserito in tutti i contesti per far insorgere sensi di colpa alle persone in disaccordo portandole ad accettare il novo percorso dettato dall’alto; George Orwell insegna. In contrasto con le strategie storiche e implicite, la politica di genere viene rivelata e resa esplicita. Ma ora non ci si rivolge solo alle donne – come si faceva con la politica delle donne – ma a tutti i generi, anche agli uomini e ai generi non binari. Il concetto di mainstreaming di genere fu proposto per la prima volta nel 1985, in occasione della terza Conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Nairobi, in Kenya. Adottati gli obiettivi stabiliti dal Piano d’Azione Mondiale ne valutava a fine decennio i progressi e i fallimenti considerata la Risoluzione 3520 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 15 dicembre 1975.

L’idea è stata approfondita nella comunità di sviluppo delle Nazioni Unite ed è stata formalmente presentata nel 1995, alla quarta Conferenza mondiale sulle donne di Pechino.
Con il trattato di Amsterdam del 1997/1999, il gender mainstreaming è diventato un obiettivo dichiarato dell’Unione Europea

DEFINIZIONE

Esistono diverse angolazioni per definire il mainstreaming di genere:

Prospettiva istituzionale: i modi in cui le organizzazioni specifiche adottano e implementano le politiche di mainstreaming. Ciò comporterà spesso un’analisi di come la politica nazionale si interseca con le norme e le pratiche internazionali.

Prospettiva discorsiva: interroga i modi in cui il mainstreaming riproduce le relazioni di potere attraverso il linguaggio e la definizione dei problemi. Questo approccio comporterà spesso l’esame di documenti, risoluzioni e accordi di pace per vedere come si riproducono le narrazioni di genere in un contesto politico.

Queste due interpretazioni non sono necessariamente in competizione e possono essere viste come complementari. Il modo in cui vengono utilizzati genera diverse e possibili ideologie. Un esempio calzante è il femminismo liberale, fortemente spinto dal mainstreaming che pretende riforme politiche e legali affinché venga raggiunta l’uguaglianza di genere tra uomo e donna partendo dai diritti civili fino ad arrivare all’occupazioni di posizioni strategiche e di potere (approccio binario). Anche il femminismo post strutturalista è un pensiero del mainstreaming, questa branca del femminismo sostiene che non esiste una sola categoria universale di “donna” e di “uomo” e cerca di evidenziare la diversità insita nelle politiche socioeconomiche, nella cultura e nelle ramificazioni della società.


Come tutte le ideologie, il femminismo è nato dalla necessità di risolvere il problema reale, della disuguaglianza sociale delle donne, ma è stato poi portato all’estremo. Si è partiti dal garantire la necessaria uguaglianza davanti alla legge e garantendo pari opportunità e sicurezza alle donne e, una volta raggiunta l’uguaglianza in tutte le sfere della vita e delle attività sociali nei paesi sviluppati, il femminismo ha cominciato a trasformarsi in un’ideologia di violenza e illegalità, perseguendo un ideale sociale assurdo e biologicamente irraggiungibile.

Il femminismo è quindi usato come strumento per attuare la più antica e collaudata strategia di potere, il “Divide et impera”, per avere uno spunto di riflessione in merito si consiglia la lettura de Le questioni che dividono: costruire un movimento femminista diversificato.

A sostegno di tutto questo c’è una delle 206 ONG di proprietà del “filantropo” George Soros, un accanito utilizzatore della tecnica del Framing, con la quale giustifica la sua filantropia, la sua ipotetica storia di vittima, e impietosisce le persone raccogliendone il consenso e la fiducia.

Per dare gli strumenti adatti per capire chi è, cosa gestisce e dove investe G. Soros si consigliano questi link: Fondazioni, think tank e organizzazioni, Open Society Foundations del miliardario di sinistra è uno dei gruppi dietro il movimento “defund the police” che si sta svolgendo in tutta l’America.

Per far capire quanto potere ha questa persona basta fare una ricerca veloce sul sito della Open Society digitando la parola GENDER, si ottengono 4.855 risultati.

Questo è un ottimo punto di partenza per fare ricerche e capire il ruolo di George Soros nel Word Economic Forum fondato da Klaus Schwab, ancor oggi presidente esecutivo, a cui prende parte anche l’ONU.

E’ chiaro che anche la più valida delle cause viene sfruttata per secondi fini quindi ora si può analizzare in modo più concreto il gender mainstreaming.


GENDER MAINSTREAMING, UNA FINESTRA DI OVERTON?

