L’AGENDA CSE (COMPREHENSIVE SEXUALITY EDUCATION) ovvero l’Educazione sessuale completa
Ufficialmente la CSE è un metodo di istruzione volto a fornire agli studenti tutti gli strumenti necessari per compiere scelte circa la loro vita sessuale in modo consapevole e salutare.
L’agenda viene sostenuta e propagandata da organi internazionali come ONU, OMS, UNESCO, UNICEF, UNFPA, UNAIDS, CDC (centro statunitense per il controllo delle malattie), IPPF (International Planned Parenthood Federation), SIECUS (Sexuality Information and Education Council), tutte organizzazioni con la “faccia pulita”, ma le mani?
In tutti i siti “ufficiali” viene riportata come il mezzo ideale per insegnare il modo di ridurre la trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili, come evitare gravidanze indesiderate e come uscire da situazioni di abuso.
Sulle indicazioni circa le malattie trasferibile con il sesso c’è però già da precisare la prima contraddizione.
La IPPF distribuisce un opuscolo, reperibile anche on line, secondo il quale il malato di HIV non è tenuto né ad informare il partner né ad utilizzare il preservativo se non lo ritiene necessario.
Si sostiene che per svariati motivi, un partner aggressivo o la difficoltà di reperire i preservativi ecc., ci si trovi in difficoltà nel dichiarare il proprio stato di salute. Non si dice di soprassedere ma di rivolgersi a gruppi di sostegno o persone che convivono con la malattia perché esistono altri modi per evitare il contagio da HIV sebbene non si capisca in che modo a parte il coito interrotto, per niente sicuro.
C’è da chiedersi come queste linee guida si sposino con il principio secondo il quale l’Agenda si propone di salvaguardare la salute di tutti gli individui sessualmente attivi.
A parte questa precisazione, sarebbe tutto condivisibile; chi non vorrebbe realizzare questi obiettivi? Ma, purtroppo, c’è un “ma”.
In questo articolo si cercherà di dimostrare che lo scopo dichiarato non è altro che un inganno per celare la vera destinazione che intendono raggiungere.
Attraverso la manipolazione di genitori inconsapevoli (Framing) adottano un atteggiamento protettivo verso i minori in modo da ottenere la fiducia dell’adulto.
Chi non si fiderebbe di un’agenda con così buoni propositi? Quale genitore non accetterebbe?
Ma il progetto mira ad altro, ed è stato studiato e perpetrato negli anni, in modo da portare le persone a pensare ciò che era necessario per realizzarlo. Lentamente, senza strappi, come la storia della “rana bollita” ci si è lasciati influenzare.
Non esiste un modo delicato per dire quel che è necessario conoscere, l’obiettivo è solo uno: il traffico e lo sfruttamento di bambini.
Il modus operandi è assolutamente chiaro, attraverso l’apertura di diverse finestre di Overton e lo strumento del Framing, vengono costruite realtà ad hoc per rendere ciò che mai sarebbe stato assolutamente accettabile, la normalità. Accade lentamente, come tante piccole gocce continue erodo la pietra, la narrativa costante di queste organizzazioni deforma la realtà fino a confondere così tanto le persone da metterle nella condizione di non esser più in grado di individuarne l’inganno.
Abbiamo scritto centinaia di articoli in merito al vero obiettivo dell’agenda CSE, e a come si stia cercando di raggiungerlo a tutti costi.
Si prova innanzitutto a far passare la pedofilia come “orientamento sessuale” in modo da spogliarla del vestito dell’abuso e della violenza per renderla così, prima accettabile, e poi normale.
Un esempio eclatante è l’intervento di Mirjam Heine dell’univeritá di Würzburg al TEDx 2018, o quello di Stephen Kershnar professore presso l’università di State University of New York, che in una conferenza privata afferma di non essere sicuro che il sesso su un bambino sia sbagliato.
Spingere il GENDER e tutto ciò che comporta è l’altra strada, parallela alla precedente, per sdoganare, in nome di una libertà sessuale solo apparente ma sicuramente dannosa, l’idea che il sesso debba fare parte della vita dei piccoli, confondendo le loro piccole menti con attacchi subdoli e costanti, convincendoli di dover appartenere ad un genere piuttosto che ad un altro.
