Eschilo diceva “in guerra la verità è la prima vittima”
In questi mesi abbiamo assistito ad un continuo attacco mediatico da parte di tutti gli organi di informazione, volto a perseguitare le persone e infondere nel loro sentire angoscia. Una vera e propria tortura.
Con l’inizio del conflitto in Ucraina la propaganda ha accelerato notevolmente, spesso creando ad hoc le notizie, utilizzando ogni mezzo. Sono state usate foto di anni fa per Bucha e Mariupol, ma anche fermo immagini di video del 2013, si è data voce a parenti e amici di giornalisti ucraini ma residenti in Italia senza verificarne la fonte, spesso da chi dovrebbe invece proprio controllarne la veridicità
Anche in trasmissioni TV di un certo spessore tipo “Piazza Pulita” di Giovanni Floris sono state usate immagini false per dare informazioni sensazionalistiche. In questo caso venne usata la foto di un gioco da tavolo per rappresentare il bunker di Azovstal. Il 25 febbraio il TG2 usò un videogioco per mostrare un attacco russo.
Oppure ricordiamo il discorso di Putin allo stadio LUZHNIKI (18/03/2022) in occasione dell’anniversario della riunificazione della Crimea alla Russia. A Quarto grado, su Retequattro, è andato in onda un servizio in merito, in cui si afferma che il video è stato manipolato, utilizzando le immagini di un altro discorso, del 2021. Questa “notizia” è stata ripresa anche dal Messaggero. Noi abbiamo fatto il fact check di questo esplosivo scoop realizzato da codesti premi Pulitzer mancati:
- Il discorso del 2021 era di sera, quello del 2022 era di giorno
- Nel discorso del 2021 moltissime persone tra il pubblico, se non quasi tutti, indossavano la mascherina, in quello del 2022 quasi nessuno è con la mascherina
- Le ragazze ipotizzate e propagandate come prova da R4 nel video scaricabile da EURONEWS non ci sono.
Anche l’informazione stampata ha usato i videogame per mostrare l’abbattimento di 4 elicotteri russi da parte dei sistemi antiaerei ucraini.
Premesso che in guerra non esistono santi, ciò che preme sottolineare in queste righe è che nel caos generato dal conflitto l’obiettivo dei mezzi di informazione dovrebbe essere il racconto della verità, in modo equo e senza caratterizzazione.
Partendo da questo principio, la domanda è: come si può sapere qual è la verità se viene continuamente artefatta?
In Italia la propaganda ha il predominio a discapito dell’informazione ed ha alzato il livello, ancora. Dopo l’ospedale di Mariopul che in realtà era utilizzato a deposito di armi ucraine, dove pare non ci siano stati né morti né feriti tra i civili, si è iniziato a parlare di violenze sessuali su donne e bambini da parte dei soldati russi.
Ecco alcuni esempi:
Il 22 maggio scorso il Sky Tg24 ha mandato in onda l’intervista di una psicologa ucraina, in forza all’Unicef, che racconta di bambini sotto i 2 anni sottoposti a violenze inimmaginabili.
L’Huffpost due giorni dopo rilancia con un articolo che afferma che sono in aumento le notizie di violenza sessuale su minori, inclusi i neonati. A sostegno delle accuse riporta la dichiarazione del Presidente della Commissione Europea Peter Stano, e un estratto del portavoce dell’Alto rappresentate Ue J. Borrell.
Attenzione, non si sta negando la possibilità che tali notizie siano vere, si cerca di sottolineare che non c’è equilibrio, ma un solo unico senso di direzione.
Esistono anche informazioni in compensazione, che è giusto conoscere.
Il 30 maggio l’informazione di controparte comunica che la Russia indaga sulle attività sospette della Croce Rossa ucraina. Nella sede di Mariupol sono state trovate circa 1000 cartelle cliniche di bambini catalogati come “organi sani”. Nessuna procedura medica o condizione che giustificasse la registrazione dei piccoli.
Esiste anche un video che insieme alle prove raccolte sarà portato a supporto delle accuse per l’accertare i crimini commessi da Kiev.
Dove sono quei 1000 bambini? Per quale motivo hanno una cartella clinica intestata senza apparente motivo?
A mettere in dubbio la narrativa italiana circa i fatti che stanno accadendo in Ucraina per mano dei soldati russi c’è anche la dichiarazione del commissario presidenziale per i diritti dell’infanzia Daria Gerasimchuk che in diretta su un canale polacco ha smentito chiaramente.
Ha esplicitamente detto “ad oggi, l’Ufficio del Procuratore Generale dell’Ucraina non ha un solo fatto confermato di violenza”. L’emittente polacca non è sicuramente filoputiniana anzi diciamo proprio che è da sempre pesantemente russofoba.
In un momento come questo la sola cosa necessaria per contrastare la violenza sui bambini è la verità, non il tifo da stadio.
“Mai dare per scontato che ció che viene presentato come realtà, lo sia. Avere uno spirito critico é essenziale per un sano ragionamento ed analisi.“
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