LA CRUDA REALTÀ DEL TRAFFICO DI BAMBINI

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LA NUOVA SCHIAVITÙ, LA SCHIAVITÙ MODERNA

Stante la definizione di numerose organizzazioni ed organismi anti-schiavitù nonché degli organi di polizia competenti, il Governo britannico, nel 2014, ha stabilito che il traffico di esseri umani è da ritenersi la Nuova Schiavitù Moderna caratterizzata dal perpetrare abusi sui minori.

Gli scopi sono molteplici e ciascuno di loro costituisce un’efferata violenza nei confronti dei bambini/adolescenti.

 ⁃ Lo sfruttamento sessuale è il primo obiettivo dei responsabili di tale agghiacciante realtà, sempre più in espansione. Adolescenti e bambine da destinare al mondo della prostituzione, spesso appartenenti a classi sociali poco abbienti o a dimensioni degradate, economicamente non agiate e sviluppate, che vengono attratte con l’inganno e la menzogna ed alle quali viene fatto credere che potranno lasciare le proprie famiglie, la propria città, il proprio Paese d’origine, per raggiungere un luogo in cui verrà offerto loro un lavoro dignitoso, uno stipendio decoroso, una qualità di vita migliore. Nella maggior parte dei casi, saranno imbarcate con documenti di identità falsi e allontanate il più possibile dalla propria Nazione. Solo quando avranno raggiunto l’obiettivo prefisso, realizzeranno di essere cadute in una trappola fatale, in un giro vizioso, pericoloso, insalubre e violento, dal quale sarà estremamente difficile evadere; un mondo fatto di violenze, aggressioni, sfruttamento, percosse, ferite, lesioni, umiliazioni, minacce continue e ritorsioni. Solo allora comprenderanno di vivere un incubo e di essere giunte all’inferno. Alcune di loro riusciranno ad essere tratte in salvo ma molte di esse saranno talmente divenute succubi dei propri carnefici, tali da ritenere di non poter più sopravvivere senza la loro tutela ed il loro mantenimento e di non essere più in grado di gestirsi autonomamente, in un ambito che sia differente da quello, di non essere più in condizione di tornare alla normalità.

 ⁃ Le attività criminali ed illecite. Spesso, ad alcune di queste attività, sono indirizzate anche le minori destinate al traffico sessuale ed alla prostituzione. In altri casi, sono attività primarie, dalla coltivazione di cannabis, allo spaccio di droga, al furto, all’accattonaggio/borseggio ed altri numerosi illeciti facenti parte della c.d. criminalità di strada o rientranti nella categoria delle frodi. Un circuito dal quale sarà quasi impossibile fuggire. Avranno a che fare con criminali incalliti, privi di scrupoli e di coscienza, armati ed assetati di denaro, spesso già con precedenti penali, abituati a fronteggiare ogni tipo di ostacolo ma, soprattutto, senza anima. Per loro, infliggere violenze e dolore è solo puro divertimento, sadismo, fonte di guadagno. Sono anche abili manipolatori, scaltri, preparati e astuti: sanno come incatenare le proprie vittime e renderle dipendenti.

Si prevede che altri 10 milioni di ragazze si sposeranno entro il 2030, lasciando più ragazze a rischio di morire. Il matrimonio infantile uccide più di 60 ragazze al giorno a livello globale, questo porta a cifre annue spaventose, ovvero 22.000 ragazze muoiono all’anno per la gravidanza e il parto derivanti dal matrimonio infantile

 ⁃ Matrimonio forzato, servitù domestica, lavori forzati presso ristoranti, fabbriche, aziende agricole, fattorie. Il matrimonio forzato è una consuetudine ancora in atto in numerosi paesi. Le “spose bambine” ne sono un esempio esauriente. Piuttosto comune il fatto che siano i genitori e i familiari stessi a cedere le proprie figlie/nipoti/parenti strette, in cambio di denaro. Trattasi di situazioni al limite della sopravvivenza e di povertà estrema che costringono numerose famiglie a compiere gesti mostruosi ed inaccettabili. Il traffico di bambine in tenera età, da offrire in spose ad adulti ed anziani è assai attivo e redditizio e, pertanto, anche i criminali, perfetti sconosciuti, si adoperano per rapimenti e sequestri, al fine di “prendere possesso” delle minori, per poi farle approdare in territori e località ignote, in cui ad attenderle c’è il ricco privato che ha pagato profumatamente per averle. I danni fisici, oltre che psicologici, che, spesso, si verificano in queste creaturine, anche dell’età di 8/9 anni, posso essere di grave entità.


I minori che verranno condotti al lavoro forzato presso aziende agricole, fattorie, fabbriche non hanno un destino migliore.

Saranno costretti a lavorare per giornate intere, in ambienti malsani e privi di ogni norma di sicurezza, precari ed insalubri.