La maggior parte delle definizioni del gender mainstreaming sono conformi al concetto fornito dal Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite e definito formalmente:

«Il Mainstreaming, in una prospettiva di genere, è il processo di valutazione delle implicazioni per uomini e donne di ogni azione pianificata, compresa la legislazione, le politiche o programmi, in tutti i settori e a tutti i livelli. Si tratta di una strategia che a partire della progettazione, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche e dei programmi in tutti gli ambiti politici, economici e sociali fa in modo che le donne e gli uomini possano beneficiare in ugual misura dell’uguaglianza e che la disuguaglianza non si perpetui. L’obiettivo finale è quello di raggiungere la parità tra i sessi.»

La lotta a difesa degli omosessuali ha una base reale poiché per lungo tempo sono stati perseguitati e privati ​​di alcuni diritti. Tuttavia, la debolezza di qualche essere umano che tende a discriminare viene utilizzata come fosse una “piaga sociale” per costruirci tutti i FRAME che si ritiene giusti per le Agende manipolatorie a livello Sociale Globale tra le quali questa.


STRATEGIA PER LA PARITÀ DI GENERE DELL’EUROPA

Integrazione della parità di genere.Quadro concettuale, metodologia e presentazione di buone pratiche
Traguardi raggiunti in materia di parità di genere (
europa.eu)

“Nonostante permangano disuguaglianze, negli ultimi decenni l'UE ha compiuto notevoli progressi in materia di parità di genere. Questo è dovuto a: norme sulla parità di trattamento l'integrazione della dimensione di genere in tutte le altre politiche (gender mainstreaming) misure specifiche a favore delle donne.Tra le tendenze incoraggianti sono stati constatati un maggior numero di donne nel mercato del lavoro e progressi nell'acquisizione di una migliore istruzione e formazione.Persistonotuttavia le disparità di genere, e nel mercato del lavoro le donne continuano a essere sovrarappresentate nei settori peggio retribuiti e sottorappresentate nelle posizioni apicali.”

Strategia per la parità di genere 2020-2025(europa.eu)

“La strategia dell'UE per la parità di genere tiene fede all'impegno della Commissione von der Leyen per un'Unione dell'uguaglianza. La strategia presenta gli obiettivi strategici e le azioni volte a compiere progressi significativi entro il 2025 verso un'Europa garante della parità di genere. La meta è un'Unione in cui le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi, in tutta la loro diversità, siano liberi di perseguire le loro scelte di vita, abbiano pari opportunità di realizzarsi e possano, in ugual misura, partecipare e guidare la nostra società europea. Gli obiettivi principali sono porre fine alla violenza di genere, combattere gli stereotipi sessisti, colmare il divario di genere nel mercato del lavoro, raggiungere la parità nella partecipazione ai diversi settori economici, affrontare il problema del divario retributivo e pensionistico, colmare il divario e conseguire l'equilibrio di genere nel processo decisionale e nella politica. La strategia persegue il duplice approccio dell'integrazione della dimensione di genere combinata con azioni mirate, la cui attuazione si basa sul principio trasversale dell'intersezionalità. Seppur incentrata su azioni condotte all'interno dell'UE, la strategia è coerente con la politica estera dell'UE in materia di pari opportunità e di emancipazione femminile.”

Ancora qualche indizio per comprendere in pieno questa Agenda GENDER E LA DISCRIMINAZIONE DI GENERE.


Le questioni LGBTQ dovrebbero essere divise in due parti: la questione dell’omosessualità differisce in modo significativo dalla questione transgender. La prima ha ragione d’essere visto il lungo periodo di discriminazione subita anche se ad oggi tale lotta, in Europa e negli Stati Uniti, ha portato alla discriminazione contro altre categorie di persone e va contro le leggi della natura.

L’ideologia moderna degli attivisti per i diritti degli omosessuali afferma che l’omosessualità è una norma. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha escluso l’omosessualità dalla Classificazione internazionale delle malattie mentali nel 1990. In altre parole, l’attrazione sessuale per un partner dello stesso sesso non è una malattia mentale (a differenza dell’attrazione per i cadaveri o dell’esibizionismo).  Ma questo non può tramutarla in una norma biologica. 


GENDER MAINSTREAMING VS BIOLOGIA

In biologia e medicina, una norma (ad esempio, per un organo o un organismo) è generalmente definita in base allo svolgimento della sua funzione naturale, “come ciò che funziona secondo il suo progetto”.

Ma oltre al biologico, ci sono almeno altri due approcci alla normalità: statistico (normale è ciò che fa la maggior parte delle persone) e valore (normale è ciò che è considerato normale in una determinata società). 

