W L’AMORE O W LA PEDOFILIA? (1a parte)

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SCUOLA – EDUCAZIONE SESSUALE O IPERSESSUALIZZAZIONE?: CIÓ CHE OGNI GENITORE DOVREBBE SAPERE

“W L’AMORE” è un progetto in essere in Emilia Romagna definito dai suoi creatori “percorso formativo su relazioni e sessualità”, ma che analizzando più approfonditamente sembra portare all’ipersessualizzazione i bambini.

Vediamo innanzitutto cosa significa AMORE nella lingua Italiana:

Abbiamo voluto riportare la definizione ufficiale per far vedere e quindi far comprendere come vengono manipolati i significati della lingua ITALIANA per dare loro un nuovo significato cosicché una parola “vecchia” della quale si conosce senso e contenuto, con la NEOLINGUA prenda un’accezione diversa fino a  cancellare il significato originario.

Dopo alcune segnalazioni e richieste di informazioni da parte di genitori e insegnanti giustamente preoccupati, abbiamo fatto delle ricerche e constatato che questo progetto è in essere già dal 2014 in Emilia Romagna.

E’ già motivo di allarme il fatto che sia stato approvato in un istituto “pilota” da un Consiglio di Istituto che, pur di farlo partire, ha distorto un POF e lo ha inserito nella materia “educazione alla cittadinanza”.

Solo pochi giorni dopo il consiglio di classe lo ha approvato senza discuterlo, senza conoscerlo e rendendolo di fatto obbligatorio, infatti non è stata concessa l’astensione agli studenti la cui famiglia non era d’accordo.

Preoccupa anche che vi sia la volontà di elargirlo ad altre regioni come ad esempio nelle Marche, quindi riteniamo che sia arrivato il momento di accendere dei riflettori su cosa è e su quali principi si basa.

Abbiamo introdotto “W L’AMORE” con il video da noi prodotto sull’AGENDA 2030 a riguardo del SDG 5 evidenziando che il mezzo comune per raggiungere l’obiettivo è la ormai nota “ideologia di genere”, che si basa su “studi” realizzati su bambini abusati sessualmente fin dalla tenera età; per approfondire si consiglia di leggere qui. Per di chi si fosse perso il video o lo volesse rivedere lo pubblichiamo qui:

AGENDA 2030 SDG 5 – “raggiungere la parità di genere”

L’educazione sessuale è parte integrante del sistema scolastico, in tempi remoti si imparava la riproduzione con l’esempio delle api, oggigiorno è diventato un puro strumento volto alla sessualizzazione precoce dalle mire ancor più oscure.

A chi, come noi, punta l’attenzione su questi temi, vengono mosse le classiche obiezioni prive di argomentazioni concrete che consistono in puntualizzazioni inutili con i quali chi è vigile viene definito retrogrado o vittima di allucinazioni o malato manie di persecuzione.

Se se si vorrà giungere fino alla fine di queste righe si constaterà che non è così, anzi è peggio di ciò che si crede perché “W L’AMORE” poggia su principi decisi a livello Mondiale volti alla sessualizzazione ad ogni costo fin dai primi anni di vita (per approfondire si consiglia l’articolo “L’ONU E LE SUE AGENDE (2a parte): LA CSE”).

“W L’AMORE” fa riferimento all’OMS che stabilisce “chiaramente” cosa si intende per educazione sessuale.

OMS “for NEWBIES”; L’organizzazione Mondiale della SANITÀ (WHO)

L’OMS è un’organizzazione unica che elargisce agli Stati membri le direttive in materia di sanità.

Ne avrete sentito parlare soprattutto durante la “pandemia COVID”, poiché è la stessa organizzazione che si complimentò con l’Italia per la politica adottata ad inizio pandemia.

Opera a livello mondiale ed è finanziata dagli Stati membri e da organizzazioni ed enti privati.

Ma chi finanzia l’OMS?