Condizioni igieniche al limite, assenza di bagni, pasti scarsi, insufficienti, impossibilità di contattare genitori e familiari, isolamento, sfruttamento a livelli massimi.

 ⁃ Adozioni illegali. Questa è divenuta ormai una tendenza sempre più in ascesa. Ne abbiamo parlato ampiamente, anche in merito ai profughi in fuga dall’Ucraina che, ultimamente, sono tra i soggetti più a rischio ma non sono i soli: la fame, la paura, la povertà, l’angoscia e la disperazione inducono gli esseri umani ad essere più vulnerabili e fragili, facilmente manipolabili, gestibili ed ingannabili, tali da essere posti nella condizione di sudditanza o di credere a qualunque menzogna, tali da essere posti, sovente, innanzi a scelte e decisioni avventate e da irresponsabili, tali da renderli ingenui e sprovveduti, da non poter riconoscere e distinguere lucidamente un pericolo incombente, per sé stessi e per la propria prole. Ecco, dunque, che si verificano situazioni assurde come l’affidarsi ad estranei per un passaggio o l’affidare loro i propri figli, sulla scorta di promesse da parte di buoni samaritani e finti eroi, che si immoleranno innanzi ai loro occhi, che si spacceranno per soccorritori, per uomini generosi ed altruisti, pronti a supportarli, ad aiutarli e a salvarli. Carnefici sotto false spoglia. Ecco, dunque, che potrà accadere, nel caos, nel trambusto e nel panico più totale, la scomparsa di bambini che non riusciranno più a trovare i propri genitori, creature sole ed abbandonate o di cui si perde traccia, che non posseggono più un’ancora di salvezza e che saranno potenziali vittime di predatori, appostati come condor, in attesa di porre gli artigli su una preda, su un cerbiatto smarrito, deprivato della propria famiglia.


I TRAFFICANTI DI ESSERI UMANI SONO UOMINI BEN ADDESTRATI, NON IMPROVVISATI.
Hanno tecniche consolidate mai create sul momento. Hanno esperienza comprovata sul campo, sovente, fanno parte di reti criminali più vaste che agiscono in modo capillare, attento, scrupoloso e preciso. Organizzazioni che sanno perfettamente come muoversi, che hanno una folta fauna di contatti a livello nazionale ed internazionale, che si avvalgono, finanche, di individui corrotti e corruttibili, riconducibili ad enti ed organi istituzionali. Non sempre sono piccoli criminali che devono sbarcare il lunario o che hanno una gestione “familiare” della loro organizzazione. Esistono anche loro, ovviamente: non sono meno pericolosi ma più facilmente localizzabili.

Le reti criminali più ampie sono, al contrario, difficilmente penetrabili e rintracciabili se non attraverso lunghe e tortuose indagini, se non attraverso azioni coordinate ed operazioni congiunte di più organi competenti e di task force internazionali che lavorano in sinergia, si scambiano dati ed informazioni, in una attività di collaborazione e mutuo scambio costante.



DANNI FISICI E PSICOLOGICI NEI CONFRONTI DEI BIMBI

Al di là di quelle che sono le violenze e le conseguenze materiali, a livello fisico subite dai bambini e dagli adolescenti oggetto di tratta – che assai spesso vengono costretti a vivere in condizioni proibitive, tali da cagionare seri problemi alla loro salute – non bisogna sottostimare quelli che sono i danni a livello psicologico, altrettanto deleteri e devastanti.

L’allontanamento da genitori, familiari, punti di riferimento, amici e conoscenti, l’isolamento, il senso di abbandono ed impotenza, il senso di fallimento ed angoscia profonda, i traumi fisici a cui sono stati sottoposti e gli shock vissuti creeranno delle fratture irreversibili nella loro psiche. Gli equilibri mentali saranno messi a dura prova ed alterati, e marcati segni di instabilità potranno affacciarsi. Depressione, disturbo post traumatico da stress, aggressività, alterazioni continue dell’umore, rabbia, anoressia o altre disfunzioni alimentari, attacchi di panico, autolesionismo ed istinti suicidi, abuso di alcol o sostanze stupefacenti: vere e proprie fratture dell’anima.

Sono bambini a cui viene rubata l’infanzia, ali spezzate, creature che, se tratte in salvo, difficilmente potranno tornare a sorridere e a gioire per una nuova alba.

Bambini che, una volta adulti, avranno il timore di non poter più avere un’autonomia propria ed una stabilità emotiva nonché economica, avendo sempre e soltanto vissuto in una coltre di nebbia e di fumo soffocanti, all’interno di una gabbia, lacerati quotidianamente da torture fisiche e mentali e da abusi inauditi.

