LA SCHIAVITU’ DEL TERZO MILLENNIO: LA MATERNITA’ SURROGATA

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E’ argomento di polemiche, controversie e scontro: la maternità surrogata, anche chiamata “utero in affitto”.

Il dibattito verte principalmente su due aspetti:

  • Il diritto di tutti a costituire una famiglia ed è giuridicamente protetto dall’art.29 della Costituzione
  • L’autodeterminazione della donna.

Il primo punto è una forzatura del chiaro e semplice concetto che l’art. 29 della Costituzione esprime: “1. La Repubblica riconosce i diritti alla famiglia come società naturale fondata sul matrimonio [ c.c. 79 ss. ]. 2. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi [ 3 ], con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare [ c.c. 143-158 ]”.

Si parla di società “naturale”, di “coniugi” e di unità familiare.

Il testo è stato scritto quando l’idea delle famiglie arcobaleno non era nemmeno un embrione di un’idea. Quando la fecondazione in vitro non era una pratica medica comune.

I padri costituenti, che piaccia o no, si riferiscono alla famiglia “tradizionale”, l’unica prevista da madre natura, quella che per procreare necessita di un uomo e di una donna.

Sul secondo punto e quindi sulla gestazione per altri invocare l’autodeterminazione della donna, gestante o madre sociale, è del tutto inappropriato perché non si può parlare di “diritto” bensì di responsabilità “non relazionale”.

Un business da centinaia di migliaia di dollari

Ma il nocciolo della questione è che la maternità surrogata non è la soluzione per esaudire un desiderio irrealizzabile ma un business da centinaia di migliaia di dollari annui a spese di donne che diventano vere e proprie schiave, trascinando in questo inferno anche le proprie famiglie.

I numeri sono allarmanti, si contano 35 MILIONI di schiave nel mondo, senza contare le “invisibili”.

Le donne vengono scelte come i cani dal pedigree esclusivo, i bambini sono ormai su cataloghi dove si possono scegliere incarnato e colore degli occhi, come un prodotto commerciale qualsiasi.

Ogni paese ha il suo budget, si parte dall’India con prezzi modici (circa 22 mila euro), passando per l’Ucraina (meno di 50 mila euro) fino ad arrivare negli USA (140mila euro).

Al di là delle convinzioni religiose, dell’interpretazione del concetto di giustizia e del concetto che le si vuol attribuire, al senso di correttezza che si vuol attribuire alle norme vigenti occorre fermarsi e porsi delle domande.

Che conseguenze comporta la gravidanza per terzi?

La prima su tutte è: che conseguenze comporta la gravidanza per terzi?

Le donne che vengono usate come incubatrici umane sono nella quasi totalità dei casi persone in difficoltà, senza altre alternative, spesso sottoposte a taglio cesareo e quindi a rischi per la salute, se non addirittura per la propria vita, per una manciata di denari.

Cosa non è chiaro per poter vedere con assoluta certezza, senza alcuna ombra di dubbio che la maternità surrogata è un business a tutti gli effetti con tanto di marketing, investimenti e delocalizzazioni?

Domanda – offerta – merce – prezzo

Costruito e caratterizzato da 4 fondamentali di qualsiasi altro mercato: domanda – offerta – merce – prezzo di vendita.

Se poi si vuole fare un passo in più basterebbe realizzare che la disperazione di queste donne, che le spinge a mettersi a rischio di gravi conseguenze fisiche le sottopone anche ad un enorme stress psicologico.

“Non hai alcun diritto sul bambino e non appena lo partorirai dovrai consegnarlo ai genitori che lo hanno commissionato”

Questa frase è quella che le madri surrogate si sentono dire prima di ricevere qualsiasi altra informazione.

Non è possibile non avvertirne la violenza, non se si è mossi davvero da un onesto desiderio di genitorialità.

“Utero in affitto”: già soltanto la definizione stride con un principio di “normalità”.

Come si fa ad affittare un organo, di un essere vivente?

Quale essere puó pensare che qualcuno presti, dietro compenso, volontariamente una parte di sé, per crescere una vita e poi staccarsene come nulla fosse?

Come si può chiedere uno sforzo morale, psicologico e fisico di questa entità?

Ma se anche non si avesse l’empatia necessaria per sentire quanto dolore queste donne sono costrette a provare c’è una cosa a cui tutti dovrebbero pensare, quantomeno per un senso di giustizia, concetto a cui tanto si aggrappano coloro che difendono questa pratica ad ogni costo.

Maternità surrogata e traffico di neonati: quanto spesso sono due facce della stessa medaglia?

In ogni business redditizio che si rispetti c’è l’interessamento delle organizzazioni criminali.