Una panoramica dei primi 17 contribuenti dell’OMS dai Stati membri ad altri donatori. https://www.who.int/about/funding/contributors

Non è la sede per analizzare il motivo di ogni singolo finanziamento ma che sia chiaro che nessuno di questi enti o contribuenti fa beneficienza.

Elenchiamo solo i primi 17 contribuenti per questione di spazio ma si possono verificare tutti i sostenitori andando sul sito dell’OMS.

Al primo posto la Germania, seguita direttamente dalla “Bill & Melinda Gates Foundation”, al sesto posto troviamo la “GAVI Alliance” (della quale la Bill & Melinda Foundation è fondatrice e partner , in questo post di due anni fa si possono confrontare alcuni sponsor) e via discorrendo. 

Dovrebbe essere naturale chiedersi quali gli interessi che muovono la partecipazione tra organizzazione private esterne agli Stati.

OMS: Salute e ricerca sessuale e riproduttiva (SRH)

Tornando all’educazione sessuale nelle scuole, come detto, quasi tutti gli Stati membri fanno riferimento alle linee guida dell’OMS, ma cosa c’è  scritto sul sito ufficiale alla voce “Salute e ricerca sessuale e riproduttiva (SRH)”? Questo l’inizio della pagina:

Memorizziamo i vari attori utili all’analisi.

Qui è descritta la “definizione della salute sessuale”, che traduciamo:

L'OMS lavora nel settore della salute sessuale almeno dal 1974, quando le deliberazioni di un comitato di esperti hanno portato alla pubblicazione di un rapporto tecnico intitolato "Educazione e trattamento della sessualità umana" (OMS, 1975). Nel 2000, l'Organizzazione Panamericana della Sanità (PAHO) e l'OMS hanno convocato una serie di consultazioni di esperti per rivedere la terminologia e identificare le opzioni di programma. Nel corso di questi incontri sono state sviluppate le definizioni di lavoro dei termini chiave qui utilizzati. In un incontro successivo, organizzato dalla PAHO e dall'Associazione Mondiale per la Salute Sessuale (WAS), sono state affrontate diverse problematiche relative alla salute sessuale, come l'integrità del corpo, la sicurezza sessuale, l'erotismo, il genere, l'orientamento sessuale, il legame emotivo e la riproduzione.

Ora, fissata la collaborazione dell’OMS con la PAHO e poi tra la PHAO e la WAS come dichiarato dall’OMS,  si legga l’attuale definizione operativa dell’OMS per la “Salute sessuale”:

Salute sessuale - Secondo l'attuale definizione operativa, la salute sessuale è: ‘... uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità; non è semplicemente l'assenza di malattie, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, nonché la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Affinché la salute sessuale sia raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e soddisfatti.’ (OMS, 2006a)

La definizione così scritta è incontestabile, anzi risulta addirittura ovvia per ogni persona civile e rispettosa del prossimo. Ma leggiamo quanto riportato sotto la voce “diritti sessuali”:

Fonte: Sito OMS: https://www.who.int/teams/sexual-and-reproductive-health-and-research/key-areas-of-work/sexual-health/defining-sexual-health

Ecco le prime incongruenze: un’organizzazione che opera a livello mondiale e alla quale tutti gli Stati membri fanno riferimento prima definisce i  “DIRITTI SESSUALI” e poi si dissocia dalla sua stessa definizione ed esprime il desiderio di non diffonderla come sua, aggiungendo che la salute sessuale  non è strettamente correlata al rispetto dei diritti umani.

Diversi i paradossi, ma come si possono giustificare posizioni così incerte, anzi contraddittorie, dato il ruolo e gli incassi milionari? Quale motivo può giustificare queste assurdità? Stabiliti i “diritti sessuali” ai quali si riferisce e dai quali contemporaneamente  si dissocia l’OMS, si può analizzare il progetto “W L’AMORE”

W L’AMORE?

“W l’amore” è il nome di un progetto importato dall’Olanda chiamato “Long live love” che come già detto si diffonde in diverse scuole ed è partito in Emilia Romagna.

