Il drago potrebbe iniziare a sputare fuoco?

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Il simbolo iconico della Cina è il “Drago“.

Da qui il mio titolo.

Le prossime due settimane potrebbero essere due delle più pericolose nella storia degli Stati Uniti, perché sembra che Joe Biden e il suo team di sicurezza nazionale, si stiano facendo strada verso una resa dei conti con la Cina, che è irta di pericolo della guerra.

Il governo cinese ora rifiuta la politica di una sola Cina, che è stata il fondamento delle relazioni USA/Cina per 43 anni.

CSIS lo riassume bene:

Quando gli Stati Uniti si mossero per riconoscere la Repubblica Popolare Cinese (RPC) e disconoscere la Repubblica di Cina (ROC), nel 1979, dichiararono che il governo della Repubblica Popolare Cinese era: “l’unico governo legale della Cina”.

Unico, che significa che la RPC era ed è, l’unica Cina, senza alcuna considerazione della RDC come entità sovrana separata.

Gli Stati Uniti, tuttavia, non hanno ceduto alle richieste cinesi di riconoscere la sovranità cinese su Taiwan (che è il nome preferito dagli Stati Uniti, poiché hanno scelto di non riconoscere la RDC). Invece, Washington ha riconosciuto la posizione cinese secondo cui Taiwan faceva parte della Cina.

Per ragioni geopolitiche, sia gli Stati Uniti che la RPC, erano disposti ad andare avanti con il riconoscimento diplomatico, nonostante le loro differenze su questo argomento.”

I cinesi, ora, sono inflessibili sulla loro pretesa di sovranità su Taiwan. Non ha più importanza che Washington minacci un’azione, se la Cina fa qualche passo per imporre la sua “sovranità”, la Cina sta per dimostrare la sua sovranità.

Un modo in cui può farlo, è negare a Nancy Pelosi e a qualsiasi altro dignitario di Washington DC, di volare a Taiwan e mettere piede sul “territorio cinese“, senza il permesso di Pechino.

Gli Stati Uniti non hanno un’ambasciata a Taiwan. Hanno un consolato, che è subordinato all’ambasciata degli Stati Uniti a Pechino.

In altre parole: qualsiasi visita ufficiale di un funzionario degli Stati Uniti, deve avere l’autorizzazione della Cina.

Capito?

Ciò che rende la situazione attuale così pericolosa, è che il comandante delle forze statunitensi nella regione indo-pacifica (alias INDOPACCOM), ha ordinato al Ronald Reagan Carrier Strike Group, di raggiungere il Mar Cinese Meridionale come “dimostrazione di forza“.

Questo è un atto deliberato, per dimostrare ai cinesi che non hanno sovranità su questo territorio.

La reazione cinese a questa provocazione è allarmante:

L’esercito cinese ha esortato i cittadini a “prepararsi per la guerra”, in un post sui social media venerdì, che ha raccolto migliaia di Mi piace, secondo il Global Times, sponsorizzato dallo stato.

I funzionari cinesi hanno emesso severi avvertimenti di un possibile conflitto, se la presidentessa della Camera, Nancy Pelosi, dovesse mantenere la sua promessa di visitare Taiwan ad agosto, promettendo una risposta “forte“.

Il post dell’80° Gruppo dell’Esercito di Liberazione popolare cinese (PLA) ha ricevuto oltre 300.000 pollici in su, sulla piattaforma di social media cinese Weibo, in 12 ore, “tra il morale alto tra i soldati cinesi“, ha detto il Global Times.

“Dobbiamo tenere a mente la responsabilità fondamentale di prepararci alla guerra e preparare il viaggio di un esercito forte”, ha scritto l’80th Group Army, in un commento che ha ricevuto 8.000 Mi piace – secondo il Global Times

Il portavoce del Ministero della Difesa cinese è stato insolitamente schietto nel descrivere la reazione della Cina:

Il portavoce del ministero della Difesa cinese, Tan Kefei, ha detto, martedì, che una visita della Pelosi a Taiwan “violerebbe seriamente” il principio di una sola Cina e “metterebbe gravemente in pericolo la sovranità e l’integrità territoriale della Cina”.

Mentre i funzionari cinesi si sono fermati, prima di garantire una guerra totale con gli Stati Uniti, sulla base del viaggio della Pelosi a Taiwan, Kefei ha detto che: “l’esercito cinese non rimarrà mai inattivo e certamente prenderà misure forti e risolute, per contrastare qualsiasi interferenza da parte di forze esterne e tentativi secessionisti per l'”indipendenza di Taiwan” e difendere fermamente la sovranità nazionale e l’integrità territoriale della Cina.”

osa può fare la Cina, oltre a imporre una “No Fly Zone“, su Taiwan? La Cina ha missili ipersonici.

La Cina mantiene l’arsenale missilistico più grande e diversificato del mondo. Dalla fine della Guerra Fredda, Pechino ha rapidamente modernizzato la sua forza missilistica, passando da un piccolo arsenale di missili balistici, ingombranti e imprecisi, ad una formidabile forza di missili balistici e da crociera, a guida di precisione, munizioni vaganti e, più recentemente, armi ipersoniche.

Il dispiegamento di armi ipersoniche, da parte della Cina, ha attirato un’attenzione significativa e per una buona ragione.

Le armi ipersoniche combinano le velocità estreme dei missili balistici, con la manovrabilità e il volo a bassa quota dei missili da crociera, stressando i tradizionali mezzi di allerta precoce e difesa.

Il missile ipersonico può affondare una portaerei statunitense.

Nessuna delle navi del Ronald Reagan Carrier Strike Group ha una difesa adatta per contrastare un missile ipersonico.

In altre parole, la Cina può affondare una o più navi di quella Task Force, se gli Stati Uniti si avventurano nello Stretto di Taiwan.

Tutto questo avviene mentre la Cina affronta una grave crisi economica in patria, un crollo del mercato immobiliare:

La crisi del mercato immobiliare cinese, evidenziata dal default di Evergrande, lo sviluppatore immobiliare più indebitato del paese, lo scorso novembre, si sta diffondendo. Sta minacciando un calo significativo della crescita economica, mentre il governo sta combattendo per affrontare gli effetti della pandemia del COVID.

Nelle ultime settimane, si è sviluppato un movimento di boicottaggio degli acquirenti di case, attraverso il quale gli acquirenti si rifiutano di continuare i pagamenti per gli appartamenti che hanno acquistato, ma che sono ancora in costruzione.

Un metodo certo e verificato, nel corso della storia, che i governi usano per distrarre il malcontento interno, è quello di focalizzare l’attenzione pubblica su una minaccia straniera.

Se si considerano tutti questi fattori insieme, abbiamo una situazione estremamente volatile, in cui la Cina potrebbe benissimo usare la forza militare, per respingere un nemico “straniero”.

Mi rendo conto che molti, dell’establishment della politica estera degli Stati Uniti, stanno scommettendo che la Cina farà marcia indietro.

Non accetterei questa scommessa.

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