L’ONU E LE SUE AGENDE (1a parte)

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UNA DELLE PIATTAFORME DI CONTROLLO DEL POTERE

L’ONU, CHI SONO E COSA FANNO

L’ONU è un’organizzazione intergovernativa volta a mantenere la pace e la sicurezza internazionali. Lavora per l’armonizzazione delle azioni delle nazioni e cerca di garantire gli aiuti umanitari, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile.

In una pagina dedicata alla migrazione viene riportato uno studio che ha analizzato otto paesi (Italia, Russia, Giappone, Gran Bretagna, Repubblica di Corea,Francia, Germania e USA) rilevando le due tendenze demografiche che li accomuna: il declino e l’invecchiamento della popolazione. I due paesi che invecchiano più rapidamente sono il Giappone e l’Europa.

Lo studio affronta la questione della migrazione per la conservazione della popolazione e ne presenta ben 5 scenari possibili, ma il concetto è che la migrazione straniera è accettata e favorita per compensare il declino della popolazione in quei paesi con basso tasso di fertilità e mortalità.

L’ONU non opera da sola, e non è concentrata esclusivamente su questi principi. Ci sono moltissime organizzazioni internazionali che la sostengono occupandosi dei più disparati aspetti.

Solo alcune delle organizzazioni dell’ONU

Esiste un progetto ben definito nei dettagli, e ogni associazione/organizzazione ha il suo ruolo.

*IPPF: International Planned Parenthood Federation – Federazione Internazionale genitorialità pianificata

È un’organizzazione del Planned Parenthood Federation (Federazione Internazionale Genitorialità pianificata), che si batte negli USA per favorire la legislazione abortista, l’educazione sessuale e l’accesso a servizi medici anche contrastando l’obiezione di coscienza. In Italia le organizzazioni equivalenti sono l’Associazione Luca Coscioni – Pro-choice. Rete italiana contraccezione aborto – Obiezione Respinta.

*SECUS: Sexuality Information and Education Council of the United States ha come scopo l’affermazione che la sessualità è parte naturale della vita. Finanzia e gestisce il progetto Future of Sex Education.

*UNESCO: si occupa di diritti umani e libertà promuovendo istruzione, scienza, cultura ed educazione.

L’educazione sessuale per questa organizzazione è fondamentale per la realizzazione di un pieno rispetto dei diritti umani ha realizzato la International Techinical Guidance on Sexuality Education per spronare i paesi membri affiché forniscano a bambini e ragazzi le conoscenze necessarie a sviluppare relazioni umane positive.

*UNAIDS: Joint United Nations Programme on HIV and AIDS,  è un programma delle Nazioni Unite per accelerare, intensificare e coordinare l’azione globale contro l’AIDS

*UNFPA: fondo per le popolazioni in crisi è ora orientato a creare mondo dove ogni gravidanza è desiderata, ogni nascita protetta e che ogni giovane possa sviluppare il suo potenziale.

*OMS: punta al più alto livello di salute per tutti i popoli.

Tutti insieme questi organi supportano l’agenda dell’Educazione Sessuale Completa chiamata CSE, presentata come soluzione all’ipotetico problema delle diversità, volta a proteggere dalle diverse forme di violenza e per gli aborti indesiderati.

*UNOPS: Il compito è di fornire appoggio logistico alle agenzie ONU in operazioni delicate come lo sminamento, l’organizzazione di elezioni e la creazione di infrastrutture.



CHI SONO DAVVERO E QUAL E’ L’OBIETTIVO

Gli scopi così onorevoli indicati in ogni statuto di queste organizzazioni sono davvero così etici e morali?

E’ filantropia o si tratta di interessi personali a discapito dei più deboli, e quindi dei bambini? Molte delle azioni intraprese da questi organi sono volte alla manipolazione mentale dei minori, con la complicità di genitori ignari.

Ci sono esempi eclatanti di come agiscano per spingere tali manipolazioni.

UNICEF: LA PORNOGRAFIA NON È DANNOSA PER I BAMBINI

L’UNICEF afferma che la limitazione di età per l’accesso a determinati siti internet non impedisce del tutto che ciò accada, e che tale clausola preclude ai minori di accedere ciò che definisce “educazione sessuale vitale” nonostante gli esperti dichiarino con forza che un’educazione sessuale completa per i più piccoli è dannosa. Questa affermazione trova origine da uno studio condotto su 19 paesi europei secondo cui i bambini sottoposti alla visione di immagini pornografiche non erano né turbati né felici. Ma questo rapporto non tiene conto della infinita letteratura che dimostra che la pornografia, contenente razzismo, stupri, incesti e abusi, è dannosa per i più piccoli.

Per questa organizzazione anche porre l’età dell’utente come condizione per l’accesso a certi siti internet non è corretto. Sostiene, infatti, che i bambini non dovrebbero essere esclusi da nessuna area di internet per non precluderne l’educazione “sessuale vitale”, poiché il termine “pornografia” ha diverse accezioni nel mondo, non è univocamente definito, essendo i siti in inglese e con diversi contesti.

Sempre secondo il comunicato ufficiale UNICEF non c’è una narrativa unica circa gli effetti dannosi che il materiale in argomento può causare nella mente di un minore, nonostante sia comprovato che l’esposizione a tale materiale produca cattiva salute mentale, aggressività, sessismo.

