Twitter Files 6 Supplemento: TWITTER E LA TASK FORCE FEDERALE

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Sempre più informazioni vengono rilasciate in tempi rapidi e questo supplemento ne è la prova diventando una prosecuzione del thread TWITTER FILE 6 relativo all’ FBI. Questo aggiornamento mette luce su una vera e propria Task Force Federale in servizio appositamente per i contenuti di Twitter, la quale elaborava dati provenienti dagli account e in automatico si attivava per privarli della possibilità di esprimere un’opinione. Non era l’unica azione che svolgeva poiché si impegnava anche a condurre i contenuti su un unico binario di percorrenza, il che ha reso impossibile qualsiasi confronto sulla reale conoscenza dei fatti.

L’apertura di questi condotti fognari che hanno tenuto banco fino ad ora nel border di Twitter ci da la giusta misura di quanto tutto il sistema informativo sia compromesso e di quanto abbiano elaborato per eludere la nostra facoltà di comprendere tutte le informazioni chiave. Quanto sporco esiste nelle intelligence governative e nei Governi stessi non è dato sapere, l’unica cosa certa è che la loro priorità avrebbe dovuto essere la messa in sicurezza dei propri cittadini e contribuenti e non sopprimere le loro identità e i loro pensieri, cosa che hanno da sempre ampiamente fatto.

Per chi avesse perso i precedenti thread li può leggere cliccando la scritta blu: TWITTER FILES 1, TWITTER FILES 1 supplemento, TWITTER FILES 2, TWITTER FILES 3 (parte 1), (Parte 2), (Parte 3), TWITTER FILES 6.

THREAD: file Twitter supplementari

Nel luglio del 2020, l’agente dell’FBI di San Francisco Elvis Chan dice al dirigente di Twitter Yoel Roth di aspettarsi domande scritte dalla Foreign Influence Task Force (FITF), il gruppo inter-agenzia che si occupa di minacce informatiche.

Gli autori del questionario sembrano scontenti di Twitter per aver insinuato, in un “briefing DHS/ODNI/FBI/Industry” del 20 luglio, che “avete indicato di non aver osservato molta attività recente da parte di attori della propaganda ufficiale sulla vostra piattaforma”.

Si potrebbe pensare che questa sia una buona notizia. Le agenzie sembrano pensarla diversamente. Chan lo ha sottolineato: “Ci sono state diverse discussioni all’interno dell’USIC per ottenere chiarimenti dalla vostra azienda”, ha scritto, riferendosi alla Comunità di Intelligence degli Stati Uniti.

La task force ha chiesto di sapere come Twitter sia giunto alla sua impopolare conclusione. Stranamente, ha incluso una bibliografia di fonti pubbliche – tra cui un articolo del Wall Street Journal – che attesta la prevalenza delle minacce straniere, come se volesse dimostrare a Twitter di essersi sbagliato.

Roth, ricevute le domande, le ha fatte circolare con altri dirigenti dell’azienda e si è lamentato di essere “francamente perplesso dalle richieste, che sembrano più simili a quelle di una commissione del Congresso che del Bureau”.

Ha aggiunto di non essere “a suo agio con il Bureau (e per estensione con l’IC) che chiede risposte scritte”. L’idea che l’FBI funga da tramite per la comunità dell’intelligence è interessante, dato che a molte agenzie è vietato operare a livello nazionale. Poi ha inviato un’altra nota interna, dicendo che la premessa delle domande era “sbagliata”, perché “siamo stati chiari sul fatto che la propaganda ufficiale dello Stato è sicuramente una cosa su Twitter”. Si noti il corsivo per l’enfasi.

Roth ha suggerito di “mettersi al telefono con Elvis il prima possibile e cercare di risolvere la questione”, per dissuadere le agenzie dall’idea che la propaganda di Stato non sia una “cosa” su Twitter. Questo scambio è strano, tra l’altro, perché alcuni dei materiali “bibliografici” citati dal FITF sono riconducibili a funzionari dell’intelligence, che a loro volta hanno citato le fonti pubbliche.

L’FBI ha risposto al rapporto di venerdì affermando di “impegnarsi regolarmente con entità del settore privato per fornire informazioni specifiche sulle attività sovversive, non dichiarate, segrete o criminali di attori stranieri di influenza maligna identificati”.

Può darsi che sia vero, ma finora non abbiamo riscontrato questo nei documenti. Invece, abbiamo visto per lo più richieste di moderazione che riguardano account con pochi follower appartenenti a comuni cittadini americani e a Billy Baldwin.

Guardate @BariWeiss e @ShellenbergerMD per ulteriori informazioni sui Twitter Files.

FINE SUPPLEMENTO.

Non c’è poi molto da aggiungere a quanto scritto, ma alcune cose curiose le abbiamo trovate in risposta al thread di @MattTaibbi che lo ha pubblicato e vi riportiamo alcuni scambi interessanti dove troviamo una grande azione di personaggi politici a contrasto sul rilascio dei files.. Come sempre l’appuntamento è fissato al prossimo TWITTER FILES.

Matt Taibbi: (1 Cita il tweet) “È molto strano che le persone (cough, @tedlieu) pensino che il rapporto tra FBI e DHS con Twitter e altre piattaforme sia una storia di parte. È avvenuta e cresciuta sotto le amministrazioni repubblicane e democratiche. Questo riguarda tutti.” (2 Cita il tweet) “Poi li ha frettolosamente rassicurati che sarebbero stati d’accordo. Ma la capacità di comprensione della lettura non è un requisito essenziale per ricoprire un incarico pubblico.”

Matt Taibbi: (Cita il tweet) “Si noti il linguaggio di questa e-mail dell’ex dirigente di Twitter: l’azienda ha a che fare con “il Bureau (e per estensione l’IC)”. Ricordate che alcune agenzie di intelligence hanno usato l’FBI come un mezzo legale per perseguire missioni nazionali: aclu.org/other/more-abo…

Matt Taibbi: (Cita il tweet) “No. Dovrebbe essere guidato dall’FBI, dal DHS e dall’ODNI, giusto?

Quindi sì, parliamo di libertà di parola e di sicurezza. Ma Twitter è una piattaforma utilizzata da centinaia di milioni di persone.
LE REGOLE DEL SITO NON DOVREBBERO ESSERE GUIDATE DAGLI INTERESSI DONCHISCIOTTESCHI DI UN MILIARDARIO.
L’HA COMPRATO, MA HA ANCHE BISOGNO CHE GLI UTENTI LO ACQUISTINO. Judd Legum.
Christopher Steele, ex funzionario dei servizi segreti britannici, avrebbe preparato un falso dossier su Trump
L’ex spia è direttore della Orbis Intelligence Ltd. con sede a Londra.
Inizio a sentire i partner”.

Matt Taibbi: (Cita il tweet) “Il contesto: 8 gennaio 2021, poche ore prima che Trump fosse bandito dalla piattaforma.”

E alla fine la nostra. 😊

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