Testimonianza dell’agente dell’FBI

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Analisi della deposizione dell’agente dell’FBI Francis Chan

Oggi abbiamo appreso di più, sull’operazione di influenza dell’FBI durante le elezioni elettorali del 2020.

Ieri, nell’ambito di una causa per i diritti civili contro l’amministrazione Biden, il procuratore generale del Missouri (e senatore eletto), Eric Schmitt, ha rilasciato la trascrizione della deposizione del dottor Anthony Fauci. e proprio ora, ha appena pubblicato la trascrizione dell’agente speciale di supervisione dell’FBI, Elvis Chan

Leggi qui.

L’importanza di SSA Chan non dovrebbe essere sottovalutata. Era in prima linea, negli sforzi dell’FBI per frenare i discorsi sui social media, durante le elezioni del 2020.

È stato Chan ad aver avuto: “incontri settimanali con le principali società di social media, per mettere in guardia contro i tentativi di disinformazione russi, in vista delle elezioni del 2020″.

La testimonianza di Chan fornisce informazioni su queste attività.

Ecco i punti salienti.

Chan e il DNC 2016 “Hack”

Per cominciare (tanto per farsi un’idea di con chi si ha a che fare), Chan crede fermamente nella teoria, ancora non dimostrata, che la Russia abbia hackerato il DNC/ DCCC e poi abbia fatto trapelare quei materiali, “nel corso delle elezioni del 2016“.

C’è di meglio: Chan era il supervisore di una squadra che ha contribuito ad indagare sull’hack del DNC, del 2016.


Non si può fare a meno di chiedersi se Chan, un “supervisore”, avrebbe potuto ottenere il server DNC. O se anche lo volesse chiedere. Come osservato dal nostro amico Stephen McIntyre, Chan era in contatto con l’avvocato della campagna DNC / Hillary Michael Sussmann su quell’hack.

In effetti, Chan ritiene che la Russia potrebbe aver influenzato le elezioni presidenziali del 2016.

Le elezioni del 2020 – Incontri sulla sicurezza tra il governo degli Stati Uniti e le società di social media.

In vista delle elezioni del 2020, Chan era presente durante gli incontri tra social media e aziende tecnologiche, come Facebook, Microsoft, Google, Twitter, Yahoo e Reddit, e il governo degli Stati Uniti, rappresentato dalla CISA (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency), Office of the Director of National Intelligence (ODNI), Department of Homeland Security e FBI.

L’FBI e altre agenzie, fornirebbero ai social media/aziende tecnologiche: “informazioni strategiche“, riguardanti le “campagne di influenza” straniere – e in particolare russe.

Un esempio di questa condivisione di informazioni, aveva a che fare con la società russa: “Internet Research Agency” (una fattoria di troll che è stata incriminata da Mueller prima che tali accuse fossero infine respinte da Barr), che aveva spostato le proprie operazioni in Ghana e Nigeria.

Chan e l’FBI ritengono che l’Internet Research Agency:stia cercando di farsi strada nell’Africa occidentale“.

Un avvertimento per l’Occidente: i vostri meme provengono dai russi dell’Africa occidentale.

Chan ha testimoniato che, una volta che le società di social media ottengono queste informazioni, rimuovono gli account.

L’FBI non “controlla” ciò che fanno le aziende; fornisce solo “informazioni”, in modo che le società di social media possano adottare tutte le misure che ritengono appropriate.

Uno di questi passaggi appropriati – uno di quei modi per, “proteggere le loro piattaforme” – è quello di rimuovere quegli account.

In effetti, Chan ha concluso nella sua tesi, che il governo degli Stati Uniti ha, essenzialmente, aiutato con “rimozioni di account“.

E’ stato uno sforzo congiunto.

In altre parole: le società di social media non hanno bisogno di indicazioni, da parte del Governo degli Stati Uniti, per rimuovere i contenuti, perché c’è un’intesa tra le parti. Ciò includerebbe contenuti che il Governo degli Stati Uniti ha ritenuto essere “campagne di influenza sui social media” straniere (russe), che si concentrano su eventi attuali o “amplificano contenuti esistenti“.

Tutto questo per raggiungere lo scopo del governo russo di “seminare discordia“.

Chan ha anche spiegato come l’FBI condividerebbe la “disinformazione” con le società di social media. Si svolgeva intorno al periodo delle riunioni trimestrali, se non più frequentemente, attraverso e-mail sicure, se gli uffici sul campo dell’FBI lo ritenevano necessario.

Ad esempio: l’FBI potrebbe notificare a Facebook che un determinato indirizzo IP è associato alla Internet Research Agency. Gli account segnalati dall’FBI vengono sempre rimossi dalle società di social media, in gran parte a causa delle pressioni delle Commissioni Congressuali.

