Poter creare una famiglia è una cosa che molte persone danno per scontata. Ma per altri è un sogno che non possono realizzare senza un aiuto e, in un numero crescente di casi, questo aiuto è la maternità surrogata.
Se una coppia non può avere un bambino perché ha problemi di fertilità, la maternità surrogata può essere l’unica opzione, se altre vie come la fecondazione in vitro sono fallite o non sono possibili.
IL MERCATO DEI BAMBINI È LA DERIVA DELL’UMANITA’
Qualche tempo fa la notizia che ha invaso tutti i social del “pantone colori” per scegliere la tonalità del colore della pelle del bimbo che si vuole mettere in cantiere con la pratica della maternità surrogata.
Questa volta è un’agenzia californiana a proporre la realizzazione del “sogno” della genitorialità al di là di ogni regola della natura, soddisfacendo tutti i capricci dei richiedenti.
E che costi…
L’utero in affitto è un business che muove centinaia di milioni.
L’Ucraina è il mercato per eccellenza, la fabbrica europea più efficiente in assoluto , tant’è che produce migliaia di bambini all’anno, o almeno è stato così finché non è iniziata la guerra che ha decisamente destabilizzato la piazza.
Un vero e proprio mercato con tanto di cifre per indicare prezzi, tempi e modalità, e sconti tant’è che a novembre 2021 l’industria dell’utero in affitto ha proposto il “black-Friday” promuovendo pacchetti “soggiorno/prenotazione bambino”.
Nemmeno Amazon arriverebbe a tanto!
È ormai inconfutabile, a meno che non si voglia negare l’evidenza a tutti i costi, che la prassi della gravidanza su commissione è una vera e propria operazione economico-finanziaria ed in quanto tale ha 4 caratteristiche: domanda – offerta – merce – prezzo di scambio.
Ma in questo caso la merce sono i bambini.
La Biotexcom a febbraio dell’anno scorso ha dovuto pubblicare un video per dimostrare che il “prodotto” in partenza era al sicuro per rassicurare gli acquirenti, di certo non ha aiutato la notizia che annunciava il Presidente Putin avrebbe liberato le donne ucraine schiavizzate dai capricci delle coppie gay occidentali.
Si aggiunga che l’organizzazione del business, come tutte le grandi operazioni economico-finanziarie, si è strutturata nel tempo; la Canadian Medical Care per esempio, ha implementato una rete pianificata che si occupa di ogni sfaccettatura e di ogni possibile imprevisto: tentativi illimitati, spese legale, prezzi contenuti, ecc, ma ha pensato anche ramificare i suoi contatti e quindi i profitti partendo dal Canada per arrivare fino in Italia.
Insomma, una vera e propria società per azioni con il solo scopo dei profitti, che poi sia a discapito di donne in difficoltà e di anime innocenti poco importa.
Quindi, perché dovrebbe lasciare perplessi ciò che sta accadendo se si aggiunge che, prima a Parigi e poi a Milano, è stata realizzata la mostra-mercato della vita umana “Désire enfant”, dove i partecipanti erano le aziende specializzate in affitto di grembi materni e compravendita di embrioni, nulla di diverso da oggettistica o abbigliamento.
E non dovrebbe nemmeno lasciare stupiti che una coppia che ha speso dei soldi per avere un figlio con questi presupposti arrivi, ad un certo punto, a pensare che quel figlio non lo vuole più come hanno fatto i “genitori” italiani che hanno abbandonato la tanto adorata e desiderata bambina alla tata a Kiev che dopo un anno, quando lo stipendio non è più arrivato, si è rivolta al consolato italiano che, accertata la volontà dei due di non voler più prendere la piccola, l’ha portata in Italia e l’ha affidata ad una famiglia vera.
Forse non avrebbero avuto la stessa leggerezza con il cagnolino preso in canile.
Quindi perché sorprenderci se la Gestlife, società spagnola, propone un’assicurazione esclusiva ai suoi clienti: «garanzia di riavvio del programma in caso di decesso del bambino». Se il bimbo ordinato dovesse morire entro il settimo mese e fino al ventesimo dopo la 36esima settimana la società farà ripartire il progetto senza alcun costo.
In Italia la pratica è illegale eppure ultimamente se ne sente parlare sempre di più.
