Inizio anno scolastico: ciò che bisogna sapere

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Materiale scolastico per imparare o per “educare”?


L’AGENDA 2030 ENTRA A SCUOLA

Tra pochi giorni inizierà la scuola e i ragazzi torneranno sui libri passando la maggior parte del loro tempo nelle aule.

Viste le vicissitudini degli ultimi due anni e analizzate le strategie messe in atto per l’applicazione dell’Agenda 2030 ciò che preme oggi è valutare se saranno sottoposti a malcelata manipolazione o meno.

Dopo alcune ricerche sul web, alcuni confronti con genitori e docenti, purtroppo non si può negare che l’Agenda2030 è ufficialmente entrata nelle scuole, soprattutto elementari e medie, con lo scopo di indottrinare gli studenti. Nascosta dalla preziosa “Educazione Civica” che dovrebbe essere materia a cui dedicare più di un’ora a settimana per aiutare le menti ad avere capacità di analisi e sviluppare senso critico, l’Agenda2030 spinge sul cambiamento climatico, sulla parità di genere e sul Covid-19.

Nei libri analizzati troviamo testi ed esercizi volti all’imprinting ma nulla che induca al ragionamento, ciò significa che tutte le nozioni vengono date come verità assolute, non c’è spazio per domande o ricerche, l’obiettivo è palesemente un’acquisizione di dogmi.

Il sistema per funzionare ha bisogno di un “esercito” quindi ha ovviamente pensato di crearlo tra le fila dei docenti fornendo loro tutta una serie di strumenti, adattati per fasce di età, per spiegare cosa è l’Agenda2030 e cosa occorre fare per realizzarla.

L’Unicef mette a disposizione video e fumetti per i piccoli da 6 a 10 anni, per la fascia da 8 a 10 anni è stata creata una versione ambientalista del gioco dell’oca scaricabile gratuitamente. Per i più grandicelli, dagli 11 ai 19, non si chiede solo di apprendere ma anche di diffondere e ovviamente il materiale necessario è stato adattato alle necessità: album musicali, giochi per cellulari, video documentari.

Comuni, associazioni, blog e case editrici hanno prodotto una quantità innumerabile di materiale in merito dando al sistema didattico solo l’imbarazzo della scelta. Il materiale nella sua espansione ha poi incluso altre materie come geografia e scienze,ma probabilmente avremo presto delle ore dedicate ad una materia nuova e specifica “Ecologia e ambiente” come da proposta dell’ex Ministro Fioramonti.

Ma non è solo il cambiamento climatico a farsi strada tra le pagine dei libri di scuola, un atro punto che prepotentemente si è inserito nelle aule è l’ideologia gender travestita da parità di genere.

Negli USA questa filosofia è già avanti, nelle scuole preparano e fanno già lezioni per la scuola elementare improntate sull’insegnamento della diversità di genere, utilizzando anche canali You Tube con immagini e video espliciti di stampo pornografico. I campi estivi organizzati da attivisti LGBTQ+, insegnanti impegnati a creare confusione nella mente dei loro alunni con conseguenze decisamente gravi, organizzano incontri con Drag Queen facendo leva sulla curiosità dei piccoli.

In Spagna la riforma della scuola LGBTQ+ ha portato ad eliminare storia e filosofia per fare spazio all’ “Ecofemminismo”.

In Italia, la prima spinta all’inserimento nelle scuole dell’educazione sessuale fin da piccoli è stata l’ex Ministro Azzolina che giustificava questa scelta affermando di voler evitare che gli insegnamenti arrivassero dalla rete. Nell’Agenda2030 questa “materia” è molto ben trattata tanto da prevedere fasce di età con annessi obiettivi conoscitivi ed esercizi pratici che prevedono anche la masturbazione, la promozione di contraccettivi, aborto, rapporti omosessuali, ecc. Il documento di 139 pagine redatto dall’UNESCO ne è un sunto interessante.

E’ però un dato di fatto che questo tipo di nozioni spetta esclusivamente ai genitori e a nessun altro.

Da lì siamo poi  arrivati ad avere ciò che viene definita “Carriera Alias”, la procedura  e il regolamento sono stati scritti dal movimento LGBTQ+, l’obiettivo è sostituire sui documenti scolastici il nome anagrafico dello studente con quello scelto in base all’identità di genere diversa dal sesso biologico.