A lanciare l’allarme è la NATU: il rischio di traffico di esseri umani e soprattutto di neonati è elevatissimo

Le donne spesso vengono prese da condizioni di povertà estrema, spesso stuprate, imprigionate.

I bambini venduti.

Quindi, al di là di ideologie e moralità, guardando i fatti siamo ancora così sicuri che il desiderio di genitorialità di alcuni valga la pena di quanto appena descritto?

Si può affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’utero in affitto è un diritto?

Un diritto è qualcosa che spetta intrinsecamente a una persona, non può essere tolto e si applica universalmente.

Siamo sicuri che non si stia chiamando “diritto” ciò che invece è un privilegio? Perché il secondo si applica a un gruppo specifico e può essere revocato.

Si consiglia la visione del video, è la realtà indiana ma è facilmente riportata per ogni paese che ha legalizzato la pratica dell’utero in affitto.

È evidente, da come vengono definite e trattate queste donne, che la maternità surrogata sta dando vita ad una nuova forma di schiavitù, cucita perfettamente per vestire i tempi moderni.

Dai racconti di queste donne, dall’organizzazione che le imbriglia e da ciò che medici e clienti fanno è evidente che si tratta di un vero e proprio business.

Donne che portano in grembo il figlio di qualcun altro, che si allontanano dalla famiglia e dalla loro vita sociale raccontando di essere altrove per motivi di lavoro, scelte in base a caratteristiche fisiche e sociali.

Donne che non sono più considerate esseri umani, mercificate, considerate meri contenitori sacrificabili per realizzare la volontà di chi può permettersi di comprare la loro miseria.

Il padre surrogato

Eclatante il padre surrogato, imprenditore in viaggio in India per creare una collaborazione con la clinica del documentario, ha l’idea giusta del manager: negli Stati Uniti il prezzo è troppo alto, instaurare un rapporto di scambio con chi può offrire lo stesso servizio a prezzi contenuti è sicuramente una scelta vincente e remunerativa.

L’uomo propone di trasferire gli embrioni che la sua impresa produce e congela in India dove vengono messi a disposizione una serie di uteri, per avere la certezza di avere successo capita che vengano impiantati gli embrioni in almeno due surrogate. Nel caso capitasse di una gravidanza multipla il cliente può scegliere di tenere tutti i bambini “prodotti” o procedere con un aborto selettivo.

Il viaggio al contrario lo faranno poi i neonati.

La clinica ha decine di migliaia di embrioni, alcuni sono lì da decenni ma non possono esser più usati e nemmeno distrutti.

Vengono fertilizzati centinaia di ovuli al giorno, scelti in base al “gusto” dell’operatore che gioca a fare Dio.

La pratica non recluta solo le madri surrogate ma anche le donne per la donazione degli ovuli.

Donne che vengono bombardate di ormoni per una manciata di dollari affinché producano un maggior numero di ovuli, più grossi.

Pronti ad ovviare all’illegalità nei Paesi che vietano la maternità surrogata esistono centinaia di banche di ovuli che si propongono con veri e propri cataloghi per scegliere la donna “adatta”. Non ci sono limiti, l’offerta è per tutti, single, omosessuali, nessun limite di età.

Sono in grado di soddisfare ogni richiesta perché non c’è nessuna etica.

“Quando verrà il momento di consegnare il bambino farò finta di essere felice, non sapranno mai quanto mi costa separarmi da lui” – 5.400$

Quali sono i confini dell’egoismo?

Infine con una visione più amplia poniamoci una domanda, oltre ad osservare il corso dell’evoluzione nella natura. Quali sono i confini tra appagare il proprio ego ed il rispetto degli equilibri etici? Se si presuppone ovviamente di averne. La procreazione naturale è supportata da diversi fattori intrinsechi che vedono come scintilla della vita la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo: dopo una lotta di sopravvivenza ed un percorso estenuante, avrà un “tét a tét” con l’ovulo. Nella fecondazione in VITRO questo processo è bypassato dalla VIOLENZA dell’essere umano che con un ago introduce nell’ovulo lo spermatozoo. Ora…a questo bimbo che nascerà qualcuno ha chiesto se vuole essere FIGLO di genitori che lo hanno fatto creare con VIOLENZA? Che prospettive avrà? Quale sarà il suo equilibrio eterico ed emotivo? Certo L’egoismo di due adulti è cieco di fronte a tali domande.

E per finire, forse non tutti sanno quali sono i rischi che si possono riscontrare sulla salute fisica e mente dei nascituri.

(Per chi desiderasse lasciare un commento lo puó fare entrando nella nostra chat e seguendo questo link entrerete direttamente nel vivo della discussione, siete i benvenuti)


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