GENITORI ATTENZIONE: LE  CHALLENGES  DELLA  MORTE

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CHALLENGES ONLINE, I “GIOCHI” MORTALI SUL WEB


La voglia di popolarità sui social media e Internet hanno portato allo sviluppo di una nuova mania: bambini e giovani recentemente si sfidano online. Mentre molte di queste competizioni sono divertenti e spensierate, altre sono dannose e pericolose. In questo articolo discuteremo i potenziali pericoli associati che questi duelli comportano, delineeremo le follie di cui dovresti essere a conoscenza per supportare e proteggere meglio i tuoi figli.

Che cos’è una sfida online e come può essere pericolosa?

<p Generalmente una sfida online prevede che l’ individuo si registri facendo un video da distribuire sui social media mentre completa quanto richiesto. Spesso le prove sono difficili o audaci e hanno la caratteristica di dilagare poiché si invitano gli altri all’imitazione. Dopo la creazione di applicazioni come TikTok e Whatsup, le sfide online sono diventate sempre più popolari. Ogni giorno vengono create nuove competizioni e c’è un’onda continua di trend e virali (che vengono ampiamente e rapidamente condivisi online). I bambini e i giovani sono costantemente esposti a queste novità tramite i loro telefoni ed altri dispositivi elettronici, che possono essere estremamente problematici perché pericolose.

In casi estremi i giovani hanno perso la vita o altri hanno subito gravi conseguenze come convulsioni, coma, problemi di salvaguardia e ustioni di terzo grado.

I bambini e i giovani non sempre percepiscono i rischi connessi ad una sfida e se si aggiunge la pressione dei pari si può comprendere come arrivino a decidere di portare a termine un compito che potrebbe danneggiarli. i.

Di seguito ne descriveremo alcune tra le piú periclose per la vita degli adolescenti ed i piú piccoli.

“BLUE WHALE” CHALLENGE

Secondo quanto riferito, la Blue Whale Challenge è iniziata in Russia nel 2013 con F57, uno dei nomi del cosiddetto “gruppo della morte” di VKontakte, si pesume sia la causa di suicidio di 130 adolescenti.

Una sfida infernale lunga 50 giorni fatta di prove continue, sempre più pericolose fino ad arrivare all’ultima: l’ordine di togliersi la vita. TROVA L’EDIFICIO PIU’ ALTO E SALTA. Probabilmente è ancora presente in rete.
Nel 2017 la Blue Whale Challenge, che secondo quanto riferito ha causato la morte di sei bambini in India, ha spinto l’UNICEF India a emettere un avviso a genitori e insegnanti nell’ambito della sua campagna Asli Dost.

Ora questo documento é stato rimosso dal sito WEB dell’UNICEF ma abbiamo trovato una copia nell’archivio web:Blue Whale Challenge: What Parents Need to Know


SKULLBREAKER” CHALLENGE

I genitori vengono avvertiti di una pericolosa tendenza che sta travolgendo l’app di social networking TikTok. 

Nel 2020 approda su internet la nuova sfida attraverso TIK Tok, il social usato soprattutto dai piccoli e dai giovani adolescenti. Si chiama “Skullbreaker” tradotto “sgambetto spaccatesta”.
Il perverso “scherzo” fa davvero ciò che indica: la sfida prevede la partecipazione di tre persone, due a scapito di una, posizionata nel mezzo; consiste in un salto simultaneo, durante la discesa i due laterali spostano le gambe all’ignara vittima facendola atterrare violentemente per terra causandole gravi ferite al bacino, alla schiena e alla testa, finendo anche in terapia intensiva.

Nato in Spagna da uno scherzo di due studenti è diventato mondiale e sta toccando tutti i social.
Arrivato anche in Italia, in provincia di Bergamo, ferito un giovane studente della provincia bergamasca.
Le forze dell’ordine si sono attivate per dare vita ad una serie di incontri per sensibilizzare i ragazzi rendendoli consapevoli circa la pericolosità di questo “gioco”.

Un episodio del genere si è verificato anche in un istituto superiore della provincia di Bergamo.


“MOMO GAME”

La scultura, che in realtà non si chiama Momo (nome diffuso proprio dal web ispanico) ma Bird Mother, vuole essere una rappresentazione di Ubume, una figura mitologica giapponese raffigurante una mamma morta di parto, che appare alla gente con un bambino in braccio chiedendo di prendersi cura di lui per poi sparire nel nulla.

Sempre attuale sul web, attraverso l’applicazione di WhatsApp “Momo Game”. Un “passatempo” che si sta diffondendo in tutto il mondo, dall’Argentina agli Stati Uniti, fino alla Francia, alla Spagna e alla Germania. “Momo” ha origini giapponesi, veste un’immagine inquietante presa da una scultura esposta nel 2016 a Tokyo durante una mostra circa fantasmi e spettri.

In Argentina, Selene, una ragazzina di 12 anni si è tolta la vita. Le autorità stanno cercando di capire se il folle gesto sia stato incoraggiato da un altro utente che l’avrebbe contattata poco prima scrivendole dei messaggi. Pare che la richiesta fosse di realizzare un video da poi diffondere in rete: la piccola si sarebbe filmata prima di impiccarsi ad un albero.


GIOCA CON ME O MI UCCIDO”

“Riconoscere le fragilità e poter agire per tempo è la grande sfida”,

Esistono infinite varianti del ‘Challenge Online’ ma questa volta, per fortuna, possiamo raccontare una storia a lieto fine, quella tra due adolescenti, lei di Cuneo lui di Varese, conosciuti sul web grazie ad una passione in comune: i Manga. Durante una discussione lui tira fuori e inizia il “diversivo” che prevedeva una serie di domande le cui risposte avrebbero comportato per lui punizioni corporali fino a portarlo al suicidio. Il conto alla rovescia sarebbe terminato il giorno successivo alle 14.00. La ragazzina è stata molto coscienziosa e si è confidata con la madre che ha subito allertato le forze dell’ordine. Attraverso l’account usato dal ragazzo in pericolo sono riuscite a contattare la famiglia e ad evitare una tragedia annunciata.


L’appello ai genitori è di attivare il parental control sui cellulari dei minori, monitorare costantemente e con attenzione ogni variazione di comportamento, umore o abitudini poiché sui social sta diventando sempre più famigerato dando vita a un vortice di notizie e suggestioni che si autoalimenta.

Ai ragazzi si chiede di non farsi assolutamente coinvolgere e suggestionare, di non cadere in trappole potenzialmente mortali e pericolose per curiosità.

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