Gli indottrinamenti sono dannosi, l’educazione sessuale come implementata dalla CSE (esplicita e senza alcun filtro) promuove promiscuità e comportamenti ad alto rischio per i piccoli.
Esiste un documento dell’Ufficio Regionale per l’Europa, a firma OMS e BZgA, intitolato “Standard per l’educazione sessuale in Europa, rivolto alle autorità scolastiche e sanitarie contenente le linee guida per l’educazione sessuale da 0 a 15 anni, il contesto, l’organizzazione, la diffusione e le iniziative da intraprendere per realizzarla.
Le fasce di età individuate sono: 0-4; 4-6; 6-9; 9-12; 12-15; 15 e oltre.
Soffermiamoci solo sulla prima.
E’ normale che bambini neonati e appena in grado di camminare vengano indirizzati alla masturbazione o vengano spronati a esplorare la loro identità di genere, o educati circa le relazioni omosessuali?
Sembra che il solo obiettivo sia insegnare come raggiungere il piacere, cambiare le regole senza dare alcuna indicazione circa la salute emotiva, psicologica e fisica dei minori.
Spesso il tutto avviene all’insaputa dei genitori e senza il loro consenso.
Corre veloce su questa strada la Walt Disney con nuovi cartoni animati e gadget, ma si sono attivate anche le scuole e si è data questa impronta al materiale scolastico e ad eventi o incontri con Drag Queen e personaggi di dubbio gusto .
Anche in Italia, con il ministro Bianchi c’è stata un accelerazione della promulgazione di tale propaganda.
In giugno è stato pubblicato un documento con il titolo “Linee guida per la scuola: strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere”, le linee guida sono state elaborate in collaborazione con l’associazione GENDERLENS e AGEDO. Recepito dall’Ufficio scolastico del Lazio, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, lo ha pubblicato sul sito e girato a tutti gli istituti della regione, insieme all’avviso di un corso di formazione sugli stessi temi che si svolgerà a settembre.
Come si può notare sul sito GENDERLENS si propone la “CarrieraAlias” alle scuole di ogni ordine e grado, citando delle leggi scelte ad hoc per l’intento, nella speranza che nessuno si accorga che il sito stesso non ha i riferimenti dell’associazione, tipo di associazione, codice Fiscale o Partita IVA, e Privacy & Cookie Policy conformi alle linee guida espresse dal Garante della Privacy, come richiesto dalla legge.
Per loro la legge non vale?
Si chiama “CarrieraAlias”, spinta in ogni scuola di ordine e grado, per la quale tutti gli studenti, di qualsiasi età, che non si sentano rientrare nel sistema “binario” potranno scegliere il proprio nome “Alias” e chiedere che questo sostituisca nei documenti ufficiali e sul registro elettronico il nome di battesimo. Nasce così un’identità provvisoria non consolidabile.
Due gli esempi eclatanti: il regolamento scolastico, la creazione di bagni dedicati ai trans, la fondazione della scuola per Drag Queen.
Fortunatamente c’è chi protesta, a maggio la PRO Vita & Famiglia ha manifestato fuori dal Ministero dell’istruzione contro tutta la narrativa Gender e CarrieraAlias.
Il fenomeno sta dilagando, toccando tutte le sfere che riguardano i piccoli. Spesso complici i genitori che, influenzati dalla pressante e perpetua propaganda, credono di fare il bene dei figli.
Anche se tutti questi progetti non hanno l’etichetta CSE è assoldato che ne sono l’espressione più diretta.
Per dare una collocazione concreta e un’idea del tempo impiegato dai fautori di tale Agenda per compiere l’assalto ai bambini vi consigliamo la visione di questo video.
Torneremo sicuramente sull’argomento per gli sviluppi che sicuramente ci saranno.
Noi siamo per la tutela e difesa di tutte le diversità,
ma avversiamo con forza lo sfruttamento di queste
diversità per fini politici e di ingegneria sociale.
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