Negli ultimi mesi i bambini sono oggetto di grandi polemiche, da quelle su “genitore 1 e 2” a quelle circa la registrazione dei bimbi nati con l’utero in affitto all’estero e poi portati qui dalle coppie omosessuali. Il sindaco di Milano è stato fermato dalla Procura e lui, di tutta risposta, ha chiesto all’Europa di intervenire affinché costringa il parlamento italiano a decidere in materia.
Ma l’attuale ministro per la Famiglia Eugenia Roccella ha chiaramente affermato che non esiste nessun vuoto normativo, non c’è nulla su cui legiferare: in Italia la pratica è vietata, verrà perseguito chiunque ricorrerà alla maternità surrogata anche all’estero e per quanto riguarda le registrazioni afferma che la Cassazione dà tutte le indicazioni necessarie per l’adozione speciale alla quale il padre biologico può fare riferimento.
Se si arriva a realizzare i passi fatti dalla narrativa negli ultimi 3 anni non si può non capire che aver raggiunto il punto in cui i bambini si possono scegliere per colore della pelle, degli occhi e dei capelli come gli optional dell’auto quando si va al concessionario, è la naturale evoluzione delle cose.
Ma non basta fermarsi a questa consapevolezza, è necessario il passo successivo e chiedersi perché.
Per arrivare alla motivazione reale però bisogna guardare come questa nuova “necessità” è diventata così prepotente, urgente.
Semplice, la modalità è sempre la stessa: si inizia a parlare di qualcosa che è inaccettabile con toni persuasivi, la conversazione si sposta piano piano, lentamente, lungo step preconfezionati che servono a far diventare l’inconcepibile ammissibile usando prospettive per le quali il cambiamento che si propone è per il bene della comunità, di tutti. È a quel punto che si punta alle emozioni delle persone, di solito con i due concetti più inflazionati degli ultimi anni: il diritto all’uguaglianza e l’inclusione.
Et voilà la finestra di Overton è spalancata!
E’ già svelato il prossimo punto di arrivo: la donazione gestionale di tutto il corpo.
Secondo questa nuova “tecnica”, persone che donato tutto il loro corpo diverrebbero delle incubatrici umani dopo la morte.
Ma qual è lo scopo finale? Perché questa lunga scalinata? Verso cosa?
Perché si spinge l’aborto ad ogni costo, senza alcun limite da una parte e dall’altra si tenta di creare vita in ogni modo tranne che nell’unico previsto da madre natura?
L’utero in affitto non è solo un modo per soddisfare l’ego di persone superficiali, insieme a alla maternità surrogata si stanno sviluppando tutta una serie di pratiche che portano alla creazione di esseri umani artificialmente, basti pensare alla fecondazione in vitro, all’utero artificiale all’ectogenesi.
Tutto riassumibile in una sola parola: TRANSUMANESIMO
Qui di seguito i pro e i contro che si possono evidenziare dalla maternità surrogata in modo del tutto neutrale.
Introduzione rapida: i tipi di maternità surrogata
Le informazioni che troverete in questo paragrafo hanno lo scopo di mettervi nella condizione di farvi la vostra personale idea a tale riguardo.
Esistono diversi tipi di maternità surrogata, alcuni si riferiscono alle circostanze genetiche mentre altri ai tipi di accordi tra le parti (è evidente che qui l’obiettivo è il denaro).
Due i tipi di maternità surrogata:
- Maternità surrogata genetica o maternità surrogata parziale: questo è il tipo più comune di maternità surrogata. Qui l’ovulo della madre surrogata viene fecondato dallo sperma dell’uomo che può essere il padre o un donatore. In questo modo la madre surrogata è la madre biologica del bambino che porta in grembo.
- Maternità surrogata totale o completa: si ha quando la madre surrogata non cede i suoi ovuli ma si limita a portare avanti la gravidanza dopo che le viene impiantato nell’utero un embrione generato in vitro, che può essere imparentato geneticamente con i genitori committenti o provenire da una donatrice.
Due i “caratteri” noti della maternità surrogata:
- Maternità surrogata altruistica: la madre surrogata non viene pagata per il suo “servizio”. Ella “offre il suo grembo” come atto di “altruismo”. Spesso esiste un legame tra la madre surrogata e la coppia in attesa. In genere la madre surrogata è un’amica o una parente.