Il titolo è, come sempre, in casi di gestione delle masse, rassicurante, sembra voler mostrare la volontà di educare le nuove generazioni al sentimento nobile per il prossimo ma, in realtà, svuota completamente questo concetto usando contenuti che lo riducono alla mera fisicità, al sesso volto al piacere del corpo, senza tenere conto di aspetti psicologici o sociali.

Il piacere fine a se stesso, soprattutto maschile, è ciò a cui punta questo progetto.

Una sessualità limitata, priva di tutto ciò che comporta la relazione con l’altro fatta di sentimenti e rispetto.

La preoccupazione percepita da genitori attenti (che si dimostrerà giustificata) è molta ed è per questo che non si sono risparmiati nella raccolta del materiale per condividerlo con noi, operazione non semplice poiché molto di questa documentazione è fruibile soltanto nelle aule, durante gli incontri a scuola con i responsabili del progetto in modo che non ci sia modo di sapere quanto scritto e detto.

Ogni qualvolta riceviamo una segnalazione dedichiamo tutto il tempo e le risorse necessarie per poter analizzare quanto documentato e valutare se la preoccupazione è giustificata o meno.

In questo caso specifico però già dalla lettura delle prime righe e da come sono impostate le parole, è stato chiaro che il lavoro di ricerca e approfondimento era necessario.


Non si può negare che è stato ben strutturato e suddiviso in maniera tale che anche le famiglie più informate perdessero di vista il focus reale. Sui genitori inconsapevoli, che non hanno idea del significato di identità o ideologia di genere, un progetto così non può non avere riscontro.

Ecco come mettere distanza tra i ragazzi e i genitori togliendo a questi ultimi ogni possibilità di controllo.

Nell’introduzione di uno di questi opuscoli di “W L’AMORE” si legge:

È un percorso formativo su relazioni e sessualità, ripreso e adattato dal progetto Long live love, a cura di Soa Aids Nederland e Rutgers, attivo da venticinque anni nei Paesi Bassi. Il Progetto italiano, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna (XV Programma Prevenzione e lotta all’AIDS) e sviluppato in collaborazione con l’Università di Bologna, è stato realizzato e sperimentato dagli Spazi Giovani delle Aziende Sanitarie Locali. Dal 2014 è attivo in tutta la regione Emilia-Romagna. W l’amore si rivolge agli studenti e alle studentesse tra i 13 e i 14 anni delle scuole secondarie di primo grado e a preadolescenti ed adolescenti dei gruppi educativi extrascolastici.

Aiuta i ragazzi e le ragazze a sviluppare attitudini e competenze per quanto riguarda le relazioni l’affettività e la sessualità e a viverla in modo consapevole e sicuro…”

Fissiamo i punti:

  • È rivolto a ragazzini tra i 13 e i 14 anni e ai preadolescenti, quindi fascia tra i 10 e i 14 anni.
  • Vengono affrontati temi delicati, senza tenere conto delle realtà diverse di ogni ragazzino o ragazzina, senza alcun basamento scientifico (se non quello dato dalle associazioni di parte) ma soprattutto lontano dal controllo dei genitori togliendo loro il diritto all’educazione sessuale che spetta esclusivamente alla famiglia come sancito dalla “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” che all’art. 26, punto 3 recita: “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli“.
  • E’ finanziato da enti istituzionali come il Sistema Sanitario Regionale e la Regione che sono sostenute dal contributo di questi genitori, nei confronti delle quali probabilmente ripongono anche fiducia vista l’ufficialità.
  • Arriva dall’Olanda che però non è un paese con una realtà paradisiaca, anzi, non si discosta molto da quella italiana se si guarda ai fenomeni giovanili.

L’OLANDA COME MODELLO PER I NOSTRI GIOVANI?

