IN CERCA DI SALVEZZA A BENEFICIO DEL TRAFFICO DI ESSERI UMANI

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MIGRANTI, PROFUGHI, RIFUGIATI, RICHIEDENTI ASILO,
SCIAMI UMANI IN CERCA DI SALVEZZA A BENEFICIO DEL TRAFFICO DI ESSERI UMANI.

Abbiamo spesso citato nei nostri articoli quali e quante forme preveda la Schiavitù Moderna e quanto, ad essa, sia strettamente connessa la vasta ed orribile realtà del traffico di esseri umani.
Un mercato particolarmente prolifero, in tale contesto, è il campo profughi di Malawi, come attestato anche dall’UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine), oltre che dalle autorità locali.

Campo profughi di DZALEKA


Il campo di Dzaleka, ospita più di 50.000 rifugiati e richiedenti asilo, provenienti da almeno 5 paesi, tra i quali, Etiopia, Burundi, Repubblica democratica del Congo e funge da punto di riferimento per il traffico sessuale ed il lavoro forzato nonché da “centro di accoglienza” per le vittime di tratta di esseri umani.

Un vero e proprio hub per lo “smistamento” e lo “smercio” di vite umane.
I trafficanti che riescono ad ingannare e a conquistare potenziali prede, promettono loro che gli verrà assicurato un futuro migliore, un lavoro sicuro ed una vita più dignitosa.
Si tratta esclusivamente di uno specchietto per le allodole: l’obiettivo è quello di far varcare loro il confine, per poterli trasferire presso l’hub e destinarli, successivamente, a ben altre attività.

Numerose le giovani donne, le bambine e le adolescenti presenti in questa struttura, in cui avviene un assiduo “scambio di merce”.
Dapprima, abusate sessualmente all’interno del campo stesso, vengono poi, condotte in altri paesi dell’Africa meridionale ed avviate alla prostituzione. Gli uomini (e dunque anche i minori), indirizzati ai lavori forzati, all’interno dell’hub oppure in aziende agricole e in fattorie locali o di altri paesi.
Malawi non è l’unico centro da cui sono emerse tali sconvolgenti situazioni , numerosi altri sono state attenzionate e trattasi di strutture che possono giungere ad ospitare fino ad un milione di persone.

I devastanti scenari di guerra in numerosi paesi rende le rotte migratorie sempre più affollate ed i trafficanti non attendono altro che poter approfittare della disperazione, della fame e dell’angoscia di esseri umani in fuga, per trarne vantaggio.
Un intero continente si sta spostando. Si parla ormai di flussi emisferici ed interi fiumi umani costituiti da persone vulnerabili e fragili, facilmente aggredibili, soggiogabili ed adescabili, mettono a repentaglio la propria incolumità e la propria vita per sottrarsi a scenari di crisi alimentare, di indigenza e di devastazione.
Persone che hanno perso tutto, che riescono a sopravvivere e sfamare le proprie famiglie, persone che hanno vissuto o stanno affrontando rovinosi shock alimentari, energetici e finanziari.


Venti (20) persone in fuga, ogni minuto.

Secondo l’UNHCR, ogni minuto, 20 persone abbandonano tutto alle proprie spalle, per evadere da guerre, persecuzioni e terrore.

Conflitti, violenze ed altre crisi hanno determinato qualcosa come 36,5 milioni di bambini sfollati dalle loro case, alla fine del 2021, il numero più alto registrato dalla seconda guerra mondiale.
Questa cifra, riportata dall’UNICEF il 16 giugno, include 13,7 milioni di bambini rifugiati e richiedenti asilo e quasi 22,8 milioni di bambini sfollati a causa di conflitti e violenze.
Non include, però, i bambini sfollati a causa di disastri climatici e ambientali né quelli sfollati di recente, nel 2022, anche a seguito della guerra in Ucraina.

Gli organismi specializzati nel mondo hanno operato distinzioni legali tra migranti, rifugiati, richiedenti asilo, sfollati interni, apolidi, retruerness, e via discorrendo, tutti loro, però, malgrado il distinguo, hanno un comune denominatore: atroci sofferenze e patimenti che li renderanno, nella maggior parte dei casi, vittime di spietati criminali.

Alla fine del 2021, il numero totale di persone, in tutto il mondo, che sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa di conflitti, violenze, torture, paura di persecuzioni e violazioni dei diritti umani era di 89,3 milioni, stante quanto riportato dall’UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati).



I conflitti armati, allo stato attuale, riguardano 23 paesi.
Se a tali conflitti non si ponesse rimedio e se ne emergessero di ulteriori, le carovane di
migranti sarebbero destinate ad aumentare inesorabilmente.
Quanto appena evidenziato, non tiene conto di eventuali, possibili “rifugiati climatici”.
L’Europa e gli Stati Uniti potrebbero davvero raggiungere un punto di non ritorno nell’affrontare un problema dalle dimensioni imponenti, considerato, peraltro, che sono, prevalentemente, i paesi in via di sviluppo del pianeta a dare accoglienza agli sfollati, con le nazioni a basso e medio reddito che ospitano più di quattro rifugiati su cinque nel mondo.

File di strutture temporanee fiancheggiano un campo profughi siriano a Kilis, Turchia, 29 maggio 2018. (Shutterstock File Photo)


Con 3,8 milioni di rifugiati all’interno dei suoi confini, la Turchia ospita il maggior numero di rifugiati, seguita dalla Colombia, con 1,8 milioni (compresi i cittadini venezuelani), Uganda e Pakistan (1,5 milioni ciascuno) e Germania (1,3 milioni).
Numeri davvero preoccupanti, atteso ciò che rappresentano tali cifre, alla luce di quanto abbiamo appena esposto ovvero quanto possano trarne profitto le organizzazioni criminali ed i trafficanti di esseri umani.

“Il brutale sistema della schiavitù e la tratta transatlantica degli schiavi ha dato vita e sostenuto un sistema globale di sfruttamento che esiste da più di 400 anni, distruggendo famiglie, comunità ed economie”, ha affermato il capo delle Nazioni Unite.
“La tratta transatlantica degli schiavi è finita più di due secoli fa, ma le idee di supremazia bianca che la sostenevano rimangono vive”.



Continua la lettura con:
LA CRUDA REALTÀ DEL TRAFFICO DI BAMBINI

LA NUOVA SCHIAVITÙ, LA SCHIAVITÙ MODERNA

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