- Maternità surrogata commerciale: la madre surrogata riceve un compenso per portare in grembo il bambino. Spesso c’è una parte mediatrice (un’agenzia di maternità surrogata che si occupa di tutti gli accordi pratici per la coppia committente: trovare una madre surrogata adatta e sbrigare le pratiche burocratiche, ecc).
Come si svolge la procedura?
Affinché una madre surrogata possa partorire e dare alla luce un bambino, occorre la fecondazione in vitro (IVF) . Un processo complesso con diverse fasi.
In primo luogo, la madre biologica, di cui si utilizza il materiale genetico, viene sottoposta a stimolazione di super-Ovulazione per ottenere una risposta ovarica multifattoriale: in questo caso, non cresce un solo follicolo come di consueto, ma molti. A questo scopo vengono utilizzate speciali gonadotropine. Si tratta essenzialmente degli stessi ormoni normalmente prodotti da ogni donna su base mensile, ma somministrati in una concentrazione maggiore.
Per ottenere le cellule germinali femminili si esegue il prelievo del follicolo in regime ambulatoriale.
La fase successiva – la coltivazione dell’embrione – si svolge in laboratorio. Le cellule ottenute vengono fecondate mediante FIV o ICSI e l’embrione viene osservato per vedere come si sviluppa. Se tutto va bene, l’embrione più vitale, o di qualità, viene trasferito nell’utero della madre surrogata.
La fase finale è il supporto post-trasferimento, durante il quale la gravidanza viene monitorata. In media ci vogliono 14-15 giorni, dopo questo periodo si può dire se la gravidanza è arrivata o meno, e se c’è una gravidanza al 20-21° giorno dopo il trasferimento si può determinare la presenza del sacco gestazionale nella cavità uterina.
Succede che si ottengano diversi embrioni di qualità in una sola volta, e allora è possibile congelare quelli “extra”. Oggi le cliniche specializzate in ART offrono servizi di crioconservazione (conservazione del materiale genetico). Inoltre, è possibile congelare sia le cellule germinali che gli embrioni; questi ultimi sopravvivono meglio alla crioconservazione e possono essere conservati per decenni.
Durante la FIV, ai futuri genitori viene spesso proposto di sottoporre gli embrioni a test genetici pre-impianto, grazie ai quali è possibile individuare anomalie cromosomiche.
Il numero di cromosomi viene contato mediante NGS (next generation sequencing). Intorno al quinto giorno di vita dell’embrione, vengono prelevate cellule dallo strato più esterno, il trofoectoderma, che andranno a costituire la placenta, le membrane fetali e altre strutture accessorie. Il DNA delle cellule ottenute viene sequenziato per vedere se la composizione cromosomica dell’embrione differisce dal valore di riferimento.
Con questo screening è possibile individuare con un alto grado di certezza altre mutazioni ereditate. Tuttavia, non è possibile escludere completamente le anomalie, poiché alcune mutazioni si verificano de novo, cioè compaiono direttamente nelle cellule germinali. Il semplice prelievo di sangue da una vena e l’isolamento del DNA, senza sapere in anticipo dove cercare l’errore, non può essere rilevabile senza un kit diagnostico aggiuntivo.
La discussione circa i pro e i contro: l’etica della maternità surrogata.
Ogni volta che qualcuno menziona l’argomento si scatenano enormi ondate di potenti emozioni sia per chi è pro che per chi è contro.
La maternità surrogata si trova in bilico sul filo dell’etica. La questione nasce perché si “sporca” il concetto “sacro” della riproduzione con l’avere figli come lavoro stipendiato. Molti ritengono che queste due prospettive non possano assolutamente coincidere.
La voce dei “pro”:
1- Soddisfare il desiderio profondo di una famiglia
Oggi la percentuale delle coppie infertili supera il 20%, per svariati motivi.Per le coppie che sognano di avere un figlio proprio, l’infertilità è frustrante e stressante.
Avere figli e realizzare il desiderio di una famiglia con l’aiuto di una madre surrogata è quindi una possibilità per realizzare quel sogno.
2- L’adozione non è così facile
Contrariamente alla logica del buon senso per cui, essendoci molti bambini che hanno bisogno di una casa, l’adozione dovrebbe essere l’opzione ovvia, ottenere il permesso di adottare un bambino è difficile e richiede molto tempo.