“l’UNICEF sta giocando alla roulette con la salute e la sicurezza dei bambini”, ha affermato Lisa Thompson, vicepresidente e direttrice dell’Istituto di ricerca presso il National Center on Sexual Exploitation.

C’è un “dettaglio” che però serve sottolineare: il rapporto in oggetto è arrivato pochi giorni dopo il rinnovo dell’Agenzia Statunitense nella partnership con UNICEF investendo 300 milioni di dollari per finanziare il programma.

Gli USA hanno investito nell’UNICEF, solo nel 2020, 994 milioni di dollari. Denaro per sostenere programmi a spinta femminista o pro abortista, e ora a favore dell’accesso alla pornografia. E’ chiaro che si è persa la missione per cui Unicef è nata.

L’ONU – LE MISSIONI “UMANITARIE” CHE NESSUNO RACCONTA

Nel febbraio del 2018 i due quotidiani internazionali TheSun e TheTime battono la notizia del dossier bomba che l’ex alto funzionario A. Macleod consegnò al segretario P. Patel l’anno precedente.

Nel dossier si afferma la presenza di circa 3.300 pedofili alle dipendenze delle varie agenzie governative, sottolinea che sempre più predatori sessuali stiano puntando a entrare attivamente nel mondo della beneficenza in modo da avvicinare i bambini, e soprattutto denuncia l’insabbiamento dei crimini perpetrati per due decenni e l’allontanamento di chi denuncia.

Macleod afferma che ci sono decine di migliaia di operatori con tendenze pedofile ma che con la maglietta UNICEF a scudo possono agire indisturbati.

Sui numeri riportati dal dossier bisogna fare delle precisazioni: si riferiscono solo al 2016, sono da raddoppiare poiché non sono state conteggiate le zone di guerra e quindi sono sottostimati, infatti solo un caso su dieci viene denunciato.

Già nel 2015 in un articolo dell’Express.uk si denunciava degli abusi commessi su nove bambini affamati nelle zone di guerra della Repubblica Centrafricana, per ottenere in cambio cibo. Le forze di pace francesi dell’Unicef non hanno dato seguito alle segnalazioni in merito, nessuno è stato arrestato è le autorità delle Nazioni unite non hanno ricevuto alcuna denuncia, la risposta alle accuse è arrivata dopo più di un anno.

Stiamo guardando solo la punta dell’iceberg.


E’ SEMPRE UNA QUESTIONE DI SOLDI

Il 17 dicembre 2009 nel rapporto del GAO (Government Accountability Office, sezione investigativa del Congresso degli USA) da noi riportato, si legge che i funzionari dell’UNOPS hanno usato in modo improprio circa 400 milioni di dollari destinati allo sviluppo internazionale.

È solo uno dei numerosi casi, ecco perché nel 2017 le Nazioni Unite lanciano la Blockchain che lavora per combattere la tratta di bambini realizzata dai mercati finanza virtuale.

Le statistiche statunitensi rilevano che la metà dei bambini sotto i 5 anni nel mondo non hanno un certificato di nascita, sono quindi fantasmi. Se si considera la fascia sotto i 14 il numero si aggira intorno ai 600 milioni, la stragrande maggioranza vive nei paesi più poveri del mondo. Questi piccoli invisibili sono prede ideali per i trafficanti di esseri umani che li destinano a bordelli sessuali, schiavitù e commercio di organi umani. Ci sono voluti 9 anni affinché il progetto trovasse un vincitore per utilizzare la tecnologia Blockchain per contrastare il traffico di bambini in Moldavia, il ConsenSys.

Spesso si rimane confusi perché tra Criptovalute, Bitcoin, ecc. l’universo delle transazioni finanziarie diventa nebbioso. Il dato di fatto è che questo tipo di moneta ha rappresentato il 28% delle transazioni tra il 2012 e il 2020.

Il mercato si presta per ovvie ragioni di anonimato e difficoltà nella tracciabilità dei movimenti, al traffico di minori. Ecco perché C. Trace, leader nella sicurezza su Blockchain e P. Clegg, direttore di vigilanza finanziaria, collaborano per tenere traccia delle transazioni in modo da individuare e indagare i casi di traffico di esseri umani, che sia volto all’abuso sessuale o che sia implementato per schiavitù. Il traffico di persone genera miliardi di dollari ma non ha norme che lo definiscano e lo condannino.

Il risultato di questo mondo virtuale è una società agile, con più attori (banche, professionisti, ecc.) che grazie alla loro posizione e formazione difendono tutte le forme di crimine finanziario. Così il numero di casi cresce perché i trafficanti possono restare nascosti nelle pieghe del regno virtuale.

Il problema è anche italiano. Nel 2020 a Firenze, indagini accurate hanno rivelato abusi e torture su minori, portati alla morte in seguito alle sevizie pagate con cripto valute. L’operazione, “Delirio”, ha indagato 19 minorenni e 6 maggiorenni di 13 province italiane, accusati di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico e di istigazione a delinquere. I prezzi variano in base alla scelta, più bassi per video preregistrati, più alti se si vuole la diretta.

Ma la piaga è mondiale e molti potenti non sono a favore dell’estirpazione del problema. Basti pensare al progetto UNOPS che ha preoccupato la Signora Clinton come si evince dalle sue mail pubblicate in https://www.wikileaks.org/clinton-emails/ ai tempi del disastro di Haiti.

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