TRANSUMANESIMO: ECTOGENESI – UTOPIA O REALTÀ Parte 2

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DESIDERIO INDOTTO – IL “BISOGNO” DELL’ ECTOGENESI

Finora qualsiasi speculazione sul futuro dell’ectogenesi al pubblico può sembrare più una teoria futuristica che una previsione scientifica. Per molto tempo qualsiasi ricerca sugli embrioni umani è stata limitata alle prime due settimane. La Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali (ISSCR) ha rilasciato, nel 2021, una versione aggiornata delle linee guida etiche per gli esperimenti su cellule umane e sugli embrioni, che ha effettivamente abolito la “regola dei 14 giorni”. Ora quindi la ricerca può teoricamente essere effettuata in qualsiasi momento, ma non ci sono informazioni pubbliche circa l’avvento di operazioni eseguite con questa nuova opportunità.

Se vi siete persi la prima parte dell’articolo, lo troverete quì di seguito:
TRANSUMANESIMO: ECTOGENESI – UTOPIA O REALTA’ – UTERI ARTIFICIALI – NECESSITÀ REALE O UN DESIDERIO INDOTTO?

Embrioni di topo, i cui cuori pulsanti sono visibili, sono cresciuti fuori dall’utero dopo quattro giorni. Credito Credito… Di A. Aguilera-Castrejon Et Al., Natura 2021

Sicuramente grazie all’ectogenesi, gli scienziati troveranno in futuro il modo di studiare la formazione e la nascita di un nuovo essere umano dall’inizio alla fine. Il problema etico della maternità surrogata scomparirà e i medici saranno ancora più efficaci nell’assistere le persone senza utero o con infertilità.

Allo stesso tempo, qualsiasi tecnologia basata su un nuovo modo di vedere la gravidanza porta con sé una serie di problemi. In primo luogo, non c’è garanzia che la parte della famosa distopia di Huxley sul rigido controllo sociale non diventi profetica.

In secondo luogo la posizione delle donne può cambiare, in meglio o in peggio, in base alla realtà che vivono. Nei paesi progressisti, per esempio, l’abbandono del parto naturale rischia di approfondire il concetto di equa condivisione delle responsabilità genitoriali dal momento del concepimento. Nelle società conservatrici, invece, la perdita della funzione essenzialmente unica delle donne di procreare può portare a una situazione disastrosa per quanto riguarda i diritti di genere. Si può, per esempio, tentare di rimuoverle completamente dalla questione dell’allevamento delle generazioni future, lasciando loro solo il poco invidiabile ruolo di fornitrici di ovuli.

Ovociti derivati ​​in laboratorio da cellule staminali embrionali. O. Hikabe et. al., Nature 538, 7625 (20 ottobre 2016) © MacMillian Publisher Ltd

In ogni caso, il lavoro sulla biotecnologia riproduttiva è già iniziato da molto tempo e forse l’ectogenesi al di fuori dei laboratori sperimentali sarà il motivo di riflessione dal quale l’umanità dovrà, ancora una volta, ripartire per rivalutare e ripensare la sua visione del mondo.

LA MACCHINA DELLA PROPAGANDA È GIÁ A PIENO REGIME

Ciò che preoccupa è la dissonanza delle informazioni e le reazioni che tale realtà crea nei diversi paesi del mondo.

Per esempio, in alcuni stati americani i governatori si stanno impegnando in una campagna di sensibilizzazione sull’importanza di non abortire se non necessario per la salute della madre. Ne è un promotore di tutto rispetto il governatore Ron DeSantis in Florida che ha firmato una legge il 14 aprile scorso per vietare gli aborti oltre le 15 settimane di gestazione.

In altri invece, come in Colorado, i governatori si stanno adoperando affinché vengano modificate le leggi. Modifiche che se venissero approvate sarebbero vere e proprie “leggi della morteperché permetterebbero l’infanticidio, quindi l’uccisione del bambino nella fase PERINATALE.

Non bisogna poi dimenticare che le chiare posizioni dell’industria dell’aborto, sostenuta dall’ONU e dalle diverse organizzazioni nazionali americane unite sotto il nome di Planned Parenthood, incentrate sullo sviluppo della legislazione abortista e sul mantenimento del pagamento di ogni singolo aborto da parte del contribuente, costo che può arrivare a 750$ e che in alcuni casi è coperto da piani assicurativi come quello di Medicaid. In riferimento al discorso sugli aborti vi ricordiamo l’articolo dell’8 aprile dove riportammo il ritrovamento di feti ritrovati da un camionista che lavorava per un’azienda di rifiuti biologici e che indicava un possibile infanticidio

Il ritrovamento di corpi di neonati può indicare un infanticidio dopo tentativi di aborto [CONTENUTO GRAFICO]

Ma l’aborto è una pratica che comporta anche delle conseguenze che superano il mero costo sociale economico, a riguardo l’approfondimento nella pubblicazione “il legame ABORTO-AUTISMO”.