L’intero processo burocratico, le valutazioni psicologiche, la lista d’attesa, ecc. possono richiedere molti anni.
3- Le madri surrogate sono consapevoli della loro scelta
In circostanze normali, le madri surrogate sono consapevoli delle implicazioni della loro decisione. Sono ben informate e sono“pagate”.
Molte di queste donne vive un’esperienza positiva e trae soddisfazione da quello che percepisce come un gesto altruistico (anche se dietro compenso), nei Paesi dove viene regolamentato.
4- Evitare complicazioni
Per alcune donne che si rifiutano di partorire a causa della tossicosi gravidica, del congedo di maternità, dell’impossibilità di viaggiare, di fare sport, nonché del completo rifiuto delle bevande alcoliche è l’unica scelta disponibile per creare una famiglia propria.
5- La possibilità di avere un bimbo per tutti
Anche coppie omosessuali hanno così la possibilità di creare una famiglia pagando per la maternità surrogata.
La voce dei “contro” per la maternità surrogata:
1- La maternità surrogata è paragonabile alla prostituzione
Una tipica obiezione all’utero in affitto (commerciale) è quella di paragonare gli aspetti fisici della maternità surrogata a una forma di prostituzione: si può pensare che le donne vendano servizi fisici, intimi, corporei. Vendono il loro corpo e la loro funzione per denaro!
2- La maternità surrogata è una forma di lavoro alienato
Questa obiezione prende in prestito la sua logica dalla filosofia del lavoro alienato di Hegel.
Qual è il problema del lavoro alienato? Molte persone lavorano e non sono emotivamente legate al “prodotto” del loro lavoro o al processo lavorativo.
La differenza con la maternità surrogata è che stiamo parlando di un lavoro fisico di riproduzione.
La riproduzione è qualcosa che secondo molti appartiene alla sfera privata e dovrebbe essere circondata da rispetto e attaccamento emotivo.
Secondo le persone contrarie alla maternità surrogata, le capacità riproduttive delle donne non dovrebbero essere utilizzate come lavoro fisico (sfruttate come incubatricisu ordinazione) e lo status di un bambino non dovrebbe essere relegato a quello di una merce.
3- La maternità surrogata trasforma i bambini in merce
Durante la gravidanza una donna dovrebbe legarsi al suo bambino non ancora nato. I contro sostengono che la maternità surrogata impedisce alla madre di formare un legame naturale con il suo bambino e quindi la costringe a distaccarsi emotivamente dalla gravidanza.
Normalmente il bambino è l’obiettivo finale di una gravidanza. Per la madre surrogata il bambino diventa un mezzo (diverso dall’obiettivo), per ottenere qualcos’altro, cioè il denaro.
Quando il bambino diventa un mezzo, il bambino viene mercificato.
Ci sono molti orfani i cui genitori sono morti o non ci sono per vari motivi.
Molti ritengono che sia un dovere morale prendersi cura prima di questi bambini.
4- La maternità surrogata è solo per i ricchi
La pratica dell’utero in affitto può essere molto costosa, non è un’opzione per chi ha poche possibilità economiche infatti molte coppie committenti non sono ricche nel senso tradizionale del termine, ma di classe media o medio-alta.
Le madri surrogate invece appartengono a ceti sociali bassi e quindi un’argomentazione tipica è: “I ricchi sfruttano i poveri!”.
5- Si sfruttano le donne dei Paesi meno benestanti come incubatrici
Contrariamente a molti Paesi occidentali, la maternità surrogata commerciale è legale in alcuni Paesi dell’est e molte donne hanno scelto di diventare madri surrogate per coppie occidentali.
Il motivo tipico per cui le coppie scelgono le madri surrogate dell’est rispetto a quelle occidentali è che sono più economiche.
Rischi di fecondazione in vitro e maternità surrogata
La fecondazione in vitro viene eseguita da oltre 40 anni. I medici ritengono che ricorrere alla fecondazione in vitro senza particolari esigenze non sia molto ragionevole, anche se l’idea di congelare le cellule germinali per partorire in futuro sembra allettante per molti nel mondo moderno.
Allo stesso tempo, gli scienziati continuano a studiare le insidie della fecondazione in vitro. Molte paure sono associate a un potenziale rischio per il corpo femminile. Gli studi ad oggi non mostrano una relazione tra fecondazione in vitro e aumento del rischio di cancro, ma la questione continua ad essere studiata.
