Johnson & Johnson, TALCO ALL’AMIANTO

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TALCO ALL’AMIANTO E UN PREZZO TROPPO ALTO PER IL CANCRO ALLE OVAIE

WASHINGTON

La Johnson & Johnson chiede la revisione del verdetto della Corte Suprema con il quale sancì il rimborso di 2 miliardi di dollari a favore delle donne che avevano citato l’azienda sostenendo di aver sviluppato un cancro alle ovaie a causa dell’uso dei prodotti a base di talco dell’azienda. Molti gli avvocati di alto profilo impegnati anche con alleanze insolite, tra cui l’ex consulente legale indipendente Kenneth Starr, che rappresenta le donne che hanno citato in giudizio il colosso americano. Grandi gruppi economici americani stanno supportando la Johnson&Johnson, tra loro anche il padre di un giudice vista la sua lunga collaborazione con il gruppo commerciale di cosmetici e prodotti per la cura della persona.

La corte potrebbe dire già martedì se sarà coinvolta. In sostanza la Johnson&Johnson sostiene di non aver avuto un trattamento equo presso il tribunale statale del Missouri che ha portato a un verdetto iniziale di 4,7 miliardi di dollari a favore delle 22 donne querelanti. Una corte d’appello statale ha ridotto a meno della metà il risarcimento iniziale e ha portato il numero delle querelanti a 20. Ha comunque confermato l’esito del processo durante il quale si sono succedute diverse testimonianze di esperti circa la presenza e di amianto e la sua dannosità all’interno dei prodotti a base di talco dell’azienda. Secondo il giudice M. Burlison la società sapeva dell’amianto, ne conosceva il potenziale danno e ha ignorato per decenni che tali prodotti non fossero sicuri per donne e bambini, definendo tale condotta riprovevole.

Nel frattempo nove donne sono morte di cancro alle ovaie. Johnson&Johnson nega la responsabilità dei suoi prodotti perché, sostiene, non c’è amianto. Propone decenni di studi scientifici indipendenti per confermarne la sicurezza. L’azienda produce anche uno dei tre vaccini COVID-19 approvati per l’uso negli Stati Uniti. L’accaduto giudiziario e la risonanza mediatica del caso hanno innescato molte altre azioni legali negli Stati Uniti per lo stesso motivo. Il talco è un minerale con struttura simile all’amianto rinomatamente cancerogeno e spesso è ottenuto dalle stesse miniere. L’industria cosmetica nel 1976 ha deciso di assicurarsi che i suoi prodotti a base di talco non contengano quantità rilevabili di amianto.

L’anno scorso il governo degli Stati Uniti ha disposto un’indagine su 250.000 donne. Non sono state trovate prove evidenti che colleghino il borotalco al cancro ovarico anche se l’autore principale dello studio abbia definito i risultati “molto ambigui”, al contrario dell’editoriale pubblicato con lo studio nel gennaio 2020 sul Journal of American Medical Association che invece li definisce “complessivamente rassicuranti”. L’editoriale afferma anche che un approfondimento non è possibile poiché la domanda di questi prodotti è significativamente scesa. Infatti, qualche mese dopo tale articolo, la vendita del prodotto Johnson’s Baby Powder è stata sospesa negli Stati Uniti e in Canada, attribuendo il calo delle vendite alla disinformazione nata a causa delle vicissitudini legali.

L’alta Corte non si occupa del legame tra malattia e prodotto. La società ha infatti affermato che non avrebbe dovuto difendersi dalle accuse di donne provenienti da 12 stati, con culture e storie diverse circa l’uso del talco incriminato, attraverso una dichiarazione del suo avvocato che asserisce che coloro che hanno citato in giudizio Johnson & Johnson hanno cercato nel paese “donne a cui era stato diagnosticato un cancro alle ovaie e tra i milioni che usavano i prodotti a base di talco delle firmatarie”. Ha anche sostenuto, sempre attraverso una memoria scritta da Neal Katyal avvocato di Washington, che il danno concretizzato nella cifra di 1,6 miliardi di dollari è eccessivo e dovrebbe essere ridimensionato. La Katyal è stata anche l’avvocato della Corte Suprema ad interim nell’amministrazione Obama, ha rifiutato di partecipare ad un’intervista registrata.

La Camera di Commercio statunitense, le associazioni di categoria per i produttori, gli assicuratori e l’industria sono tutti a sostegno dell’appello avviato da Johnson & Johnson. Tiger Joyce, presidente dell’american Tort Reform Association (organizzazione nazionale per la riforma del sistema giudiziario civile) ha insinuato che il poco tempo che il giudice ha impiegato per leggere quanto prodotto dalla giuria sia un chiaro indicatore dell’ingiustizia protratta nei confronti della Johnson&Johnson. Ken Starr, il PM che rappresenta le querelanti, ha dichiarato in un’intervista all’Associated Press che nessuno degli argomenti legali di Johnson &Johnson vale il tempo della corte.

“Come ha riscontrato la giuria e come ha concluso ogni giudice che ha esaminato questo processo di sei settimane, la condotta di Johnson & Johnson per decenni è stata riprovevole“, ha affermato Starr. I nomi di risalto vicini a questo processo sono molti, dall’ex procuratore generale John Ashcroft al giudice E. Edward Kavanaugh che indagò sulla relazione tra il presidente Bill Clinton e Monica Lewinsky che portò all’impeachment di Clinton. Fu anche il presidente di lunga data della Cosmetic, Toiletry and Fragrance Association ed è il padre della giustizia.

Kavanaugh e il suo gruppo (il giudice è in pensione e oggi il gruppo si chiama Personal Care Products Council) hanno combattuto per inserire il talco come elemento cancerogeno, applicare etichette di avvertenza ai prodotti a base di talco. I giudici Samuel Alito e Brett Kavanaugh si sono rifiutati di prendere in considerazione il caso, secondo la legge federale che vieta ai giudici di occuparsi di casi in cui hanno interessi finanziari. Alito per esempio ha riferito l’anno scorso di possedere da $ 15.000 a $ 50.000 in azioni Johnson & Johnson.

Articolo pubblicato da ChildResQue il 31 maggio 2021:

Johnson & Johnson chiede all’Alta Corte di annullare il verdetto di 2 miliardi di dollari sul talco

Tratto da:Johnson & Johnson chiede all’Alta Corte di annullare il verdetto di talco da 2 miliardi di dollari 31 maggio 2021

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