Anche il clero sembra appoggiare la tecnica dell’utero artificiale e quindi la tendenza al transumanesimo poiché, come riportato in questo articolo “Gli uteri artificiali potrebbero creare un cambiamento sismico nel dibattito sull’aborto, sui diritti riproduttivi”.

ALCUNE PUBBLICAZINI IN MERITO

Di pochi giorni fa la pubblicazione della casa editrice Springer che ha presentato il libro “Tecnologie della narrativa speculativa femminista

Essere un utero artificiale macchina-uomo”.

Abstract: Anne Charnock predice l’imminente era delle nascite senza madre descrivendo il futuro delle tecnologie riproduttive e le sue innumerevoli conseguenze per omo/eterogenitori in Dreams Before the Start of Time (2018). Narra come l’ectogenesi e la partenogenesi possano costringere le scelte produttive delle donne attraverso le generazioni a causa di circostanze sociali e di dominio pubblico che considerano la gravidanza come “un’anomalia sociale”. Il romanzo di Charnock si occupa della disuguaglianza sociale e delle questioni dell’abilismo, poiché i bambini geneticamente modificati potenzialmente creeranno un’altra distinzione di classe tra umani “GenRich” geneticamente superiori e “GenPoor” nati per natura. Questo capitolo mostra come le scelte riproduttive alterate distintamente dalla biotecnologia influiscano sul legame e sulla relazione genitore-figlio, offrendo nuove forme familiari e modificando lo stato sociale della genitorialità. Mostra l’importanza di essere genitore, figlio e famiglia in ogni generazione.



Sul sito Researchgate tra i seminari di perinatologia possiamo trovare una pubblicazione che intitola “Considerazioni etiche nell’uso della tecnologia artificiale dell’utero/placenta”.

Abstract: nonostante i miglioramenti nella sopravvivenza negli ultimi decenni, l’immaturità polmonare e l’uso della ventilazione meccanica hanno rallentato la riduzione delle morbilità a breve e lungo termine per i bambini al limite della vitalità (22-24 settimane di gestazione). È stato a lungo sospettato che l’uso di un utero o di una placenta artificiale, per preservare la fisiologia fetale nativa e mantenere i polmoni pieni di liquidi anziché di aria, aiuterebbe a migliorare i risultati per questi bambini. Pertanto, diverse istituzioni stanno implementando gli sforzi per sviluppare questa tecnologia, portandola sul campo della neonatologia in vista delle sperimentazioni cliniche. Prima dell’uso negli esseri umani, dovrebbero essere considerate e discusse diverse importanti questioni etiche, incluso lo stato morale di questi pazienti e il termine usato per descriverli: neonato, feto o altro. Queste definizioni determineranno quando è opportuno utilizzare la tecnologia e quando è consentito ritirare questo supporto, nonché come attribuire i diritti dei genitori e lo stato legale di questi pazienti.

CONSIDRAZIONI FINALI

Molte tecnologie promettono la creazione di un futuro più sano, la cura di disabilità e affermano di avere uno scopo premuroso nei confronti dei destinatari.

Il discorso sugli uteri artificiali si basa sulla trasparenza dei termini chiave: salute, disabilità, assistenza, che sono in effetti altamente controversi ed eticamente e politicamente ambigui.

I risultati dell’intervento ectogenetico richiedono un’analisi approfondita e le motivazioni e le ipotesi che guidano tale sviluppo tecnologico necessitano di un esame informato e serio.

Fin qui gli aspetti normativi, etici e lo stato, perlomeno dichiarato, della ricerca scientifica in merito all’ectogenesi.

Vi sono tuttavia delle considerazioni, attinenti a aspetti ben differenti, da cui non si può prescindere.

La scienza ha operato, nei confronti della Vita, e conseguentemente della comprensione che le persone ne hanno, pesanti riduzionismi e meccanicismi, riconducendola a mera questione biochimica.

Gli aspetti spirituali, misterici, energetici, emotivi e mentali sono stati esclusi dal corpus di conoscenze che vengono prese in considerazione quando si tratta di operare delle scelte relative ai margini di intervento consentiti, come se essi non avessero alcun peso nel concorrere alla creazione di ciò che noi consideriamo umano.

Poiché la scienza moderna occidentale opera in modo sistematico una selezione di tutti questi aspetti è considerazione conseguente e ovvia l’affermare che non ne abbia comprensione alcuna e ignori l’interazione che essi creano con la biologia, partecipando, de facto, al funzionamento dell’organismo.

Legittimo quindi chiedersi che tipo di creatura, certamente non umana, vedrà la luce a seguito dello sviluppo di queste tecnologie.

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