GUARDA ATTRAVERSO I LORO OCCHI

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SE CREDETE CHE LO SCHERZETTO SIA DOLCE SBAGLIATE

La paura è unemozione naturale, sana e utile!

E’ fondamentale per la sopravvivenza perché fa scattare l’allarme davanti a situazioni minacciose che potrebbero essere dannose facendo così attivare risposte di attacco o fuga con correlati atteggiamenti fisiologici strutturati e ben  definiti.

Le paure dei bambini sono quindi assolutamente naturali e derivino dalla continua esplorazione della realtà, tutta sconosciuta e quindi possibile fonte di minaccia.

E’ quell’emozione che dà al bambino gli strumenti per comprendere la natura pericolosa dell’ignoto e mettersi al riparo ponendo in essere diversi comportamenti.

La paura relativa ai mostri e a personaggi inquietanti si manifesta intorno ai 3 anni di età e finisce di solito a 6/8 anni, età in cui il piccolo comprende l’inesistenza di tali entità, impara ad assimilare e gestire l’angoscia e la paura che rappresentano. Derivano dal mondo interno del bambino fatto di preoccupazioni  e insicurezze di fronte all’ignoto che, proiettato all’esterno, viene rappresentato nelle figure fantastiche che animano la realtà del bambino (fantasmi, streghe, ecc). Immaginate cosa può provare se costretto ad avere un contatto fisico con qualcosa o qualcuno che incarna la sua paura.


Obbligato proprio da un familiare che dovrebbe proteggerlo.

La paura di questi piccoli è evidente, ma sembra insignificante per questi genitori inconsapevoli

Chiarito che le paure dei bambini sono naturali ed attraverso di esse si attivano normali processi di crescita, non vanno criticate ma accolte e ascoltate con cura e reale attenzione.

I genitori devono aiutare il bambino ad esprimere e a comunicare quanto prova così da ridurre la tensione, la comprensione trasmette  un senso di accettazione e supporto.

Non sentirsi abbandonato contro quanto temuto è per i piccoli molto importante perché sperimentano la possibilità di affrontare l’ignoto con maggiore sicurezza e senza sentirsi soli.

Cerchiamo di non sminuire mai i loro timori, nemmeno i più bizzarri.

Non diciamo “non avere paura” o “non fare il fifone “ perché così facendo si instaura nel piccolo l’idea di essere inadeguato, incapace, inadatto. Impara che esprimere le proprie emozioni a chi dovrebbe proteggerlo può causare dolore, ed è quindi controproducente perché lo si spinge  a  inibire e nascondere quanto sente.

COSA FARE QUINDI?

Mamma e papà non dovrebbero mai minimizzare le emozioni dei piccoli, anzi! Lo sforzo dovrebbe essere cercare di entrare nel mondo dei loro figli  per comprendere la natura dei personaggi fantastici e quale significato assumono per loro.

Solo così si possono aiutare, infondendo loro sicurezza. Con il tempo i bambini sono perfettamente in grado di trovare gli strumenti per sconfiggere i mostri e la paura imparando a gestirla.

Rendere meno pericoloso l’oggetto della paura può essere un modo, magari scrivendo con i bambini una fiaba in cui loro e l’essere spaventoso diventano amici, oppure dove quest’ultimo svela un lato umano.


COSA ACCADE AI PICCOLI COSTRETTI A SUBIRE LA PAURA?

Momenti che dovrebbero essere felici , trasformati in incubi che rimangono per una vita.

Costringere un piccolo a subire il suo terrore è una vera e propria violenza psicologica.

Molti genitori, inconsapevolmente, compiono azioni a cui non danno peso e che purtroppo hanno conseguenze nella psiche dei propri bambini causando loro dei veri e propri micro-traumi.

Il trauma psicologico è una ferita dell’anima in cui un evento improvviso irrompe negativamente nella quotidianità dell’infante alterandola e creando confusione all’interno della stessa distorcendone la percezione.

Si chiamano “piccoli traumi perché sono delle esperienze soggettive disturbanti caratterizzate da una percezione del pericolo non particolarmente intensa.

I traumi emotivi sono molteplici nel corso della vita, tutti siamo sottoposti a piccoli o grandi shock, spesso si risolvono da soli, ma sempre più spesso lasciano ferite profonde, basti pensare che il 78% dei bambini sotto i 5 anni ha subito almeno un trauma e almeno il 20% sotto i 6 anni è in terapia per superare i turbamenti dovuti da abusi, abbandono o altro.

Insistere costringendo un piccolo a stare in posa con qualcosa che teme, pretendendo che non abbia paura perché glielo dice mamma o papà, o pensare che sia un modo per fargli superare il disagio è assolutamente controproducente! Si crea solo insicurezza, disorientamento.

La violenza a cui vengono sottoposti li rende timorosi anche di ciò che conoscono, resistenti al cambiamento.

Avere la foto ricordo con il personaggio di turno è così importante? Che sia il coniglietto di Pasqua, Babbo Natale o il supereroe, quello che conta è la reazione del piccolo.

I bambini non vanno manipolati ma cresciuti con amore, avvolgendoli in un costante abbraccio che li faccia sentire al sicuro, accompagnandoli quando devono affrontare ed elaborare qualcosa che per loro, non solo non è familiare, ma può essere pericoloso.


EFFETTI NEL BREVE E NEL MEDIO LUNGO PERIODO, LA PSICOLOGA RISPONDE 

La psicologa interpellata dal nostro team spiega che i piccoli hanno risposte diverse poiché le variabili che ne condizionano le modalità di risposta sono molteplici.

La sensibilità, il livello di sicurezza, la capacità di elaborazione sono tutti elementi che variano da bambino a bambino. 

Possono verificarsi, nel breve tempo,  difficoltà nella gestione della separazione dalle figure di riferimento, enuresi, incubi, stati di ansia, ecc.

Precisa in ultimo, che nella maggior parte dei casi (ma non esiste una legge univoca e precisa) i bambini possono avere comportamenti deviati da adulti quando l’esposizione a traumi è costante, reiterata nel tempo; ma sottolinea che lo sminuire o ironizzare sulla paura porta comunque insicurezza e destabilizza il bambino. 


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