Nello stesso periodo, ci sono state visite, da parte dello staff del Congresso, per fare pressione sulle società di social media. I membri dello staff di alto livello, hanno persino visitato Facebook, Google e Twitter, come parte di queste campagne di influenza, o censura.

Informazioni sulle elezioni del 2020 e sulla soppressione dei contenuti americani.

Durante le elezioni del 2020, l’ufficio dell’FBI di San Francisco, aveva un “posto di comando” elettorale, che segnalava “disinformazione” riguardo: “l’ora, il luogo o le modalità delle elezioni in vari stati”.

Il contenuto segnalato sarebbe stato indirizzato alla piattaforma di social media applicabile, dove era stato pubblicato, indipendentemente dal fatto che il contenuto provenisse da americani, o da un personaggio straniero.

Chan ha spiegato che l’FBI stava conducendo queste azioni su istruzioni del Dipartimento di Giustizia, che li aveva informati: che questo tipo di informazioni era di natura criminale”.

Le società di social media, a volte, non erano d’accordo. In effetti, la metà delle volte le società di social media non avrebbero rimosso il contenuto.

Chan ha stimato un tasso di successo del 50%.

La presunta operazione russa “hack and leak” del 2020.

C’è molto da trattare qui e spero di aver fornito abbastanza background per arrivare alle cose più succose, o almeno il contenuto che si applica, in qualche modo, alla soppressione più preoccupante delle informazioni, durante le elezioni del 2020 e dopo, come il laptop di Hunter Biden e le informazioni COVID-19.

Chan non ha avvertito le aziende sulla base di informazioni utili. Invece, l’FBI ha dato questo avvertimento più volte, per “un’abbondanza di cautela” e sulla base di ciò che, presumibilmente, è emerso nel 2016, con l’hack DNC/DCCC.

In quel periodo, Chan non era a conoscenza del fatto che l’FBI avesse in suo possesso il laptop di Hunter Biden. Ne è venuto a conoscenza solo quando queste informazioni sono state pubblicate dalle agenzie di stampa.

Hunter Biden, secondo Chan, non è mai stato menzionato negli incontri dell’FBI con le società di social media. Facebook, tuttavia, ha chiesto informazioni su Hunter Biden. La risposta dell’FBI?

Nessun commento.” 

Chan ha ricevuto una dichiarazione di Yoel Roth, l’allora capo della fiducia e della sicurezza di Twitter, nella quale Roth ha dichiarato di essere stato informato, da persone nella comunità di intelligence, di “aspettarsi” attacchi a individui legati a campagne politiche.

Il ricordo di Chan differiva, affermando che c’era solo il “potenziale” per tali attacchi.

Roth ha anche affermato, nella sua dichiarazione giurata, che c’erano voci “che un’operazione di hack-and-leak avrebbe coinvolto Hunter Biden“.

Chan non ricordava che Hunter Biden fosse mai stato menzionato in quegli incontri.

D: Come interpreterebbe ciò che ha detto, quando dice di aver appreso che c’erano voci secondo cui un’operazione di hack-and-leak avrebbe coinvolto Hunter Biden? A cosa pensa che si riferisca?

R: Sì, secondo me, non abbiamo mai discusso di Hunter Biden specificamente con Twitter.

Chan ha anche affermato di ignorare la tesi di Roth, secondo la quale la convinzione di Twitter, che i materiali di Hunter Biden avrebbero potuto essere hackerati, era basata sulle “reazioni iniziali della comunità della sicurezza delle informazioni“.

Chan non era sicuro se questo includesse l’FBI, o se Twitter avesse contattato l’FBI sulle informazioni di Hunter Biden.

Ma – se il materiale è stato “hackerato” – le società di social media sono state avvisate che avevano bisogno di normative, per affrontare quella situazione.

Una domanda innocua?

Più di un suggerimento, per convincere le società di social media ad accettare di rimuovere il contenuto. Soprattutto perché l’FBI aveva in programma di chiedere alle stesse società di social media, di rimuovere i contenuti compromessi.

Spero sia chiaro cosa è successo.

Non c’è una pistola fumante – non c’è nessuna e-mail diretta da Chan o dall’FBI a Twitter o Facebook, da quello che abbiamo visto, per rimuovere la storia di Hunter Biden.

E’ progettato così: non ce n’era bisogno.

Le istruzioni del governo degli Stati Uniti, sulle operazioni di “hack and leak“, erano abbastanza chiare e l’agenzia non ha fatto nulla per dissuadere le società di social media dal “credere” che i materiali di Hunter Biden erano stati violati.

La bellezza di questo piano, se così si può chiamare, è che l’FBI e Twitter (e Facebook), si sono tutti coperti, puntando il dito l’uno contro l’altro.

Con le elezioni vicine, questo è ciò che chiamiamo: far pendere la bilancia.

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