Bambini che una volta adulti, probabilmente, avranno un futuro che li vedrà tristemente protagonisti di storie al limite, di maltrattamenti da infliggere, di derive ben peggiori di quelle affrontate durante le loro distruttive esperienze.

Lo scenario rappresentato è tra i più tristi e sconvolgenti e portarlo alla luce affinché più persone possibili possano assumere coscienza e consapevolezza, si rende fondamentale.


COME RICONOSCERE I CAMPANELLI D’ALLARME

In un contesto del genere, sebbene gli sforzi e l’impegno da parte delle Forze dell’ordine e di tutti gli organi competenti nonché delle numerose Organizzazioni anti-schiavitù siano incessanti ed imponenti, il contributo, seppur minimo, di ogni singolo individuo si rende indispensabile.

Un semplice passaggio di informazioni, una notizia appresa casualmente, una scena che ha attratto l’attenzione, un dettaglio che ha fatto sorgere un dubbio, una perplessità, un sospetto, se comunicati rapidamente alle autorità competenti, possono essere determinanti e salvare una vita.

Dati che possono apparire irrilevanti, a volte, non lo sono affatto.

Per tale ragione forniamo utili suggerimenti che dovrebbero rappresentare un sorta di alert, di campanello di allarme perché un bimbo coinvolto in un traffico illecito potrebbe essere alla vostra portata, in prossimità della vostra abitazione o della vostra sede di lavoro, più di quanto immaginiate, potrebbe essere un vostro vicino di casa piuttosto che il ragazzo addetto alle consegne della spesa, potreste trovarlo all’autolavaggio in cui portate solitamente il vostro autoveicolo o all’interno del garage in cui fate custodire la vostra automobile.

Attività o segnali che possono costituire un allarme e rappresentare un’anomalia devono essere monitorate e prese in considerazione senza indugiare, come, ad es., un bimbo dedito eccessivamente a faccende domestiche o che non frequenta assiduamente la scuola oppure un bimbo che dimostra di non avere sufficiente libertà di movimento e di azione se non accanto ai genitori o ad adulti oppure ancora, un bimbo che esce assai poco di casa e risulta vivere intensamente tra le mura domestiche.

Ampliando il discorso, le circostanze che possono e devono innescare domande e destare perplessità riguardano minori che potreste veder aggirarsi, con una certa costanza e frequenza, all’esterno di un supermercato, nell’area adibita al parcheggio dei veicoli o al deposito dei carrelli della spesa, alla zona di scarico merci/scatoloni, presso una stazione ferroviaria o metropolitana, presso una stazione di servizio, un capolinea di autobus o pullman turistici, fuori da una chiesa, in un parco giochi, in un mercato scoperto, presso un porto, un terminal, seduti su un marciapiede, all’angolo di un bar, di un ristorante.

Un bimbo solo, non accompagnato, deve essere in grado di spiegare perché non sono presenti i genitori o dei familiari; un adolescente che si aggirasse per troppo tempo, con fare strano o sospetto, avvicinandosi a persone/clienti, dovrebbe essere in grado di fornire le stesse spiegazioni nonché il motivo per il quale non si trova a scuola o per cui non possiede, magari, un documento di identità. Dovrebbe trovarsi sempre nella condizione di fornire informazioni relative alla propria abitazione/residenza, non dovrebbe avere un comportamento stravagante o, comunque, poco comune, tale da far sollevare delle domande.

Un bimbo oggetto di una tratta rivelerà, nella maggior parte dei casi, un atteggiamento anomalo, una mente poco lucida e idee confuse, uno stato di smarrimento e non appartenenza, occhi malinconici e tristi, sorrisi di circostanza, frasi fatte, quasi da sembrare finte, fittizie, già predisposte. In numerosi casi potrebbe quasi sorprendere per aver un formulario di risposte già pronte che piovono come da una gettoniera o da un jukebox. Ciò accade perché i loro carnefici faranno in modo di plasmarli a dovere prima di metterli su una strada o di destinarli a qualsivoglia compito/mansione o prima di cederli, magari, ad altri sconosciuti, ad altri acquirenti. Verranno addestrati ed indottrinati, verrà loro inculcato cosa dire se degli estranei o dei tutori dell’ordine li avvicinassero, ma considerate, ad ogni buon fine, che seppur preparati e manipolati, sebbene minacciati o ricattati, resteranno comunque creature innocenti intimorite, spaventate, traumatizzate e, atteso che pochissimi sapranno essere dei bravi attori, la verità trasparirà, comunque, dalle loro parole e dai loro occhi. Un’anima ed un cuore provati, spezzati, fratturati non possono essere nascosti facilmente e a lungo.

In diverse circostanze, potrebbero mostrare un look trascurato, degli abiti non esattamente della propria taglia o dismessi, capelli in disordine, un fisico dal quale potrebbero emergere dati salienti che un occhio attento può catturare, come maltrattamenti, percosse, lesioni, malnutrizione, condizioni di salute precarie.