Si parla poco e malvolentieri dei rischi che posso emergere per la salute dei bimbi creati tramite la fecondazione in vitro (IVF) ma è secondo noi un punto cruciale.
Dato il sempre più elevato numero di richieste qualsiasi potenziale problema di salute della prole indotto dalla FIV sarebbe rilevante, sia dal punto di vista medico che sociale. I nuovi studi di un gruppo di lavoro svizzero (1, 2) sulle alterazioni funzionali del sistema cardiovascolare hanno attirato l’attenzione dei media internazionali e hanno scatenato un dibattito tra gli addetti ai lavori sui rischi per la salute delle terapie di fecondazione in vitro. Le modifiche epigenetiche sono state proposte come uno dei meccanismi alla base delle alterazioni cardiovascolari riportate, che sembrano essere di natura materna e paterna, ma possono anche essere innescate dal trattamento di FIV.
Lo studio molto dettagliato del “giornale medico tedesco” rivela diversi problemi a riguardo dei danni ma uno in particolare dovrebbe far pensare e riguarda lo sviluppo cognitivo del bimbo:
Rumbold, Moore, Withrow et al.hanno condotto una revisione sistematica comprendente 7 studi sullo sviluppo cognitivo dei bambini sottoposti a FIV…. I diversi studi hanno confrontato bambini concepiti con FIV con bambini concepiti con FIV/ICSI. Lo studio ha mostrato un aumento significativo del rischio di deterioramento cognitivo nei bambini FIV/ICSI. Un altro studio ha rilevato che il quoziente di intelligenza è in media di 3 punti inferiore nei bambini.
Inoltre…
Catford McLachlan, O'Bryan, etHalliday sono giunti a una conclusione simile in una revisione sistematica incentrata sulla salute psicosociale nei bambini FIV senza e con fecondazione ICSI. Lo sviluppo neurologico dei bambini di età compresa tra due mesi e 7,5 anni è stato monitorato in 22 studi. Quattordici studi hanno utilizzato bambini concepitispontaneamente. La progenie concepita con ICSI sembrava essere ad aumentato rischio di deterioramento cognitivo (5 studi su 14) e autismo (2 studi).
La fecondazione in vitro è associata a un aumento del rischio per la salute della prole sotto forma di malformazioni, disturbi funzionali e con un esito periparto peggiore. Ciò è probabilmente causato da fattori parentali, ma anche da fattori legati alla tecnologia di fecondazione in vitro utilizzata. Anche se alcuni di questi rischi sono diminuiti nel corso degli anni, si può ancora ipotizzare un aumento del rischio per la salute.
Altri studi sulla salute dei bambini nati attraverso la fecondazione in vitro dimostrano che ci sono prove che alcune malattie molto rare sono più comuni in loro, in particolare quelle associate a un imprinting genico alterato (quando qualcosa va storto con le proteine regolatrici).
Pensiero per uno spunto di discussione e riflessione.
L’essere umano è abituato ad appagare i propri desideri semplicemente pagando perché tutto ha un prezzo e può esser anche giusto se si parla di scarpe, ma per coloro che vedono la vita come percorso formativo di un SÉ superiore e “credono” nell’esistenza sottile Divina ( non intendiamo religione che sia chiaro) sarà necessario porsi delle domande precise.
Non può essere che il nostro attuale percorso terreno sia programmato in tale senso? Ovvero che se in QUEL momento non si riesce ad avere figli, non sia un caso?
Chi lo dice invece che non sia proprio così perché non ci sono le condizioni giuste in quel momento?
Dove poniamo il limite dell’appagamento del nostro VOLERE? A discapito di chi?
Siamo esseri composti da una parte biologica ed una parte sottile, il percorso della vita ci insegna molto, basta volerlo vedere guardando dalla prospettiva giusta. A volte ci accadono cose per cui ci si rammarica, ma se riusciamo ad accettare a dare il giusto peso alle cose per ciò che sono, si può trasformare una delusione in un ringraziamento.
Ogni momento della nostra vita, indipendentemente dall’argomento trattato in questo articolo, può esser vissuto nella maniera opposta al vissuto perché È SOLO UNA QUESTIONE DI PROSPETTIVA.
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