Questi non possono essere utilizzati in biologia o in medicina: è impossibile trattare una persona sulla base di statistiche o valori perché possono cambiare, ma le funzioni degli organi in questa particolare specie rimangono invariate (non vengono presi cambiamenti evolutivi estremamente lenti in considerazione). Il riconoscimento dell’omosessualità come norma sostituisce sostanzialmente la normalità biologica con la normalità dei valori.

Inutile dire che il perseguimento legale degli omosessuali per il solo fatto essere omosessuale è inaccettabile, poiché non violano i diritti di nessuno. Resta che la società ha il diritto di limitare la diffusione di pratiche che possono avere conseguenze negative per i suoi membri, e può anche limitare la propaganda dell’omosessualità, rifiutarsi di riconoscere le famiglie omosessuali e privare gli omosessuali del diritto di adottare bambini se la società crede che ciò distrugga la famiglia tradizionale, e crei problemi demografici e morali.

La promozione dell’omosessualità e i tentativi delle femministe di far assumere alle donne ruoli sociali che esse stesse non accettano sono una tipica intrusione nelle leggi della natura. I tentativi di modificare queste leggi hanno sempre prodotto conseguenze disastrose.

Stiamo assistendo alla più grande frode criminale del 21° secolo: l’idea che il cambio di sesso sia una pratica normale. E’un vero e proprio inganno ideologico, perché ogni biologo sa che la differenza tra i sessi non è fenotipica e nemmeno ormonale, ma determinata a livello cromosomico (XX, XY). 

Pertanto, nessun intervento chirurgico per il cambiamento del corpo o anche terapia ormonale può trasformare una donna in un uomo a tutti gli effetti e viceversa. Naturalmente, ci sono casi speciali in cui le persone nascono con cromosomi sessuali, gonadi o genitali insoliti, ma secondo le statistiche, questi rappresentano meno dell’1% del totale. In casi eccezionali, quando sorgono problemi psicologici (cosa che non sempre accade), può essere possibile un intervento medico.

L’attuale progresso della teoria transgender non ha nulla a che fare con considerazioni mediche. Diffonde invece teorie antiscientifiche per le quali l’identità di genere può essere diversa da quella biologica. Tale affermazione deriva dal freudianesimo. Sigmund Freud, infatti, avanzò l’idea di una fase pregenitale nello sviluppo del bambino, durante la quale il bambino sarebbe bisessuale e, non distinguendo tra i sessi, trarrebbe soddisfazione libidica dalle zone orale e anale. Come esattamente un bambino possa trarre soddisfazione sessuale e da cosa lo deduca l’eccezionale psicologo non è dato saperlo, ma questa “scoperta” freudiana ha guadagnato grande popolarità. Nella fase della crescita la bisessualità diverrebbe “repressa” (spostata) e sorgerebbe l’eterosessualità, da qui il complesso di Edipo ed altri problemi psicologici

Negli anni ’60, lo psicoanalista americano Robert Stoller elaborò una nuova teoria: i problemi mentali si sviluppano in un bambino perché ogni persona ha un’identità di genere nel subconscio che potrebbe non coincidere con il suo sesso biologico.

Problemi che dovrebbero essere affrontati non allineando la percezione che una persona ha del proprio sesso con la realtà biologica, ma cambiando il sesso biologico. 

Quindi, mentre gli insegnamenti di Freud possono essere definiti anticulturali e anti-civiltà (qualsiasi cultura implica divieti), la teoria di Stoller è anti-biologica, poiché invita a rendere la realtà biologica conforme alla visione dell’ideale di una persona più o meno come intendevano fare i sostenitori dell’eugenetica, popolare nella Germania nazista.

Questa teoria è ora diventata prevalente anche nell’OMS. 

Migliaia di persone si sottopongono a interventi chirurgici di riassegnazione del sesso sulla base di questa teoria. Se successivamente sorgono problemi psicologici più seri, nella maggior parte dei casi è quasi impossibile ripristinare lo stato precedente. 

Per giustificare questa follia ideologica è stata creata una nuova terminologia, ad esempio il sesso biologico è oggi chiamato “assegnato” per sottolineare che non esiste oggettivamente, ma è imposto da medici, autorità o genitori, forse contrariamente alla vera “identità di genere”.

Vengono inventati sessi inesistenti come non binario, intersessuale, genderqueer, gender-expansive, agender e gender-void. In alcuni casi, possono essercene fino a 81. 