In questi casi, sarebbe opportuno provvedere a segnalare immediatamente il bambino agli organi di polizia ed alle autorità locali competenti ma, dapprima, per evitare che possa svanire nel nulla, ottimale sarebbe avvicinarsi al minore e cercare, con cautela ed estrema tranquillità, di conquistare la sua fiducia, di fare amicizia, di provare ad instaurare un contatto per rassicurarlo e farlo parlare, per fargli comprendere che si hanno buone intenzioni e che si desidera aiutarlo, avendo intuito che potrebbe essere in difficoltà.

Il dialogo e la comunicazione sono, solitamente, le armi vincenti; cercare di approcciarlo offrendogli un panino, un cappuccino caldo, un dolce, delle golosità, un pezzo di pizza.

Badate sempre all’atteggiamento che assumente, al linguaggio del vostro corpo, oltre a quello verbale. Porsi in apertura totale e non in attacco, utilizzare toni morbidi, pacati, rassicuranti e protettivi. Rappresentare degli esempi citando i propri figli, inventando, nel caso, che anche loro hanno corso dei pericoli e che il vostro istinto di protezione (o materno, se donna) vi ha condotto sino a lui, vi ha ha fatto percepire il disagio, l’esistenza di un problema. Moderazione, serenità, sguardi ed espressioni del volto che possano far sentire il minore al sicuro ed al riparo.

Da tenere a mente che laddove il bimbo fosse accompagnato (una “compagnia” a distanza debita, un controllore, un adulto che monitora da lontano e compare all’improvviso, nel momento in cui ci si avvicina al piccolo), si deve cercare di acquisire più elementi possibili direttamente dal bambino, si deve fare ogni utile tentativo per poter rapportarsi soltanto con lui, sebbene rappresenti un rischio: evitare contatti diretti con gli eventuali adulti accompagnatori ed evitare di insospettirli.

Solo con un minimo di dati utili alla mano, si è in condizione di agire, recandosi presso gli organi di polizia o le autorità locali preposte.


OSSERVARE OGNI PIÙ PICCOLA SFUMATURA.

Considerare che il bimbo potrebbe nutrire sensi di colpa per le proprie azioni e per ciò che è costretto a fare come, al contrario, potrebbe non rendersi conto di ciò che sta accadendo intorno a lui o di aver subito un abuso, una violenza, soprattutto se è stato accarezzato. Potrebbe sentirsi colpevole per aver infranto la legge oppure potrebbe ritenere di avere un ruolo nell’abuso stesso.

Considerare l’eventualità che il minore intimorito, spaventato, toccato ed accarezzato, abusato, nel percepire di aver fatto qualcosa di erroneo (ma al contempo, manipolato e soggiogato per indurlo a credere che sia tutto estremamente pulito e normale), potrebbe essere refrattario nell’aprirsi, nella convinzione che potrebbe subire ritorsioni (lui o i familiari, eventualmente ci fossero, esistessero), con la paura di essere perseguito penalmente, giudicato, criticato, incompreso o, finanche rimpatriato nel proprio Paese d’origine.

Non tralasciare mai, inoltre, l’ipotesi che il piccolo possa aver risentito di grandi stress post-traumatici e possa incorrere in vuoti di memoria.

Da quanto esposto è più che evidente che il traffico di bambini, la Nuova Schiavitù Moderna, è una piaga di entità imponente, non facile da contrastare ed eradicare. Le difficoltà riscontrate nell’identificazione delle vittime nonché quelle incontrate affinché possano e riescano a collaborare sono di portata immensa e richiedono un’azione incisiva sia a livello locale che globale.

Il mercato è estremamente proficuo e redditizio e, come avete potuto evincere, più la richiesta di minori è alta maggiore e più vasto sarà il mercato dell’offerta. Rendere edotta l’opinione pubblica ed insistere nell’attività di divulgazione affinché venga colpita e sensibilizzata è lo scopo di chi ritiene che LA TUTELA DEI BAMBINI SIA LA PRIORITÀ.

Altrettanto fondamentale è che tutte le operazioni connesse ad indagini, valutazioni, analisi, monitoraggi e tutti i piani studiati ed elaborati per la sicurezza a lungo termine vengano condivisi a livello internazionale: organizzazioni, enti, organismi, istituzioni, agenzie, servizi sociali devono collaborare tra loro a pieno ritmo, in uno scambio continuo di dati ed informazioni costantemente aggiornati.

Il flusso delle informazioni e dei piani di intervento, a livello globale, il c.d. lavoro multi-agenzia, è indispensabile, così come la fattiva cooperazione/partecipazione di ogni singolo individuo, di ciascuno di noi, ognuno nel proprio piccolo.

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