Il gigante asiatico conta di siglare accordi con 10 stati
Il Dragone ha fissato un incontro alle isole Fiji la prossima settimana (dal 26maggio al 4 giugno), durante il quale conta di portare a buon fine negoziati bilaterali con almeno 10 paesi (Fiji, Kiribati, Papua Nuova Guinea, Samoa, Timor Est, Tonga e Vanuatu, saranno presenti, Isole Cook, Niue e gli Stati federati della Micronesia, saranno in videoconferenza).
Il Common Development Vision è un accordo molto temuto dai paesi AUKUS (Australia, UK, USA).
A capo della delegazione il ministro degli Esteri Wang Yi. Il nuovo ministro degli esteri Australiano si recherà alle Fiji giovedì prossimo, per riallacciare i rapporti con gli stati interessati e cercare di riavvicinarli a posizioni filo-occidentali.
La Cina ha interesse ad espandere la sua influenza sul Pacifico nei seguenti settori:
- formazione della polizia/militare: l’accordo prevede un’integrazione nella lotta al crimine internazionale, lo scambio dei dati delle rispettive polizie (condividendo anche i laboratori per analisi forensi su impronte digitali, campioni di stupefacenti, esami autoptici ed indagini sulle impronte digitali) e di aumentare la difesa della legge facendo cooperare i corpi di polizia,
- sicurezza informatica: saranno definite regole condivise per una gestione globale dei dati in rete,
- mappatura marina ed ottenimento di un maggiore accesso alle risorse naturali: in contropartita ai punti precedenti la Cina permetterà un’intensificazione degli scambi commerciali e l’ammissione dei firmatari ad un’area di libero scambio. Pechino si aspetta di accedere a infrastrutture e materie prime energetiche, minerali, informatiche, agricole, di silvicoltura e di pesca. L’intensificazione dei commerci mira ad incentivare investimenti diretti delle aziende cinesi nell’area. La mappatura dei mari e la loro esplorazione permetterà all’esecutivo di Xi un accesso prioritario alle risorse naturali dell’area.
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L’accordo ricalca quello siglato con le isole Salomone il mese scorso, dove la Cina ha ottenuto di collaborare anche alle politiche anti-covid, agli scambi culturali, ad iniziative scolastiche comuni ed alla gestione delle crisi.
Le acque agitate intorno a Taiwan e la contrapposizione con gli Usa, dopo le continue esercitazioni da una parte e le dichiarazioni di Biden dall’altra, stanno alzando la tensione in tutta la regione Asia-Pacifico. Pechino dimostra di avere le idee chiare sul futuro, muovendosi con piani a medio termine (tutti gli accordi sono a 5 anni, in linea con i piani di governo e partito), cercando di costruire un mondo basato su un equilibrio multipolare e puntando a superare il modello unipolare creatosi dopo il crollo del muro di Berlino nel 1989.
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