In giugno è stato pubblicato un documento con il titolo “Linee guida per la scuola: strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere”, le linee guida sono state elaborate in collaborazione con l’associazione GENDERLENS e AGEDO. Recepito dall’Ufficio scolastico del Lazio, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, lo ha pubblicato sul sito e girato a tutti gli istituti della regione, insieme all’avviso di un corso di formazione sugli stessi temi che si svolgerà a settembre.

Come si può notare sul sito GENDERLENS  si propone la “CarrieraAlias” alle scuole di ogni ordine e grado, citando delle leggi scelte ad hoc per l’intento, nella speranza che nessuno si accorga che il sito stesso non ha i riferimenti dell’associazione,  tipo di associazione, codice Fiscale o Partita IVA, e Privacy & Cookie Policy conformi alle linee guida espresse dal Garante della Privacy, come richiesto dalla legge.
Per loro la legge non vale?


Ecco alcuni dei contatti che ci sono con questa organizazione che collabora con la Regione Lazio sopracitata, ovvero nessun contatto, in perfetto anonimato se non un’Email ed il conto corrente, ed abbiamo salvato il sito nell’archivio WEB per il caso dovessero negarlo o cambiare qualcosa sul Sito

Non sembrerebbe esserci nulla di sbagliato, come sempre il “prodotto” viene venduto come la migliore delle soluzioni per la salute psicofisica degli interessati se non fosse che sono evidenti forti azioni di distorsione della realtà insinuando stati di confusione e destabilizzazione nei ragazzi.

A difendere i ragazzi da un’instabilità emotiva creata o rafforzata nei loro anni più delicati si è mossa la Onlus “Pro Vita&Famiglia” che, unita ad altre associazioni di genitori e famiglie, a maggio di quest’anno ha promosso un presidio davanti al Ministero dell’Istruzione contro la “carriera alias”. Si chiede inoltre di smettere con questo continuo attacco alle famiglie e ai loro figli perché la scuola non ha come scopo la rieducazione dei giovani secondo l’agenda della narrativa trans gender.

Cercando in rete abbiamo trovato materiale scolastico creato per la scuola primaria (5/6 anni – 10/11 anni) che esplicitamente invece persegue questo obiettivo, da schede di esercizi, testi per i indottrinare i docenti, e per i genitori.

Questa una delle tante immagini trovate, esplicativa del cuore del discorso gender: “la tua identità è un concetto imposto da una società che procede per assunti, ma sei e puoi essere altro se la sganci dal sesso biologico con cui ti costringono a riconoscerti”.

Non è esclusa dal processo di indottrinamento l’importanza della pandemia da Covid-19.


Il ministro dell’Istruzione ha adottato misure discutibili in merito, dall’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori dipendenti del comparto scuola, all’uso senza eccezioni delle mascherine per le quali è stata dimostrata ampiamente non solo l’inutilità ma la dannosità da uno studio pubblicato dall’OMS e dall’UNICEF.

I danni creati dalla mascherina non sono solo fisici ma anche psicologici perché i bambini faticano a riconoscere le espressioni del viso e vengono così messi in una condizione di difficoltà per la comprensione di ciò che viene detto sia verbalmente che non verbalmente non permettendo loro di riconoscere le interazioni sociali come dimostrato da uno studio tutto italiano.

Il Ministro Bianchi (Direttore della fondazione internazionale Big Data e Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Umano), ha quindi affermato, per giustificare l’uso di questo strumento nonostante le evidenze, che le mascherine hanno una valenza “educativa” sostenendo questa tesi con il concetto di “altruismo”, per proteggere i fragili, per rispetto della società. Ma la salute, che sia fisica o mentale, è sancita come diritto inviolabile dalla Costituzione all’art. 32 e questa imposizione sembra più un’educazione alla sottomissione che al rispetto dell’altro visto che è provato che la mascherina non serve ad evitare i contagi.

Ai bambini si chiede anche di imparare cosa sono i vaccini, l’importanza di questi e la valenza del comportamento civile e sociale, e magari di esercitarsi a sponsorizzarli.

Chiedetevi chi decide cosa scrivere in questi libri di testo per i bimbi. Abbiate un occhio per i libri di testo dei vostri pargoli

I ragazzi sono coloro che di più hanno pagato a causa del Covid-19, ci hanno rimesso la loro socialità, il tempo scuola, lo sport. Hanno perso la serenità, la spensieratezza tipica di quella fase della vita e che non riavranno indietro mai più.

Ora torneranno a scuola ed è loro diritto poter tornare a vivere secondo la loro età.

Il programma che vi abbiamo illustrato non solo è dannoso per il loro futuro ma lo è nell’immediato.


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