Per quanto riguarda i dati “mamme-bambine”, per esempio, non c’è un significativo scostamento, anzi la tendenza è in crescita in Olanda

I dati si riferiscono al numero di ragazze tra i 15 e 19 anni (su 1.000 della stessa età) che hanno partorito

L’Olanda non brilla nemmeno per il numero di suicidi tra gli adolescenti purtroppo:

l numero di giovani che si tolgono la vita ha oscillato negli ultimi anni. Tuttavia, negli ultimi decenni si è registrato un aumento. Nel 1995, ad esempio, si registravano 2,1 suicidi ogni 100mila bambini e giovani fino ai 20 anni, nel 2000 2,5 suicidi e nel 2010 2,7 suicidi. Guardando ancora più indietro, nel 1970 si contavano 1,6 suicidi ogni 100mila bambini e giovani fino ai 20 anni. Queste cifre provengono dalle statistiche sulla causa della morte che vengono pubblicate annualmente da Statistics Netherlands.

Dal 2011 in poi come si nota l’andamento è ulteriormente in aumento, purtroppo, e per l’anno 2022 i numeri sono saliti ulteriormente: “Vediamo una tendenza crescente che non si stabilizza né diminuisce. Questo è preoccupante “, ha detto un portavoce di 113 Suicide Prevention a NU.nl

Quindi quali sono i parametri presi in considerazione per sviluppare per i giovani un progetto derivante dall’Olanda?


“COMBATTERE L’OMOFOBIA”; LO STRUMENTO DI MANIPOLAZIONE

La manipolazione dei concetti, la stortura dei significati delle parole in modo che acquistino un’accezione negativa e di pericolosità sono i mezzi a cui si ricorre.

Ne è un esempio palese la spiegazione di “omofobia” data dal libretto “Le 5 lezioni”.

Si afferma senza possibilità di replica che chiunque pensi che l’omosessualità non è normale o è una malattia è un omofobo abitato da pregiudizio e ignoranza, potenzialmente pericoloso, aggressivo.

Si deduce che se un adolescente, tra i 12 e i 14 anni, nutrisse dei dubbi in merito, se pensasse che l’uniformazione e l’adeguamento di comportamenti e orientamento non fossero proprio della persona ma risultato di variabili non sue, si esporrebbe al rischio di essere tacciato di omofobia, di essere percepito come un individuo pericoloso dai suoi coetanei, presenze fondamentali in adolescenza.

Verrebbe da dire che l’obiettivo è spegnere il pensiero critico, la capacità di porsi domande, di osservare e fare ricerche per pensare con la propria testa dando, come unica motivazione al malessere delle persone omosessuali, è ridotta alla cosiddetta “omofobia interiorizzata”.

Per assolvere il compito si parte dai banchi di scuola infatti gli insegnanti vengono istruiti a dovere, esiste un vero e proprio “Manuale per gli insegnanti” dove si consiglia di parlare di sessualità facendo riferimento a tutte le possibili circostanze, di sottolineare che l’omosessualità è solo uno dei possibili orientamenti.

L’ordine è sottolineare che la sola differenza tra etero e omosessuali sta nello stigma sociale e per “aiutare” questi piccoli confusi ci sono sempre le associazioni LGBTQ a cui rivolgersi.

Perché non si sono interpellate anche le associazioni delle famiglie?

Se si vuole davvero che crescendo questi ragazzi si sentano liberi di essere sé stessi e si punta a renderli esseri autonomi e pensanti allora occorrerebbe metterli nella condizione di ragionare e non esiste modo migliore se non il confronto civile tra parti con prospettive diverse.

E‘ certo che questo progetto, seppur limitato dai confini regionali ha già toccato numerosi ragazzini, circa 14 mila e 500 docenti, senza contare tutto l’indotto.

In 5 anni si sono mossi sicuramente anche molti euro, ma questa cifra non viene pubblicizzata.
Non perdete il prossimo articolo “W L’AMORE O W LA PEDOFILIA? (2a parte) perché il peggio deve ancora venire

Quando avete desiderio di trovare spunti per le vostre ricerche e ampliare le vostre conoscenze consigliamo di leggere i nostri  post ritrovabili con l’Hashtag #Q_TRUTHS_ChildResQue  nel nostro canale ChildResQue Italia.

Qui troverai la 2a parte di W L’AMORE O W LA PEDOFILIA?


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