Colpito l’aeroporto della città Siriana
Martedi scorso l’aeroporto di Aleppo è stato colpito da un attacco missilistico Isreaeliano partito dal mediterraneo Orientale, con un’azione analoga a quella occorsa a giugno per l’aeroporto di Damasco.
L’osservatorio per i diritti siriani, di base in Uk, ha riferito che i morti sono 3 e che l’obiettivo era un magazzino di armi di combattenti pro-iran, che è stato distrutto.
Il motivo delle azioni israeliane risiede nella preoccupazione per la ripresa dei negoziati tra Washington e Teheran in riferimento al programma nucleare dello stato sciita. L’obiettivo di Tel Aviv è tenere sotto scacco l’iran per tutelare la propria sicurezza nazionale. Per questo motivo sono state prese di mira sia le milizie Libanesi hezbollah, sia quelle siriane che hanno appoggiato Assad, considerate entrambe organizzazioni terroristiche dallo stato di Israele. Gli attacchi alle infrastrutture sono mirati per bloccare gli approvvigionamenti a queste entità. Come già detto queste organizzazioni hanno appoggiato Assad contro le sue opposizioni interne.
In questa fase è difficile che gli storici alleati di Damasco intervengano:
- La Russia non vuole urtare i rapporti con Israele in una fase diplomatica già complicata e con parte del suo esercito impegnato in altri fronti;
- L’Iran non interverrà perché la sua attenzione è puntata sui negoziati con Biden; non può permettersi infatti di farsi trascinare in un conflitto regionale, che interromperebbe in modo irreversibile la trattativa per il nucleare.
Tutto il Medio Oriente è in cambiamento. Negli ultimi giorni la Turchia, sunnita, ha abbandonato la posizione intermedia tra Mosca e l’occidente per prendere le difese del Cremlino.
In tutta la fascia centrale dei Paesi Sciiti (Libano, Siria, Iraq, Iran) ci sono dei mutamenti. In Siria, oltre ai bombardamenti israeliani, sembra risollevarsi la minaccia dello Stato Islamico.
In Iraq i “sadristi” si sono sfilati dalla maggioranza parlamentare. Qui il sistema normativo favorisce dei governi di larga intesa (per tutelare le istanze delle minoranze come i Curdi). Al Sadr ha pensato che sfilandosi avrebbe guadagnato peso decisionale sulla componente filo-iraniana, tuttavia l’iper inflazione e l’instabilità politica ha incendiato gli animi ed ora il Paese è nel caos. I paesi Sciiti di questa fascia centrale sono opposti ad Israele.
I rapporti di Tel Aviv con i Paesi arabi sunniti, più a sud, sono più amichevoli, anche se alcuni di questi hanno dimostrato interesse per l’adesione al BRICS, il sistema finanziario che si contrappone al vecchio mondo unipolare.
Fonti:
https://www.aljazeera.com/news/2022/9/6/syria-says-israeli-air-attack-damages-aleppo-airport
https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/iraq-rischio-nuova-guerra-civile-r4pkrpbu