Raggiunta in commissione Europea l’intesa sul provvedimento
La Scalata a Twitter di Elon Musk ha aperto una discussione sulla libertà d’opinione online. L’imprenditore di origini sudafricane si è espresso più volte a favore di una riduzione della censura in rete, proprio nel momento in cui l’UE si muove nella direzione opposta, con una previsione sulla nuova regolamentazione alle attività online che in caso di emergenza prevede la possibilità di oscurare determinati argomenti. Questo aspetto della norma ha ricevuto un plauso da Hillary Clinton, per tutelare la democrazia da “disinformazione ed estremismo”.
Venerdi 23 aprile è stato raggiunto un accordo politico per un disegno di legge sui servizi digitali (DSA) tra il Consiglio e il Parlamento europeo, a conclusione di un iter legislativo iniziato a dicembre 2020.
A detta della UE stessa, la natura degli attori regolati e l’aspetto innovativo della supervisione coinvolta, il Digital Services Act è una prima mondiale nel campo della regolamentazione digitale e segue il principio che ciò che è illegale offline deve essere illegale anche online. Mira a proteggere lo spazio digitale contro la diffusione di contenuti illegali e a garantire la protezione dei diritti fondamentali degli utenti.
Questa legge si applicherà a tutti gli intermediari online che forniscono servizi nell’UE. Gli obblighi introdotti sono proporzionati alla natura dei servizi interessati e adeguati al numero di utenti, il che significa che le piattaforme online molto grandi (VLOP- Very Large Operation Platform) e i motori di ricerca online molto grandi (VLOSE – Very Large Operation Search Engine) saranno soggetti a requisiti più rigorosi. I servizi con più di 45 milioni di utenti attivi mensili nell’Unione europea rientreranno nella categoria delle piattaforme online molto grandi e dei motori di ricerca molto grandi.
Per salvaguardare lo sviluppo delle start-up e delle piccole imprese nel mercato interno, le micro e piccole imprese con meno di 45 milioni di utenti attivi mensili nell’UE saranno esentate da alcuni nuovi obblighi.
Al fine di garantire un’attuazione efficace e uniforme dei requisiti previsti dalla DSA, il Consiglio e il Parlamento hanno deciso di conferire alla Commissione il potere esclusivo di supervisionare piattaforme e motori di ricerca per gli obblighi specifici di questo tipo di attori.
Saranno supervisionati a livello europeo in collaborazione con gli Stati membri. Questo nuovo meccanismo di supervisione mantiene il principio del paese d’origine, che continuerà ad applicarsi ad altri attori e requisiti coperti dalla DSA, ciò significa che in ciascun Paese sarà permesso di pubblicare i contenuti ai sensi delle leggi del Paese stesso.
Dato il ruolo importante giocato da questi attori nella vita quotidiana dei consumatori europei, la DSA imporrà un dovere di cura ai marketplace nei confronti dei venditori che vendono i loro prodotti o servizi sulle loro piattaforme online.
I marketplace dovranno in particolare raccogliere e mostrare informazioni sui prodotti e servizi venduti per garantire che i consumatori siano correttamente informati. Un’altra finalità della norma è evitare che le Big Tech, agendo da Gatekeeper che attirano molti utenti e permettono loro di acquistare online, possano mettere in atto condotte atte a falsare la concorrenza oppure a favorire determinati aziende rispetto ad altre che operano sullo stesso mercato.
Il provvedimento introduce l’obbligo per le piattaforme e i servizi digitali molto grandi di analizzare i rischi sistemici che creano e di effettuare un’analisi di riduzione del rischio.
Questa analisi deve essere effettuata ogni anno e permetterà un monitoraggio continuo volto a ridurre i rischi associati a:
-diffusione di contenuti illegali
-effetti negativi sui diritti fondamentali
-manipolazione di servizi che hanno un impatto sui processi democratici e sulla sicurezza pubblica
-effetti negativi sulla violenza di genere e sui minori e gravi conseguenze per la salute fisica o mentale degli utenti
-Modelli oscuri
-Per le piattaforme e le interfacce online coperte dal DSA, i legislatori hanno concordato di vietare le interfacce ingannevoli note come “modelli oscuri” e le pratiche volte a ingannare gli utenti. Si ipotizzano sanzioni intorno al 6%-10% del fatturato per le Società sprovviste di questi requisiti di analisi del rischio.
I sistemi di pubblicità online raccolgono i gusti degli utenti online, permettendo loro di accedere rapidamente ai contenuti pertinenti.
I requisiti di trasparenza per i parametri dei sistemi di raccomandazione sono stati introdotti al fine di migliorare le informazioni per gli utenti e le scelte che fanno. Le piattaforme social ed i motori di ricerca dovranno offrire agli utenti un sistema di raccomandazione dei contenuti che non sia basato sulla loro profilazione. In concreto sarà vietato proporre pubblicità mirata su religione, orientamento sessuale oppure all’etnia; sarà più semplice disdire gli abbonamenti online. I player saranno obbligati a mostrare gli algoritmi che regolano la visibilità delle informazioni. È previsto l’obbligo per i servizi di hosting e le piattaforme online di spiegare i motivi di rimozione di determinati contenuti, dando agli utenti la possibilità di fare ricorso. Le Big tech dovranno fornire disclaimer più approfonditi riguardo i rischi che si corrono usufruendo delle loro piattaforme.
Le piattaforme accessibili ai minori dovranno mettere in atto misure di protezione speciali per garantire la loro sicurezza online, in particolare quando sono a conoscenza che un utente è minorenne. Alle piattaforme sarà vietato presentare pubblicità mirata basata sull’uso dei dati personali dei minori, come definito nel diritto dell’UE.
Nel contesto dell’operazione russa in Ucraina e del particolare impatto sulla manipolazione dell’informazione online, è stato aggiunto al testo un nuovo articolo che introduce un meccanismo di risposta alle crisi. Ciò significa che, in caso di stati di emergenza futuri, i contenuti online potranno essere censurati.
Questo meccanismo sarà attivato dalla Commissione su raccomandazione del consiglio dei coordinatori nazionali dei servizi digitali. Esso permetterà di analizzare l’impatto delle attività di social e motori di ricerca sulla crisi in questione e di decidere le misure proporzionate ed efficaci da mettere in atto per il rispetto dei diritti fondamentali.
Le finalità di tutelare i consumatori, le aziende, gli utenti della rete ed i minori sono positive, ed un provvedimento in questo senso si attendeva da venti anni, visto il modo in cui è cambiato il mondo. Tuttavia il punto sulle “misure proporzionate ed efficaci” in caso di “stati di emergenza” apre un interrogativo (alla luce della comunicazione sul Covid oppure sul conflitto in Ucraina): la libertà di pensiero è a rischio?
Fonti:
https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2022/04/23/digital-services-act-council-and-european-parliament-reach-deal-on-a-safer-online-space/
https://tg24.sky.it/tecnologia/2022/04/23/nuove-regole-big-tech-accordo-ue-contenuti-dsa
https://www.smartworld.it/internet/digital-services-act-europa.html
https://fasi.eu/it/articoli/11-norme/22678-digital-services-act.html