Genitori, medici e psicologi dovrebbero astenersi dall’imporre “stereotipi” ai bambini, invece si spinge a prestare molta attenzione, fin dalla tenera età (uno o due anni), ai giocattoli preferiti dal bambino e a con quali vestiti si sente più a suo agio. Se si scopre che a una ragazza piace giocare con le macchine o indossare i pantaloni piuttosto che una gonna, le viene diagnosticata la “disforia di genere”, ovvero l’angoscia causata da una discrepanza tra la sua “identità di genere” e il “genere assegnato” e viene considerata una potenziale transgender La maggior parte della disforia di genere è stabilita dall’età di 7 anni, risultati di studio.

Ad oggi quindi viene consigliato ai genitori di permettere al loro bambino di provare il ruolo di genere diverso cambiando l’acconciatura, i vestiti, il nome e la forma dell’indirizzo personale. Nel vocabolario della nuova ideologia, questa si chiama “transizione sociale” (a differenza di quella medica). Se il bambino si sentirà a suo agio verranno presi provvedimenti verso un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso. Chiaramente, un bambino può facilmente considerare tutto questo come un gioco divertente.

Alcuni medici esprimono preoccupazione: “I bambini non conoscono abbastanza se stessi per consentire loro di prendere decisioni scorrette e irreversibili; non sono abbastanza sviluppati per far fronte a questo”. 

Oggigiorno più bambini hanno dubbi sul proprio sesso perché è argomento popolare, se ne parla più spesso sulla stampa e sui social network. Vanno protetti perché vulnerabili, lasciati crescere sereni facendo in modo che diventino adulti consapevoli in grado di fare le loro scelte.

Tuttavia, alcuni medici-ideologi stanno combattendo tali preoccupazioni naturali affermando che dovrebbe esserci un’età minima per la transizione di genere intanto la filosofia in argomento diventa parte dei programmi di educazione sessuale a scuola.

Studi seri indicano che la propaganda del transgenderismo comporta un aumento sospettosamente esponenziale del numero di adolescenti con diagnosi di “disforia di genere” e che cercano di cambiare genere (soprattutto ragazze); per avere un’idea del fenomeno è interessante questa lettura “adolescenti transgender e sulle epidemie psichiche, prospettive psicologiche.” 

Perché sono coinvolte di più le ragazze? 

Si può spiegare considerando la teoria secondo cui il genere è un costrutto sociale e non è determinato da fattori biologici.

Il sito web dell’OMS afferma che:

“il genere si riferisce alle caratteristiche di donne, uomini, ragazze e ragazzi che sono socialmente costruiti… Il genere è gerarchico e produce disuguaglianze che si intersecano con altre disuguaglianze sociali ed economiche…”

In conclusione se sono le donne ad essere discriminate, e il genere è solo un costrutto sociale, molte più persone non vorranno più essere donne e vorranno cambiare la propria identità, e di conseguenza il sesso biologico Senza ignorare il giro di affari che deriva da questi interventi chirurgici.

Nella maggior parte dei paesi, il cambio di sesso è raccomandato a partire dai diciotto anni, ma in alcuni può essere fatto prima e gli attivisti in alleanza con i medici complici stanno spingendo per abbassare il limite di età. Quando si tratta di adottare un approccio progressivo alla riforma del riconoscimento di genere, Argentina e Danimarca sono in cima alla lista: la Danimarca è l’unico paese europeo che non richiede alcuna diagnosi psichiatrica o alcun certificato medico, secondo Transgender Europe

Allo stesso tempo però nel mondo c’è un numero crescente di persone che sta cercando di tornare al sesso originale, come si può leggere nel NEWS MEDICAL: Centinaia di persone trans si pentono di aver cambiato genere

Il transgenderismo non è solo una filosofia di affermazione delle persone trans, ma una copertura ideologica per pratiche criminali. 

Migliaia di bambini e adolescenti in diversi paesi subiscono lesioni psicologiche e mutilazioni. Di conseguenza, i diritti fondamentali delle persone a vivere nel modo in cui sono state create dalla natura vengono violati usando la falsa garanzia di libertà di scelta sul genere

QUESTO É L’OBIETTIVO: Fin da piccoli, distruggere l’identità, la fiducia, creare confusione creando dubbi sulla propria identità, e viene perseguito

  • dividendo
  • fatturando con i medicamenti
  • incassando per la transizione medica
  • guadagnando per tornare all’origine
  • spingendo il business per la maternità surrogata


E’ fondamentale saper che sotto il mantello di questa agenda si nasconde un fine subdolo: L’ipersessualizzazione dei bambini e la normalizzazione della pedofilia che muove a sua volta cifre inimmaginabili.


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LA RANA BOLLITA


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