NODO SCORSOIO 31 ottobre 2022

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LA VOCE DI UN IRRIVERENTE

DAL “CASUS BELLI” NELL’ATTENTATO A SEBASTOPOLI ALLE CONTESTATE ELEZIONI BRASILIANE

Si apre una settimana importante, sulla scorta di avvenimenti di grande rilievo. È probabile che in serata la Russia presenti le prove di cui dispone sull’attentato di Sebastopoli, perpetrato contro la flotta del mar Nero.

Su richiesta della Russia, questa sera stessa, si riunirà il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per valutare le accuse mosse dal Cremlino alla Marina Britannica, che avrebbe pianificato l’attacco nel Mar Nero e, quasi non bastasse, avrebbe addirittura agito direttamente nell’attacco al gasdotto Nord Stream. Nella fattispecie, l’attacco costituirebbe un vero e proprio “casus belli”, perciò mosso direttamente contro la Russia.

Non penso che il Ministero della Difesa russo lancerebbe accuse così gravi, se non disponesse di prove fondate sulle responsabilità britanniche, soprattutto non lo farebbe in un momento di così alta tensione, visto che l’intenzione chiaramente manifestata dal presidente russo Vladimir Putin è stata sinora quella di non cedere alle provocazioni occidentali.

Come sapete, la Russia ha nel frattempo sospeso gli accordi sul grano, poiché a violarli sono stati proprio coloro i quali li avevano caldeggiati, e non già per una questione umanitaria, considerando che è stato ampiamente dimostrato come il grano ucraino sia finito per la maggior parte in Europa, anziché nei paesi dell’Africa, come appariva dai propositi dell’ONU, che se ne era fatto carico.

Ma passiamo all’elezione di Luis Inazio Lula da Silva, che ieri sera ha superato nel ballottaggio Jair Bolsonaro. L’ex presidente brasiliano ha vinto di poco e da più parti si sostiene la tesi dei brogli elettorali. È notizia dell’ultim’ora che Bolsonaro, esponente di destra, non avrebbe alcuna intenzione di “concedere” al suo avversario populista. 

Che sia vero, oppure no, che Lula si sia aggiudicato il ballottaggio ricorrendo a una frode, vorrei ad ogni modo rimarcare come lo stesso Lula sia stato tra i promotori del patto dei BRICS (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) di cui abbiamo parlato spesso anche su Ring Live del giovedì, tant’é che la sua elezione è molto gradita a ai Paesi che ne fanno parte, ed è acclamata da tutta l’America Latina, che negli ultimi mesi si è spostata rapidamente a sinistra, dopo le affermazioni di Gabrie Boric in Cile, Gustavo Petro in Colombia, ma anche dalle altre due principali economie sudamericane, il Messico di Andres Manuel Lopez Obrador e dal presidente argentino Alberto Fernandez; quest’ultimo, in particolare, ha fatto richiesta per entrare a far parte dei BRICS, che sarà ovviamente appoggiata dal suo amico Lula.

Occorre ricordare che i BRICS rappresentano la sfida più audace al globalismo e all’egemonia degli Stati Uniti nel mondo. 

È altrettanto importante sottolineare che Lula non è nemmeno solidale con le politiche degli Stati Uniti riguardo l’Ucraina, cui ha chiesto formalmente di raggiungere un accordo di pace. Il presidente russo Vladimir Putin non ha fatto mancare le sue congratulazioni al nuovo presidente brasiliano, considerato – a ragione – un buon amico della Russia.

Qualcuno un po’ maliziosamente ne approfitta per rammentare che Lula sia stato anche tra i migliori amici di Fidel Castro, come se questo fosse un segreto da tenere nascosto, dimenticando come, invece, Fidel Castro sia stato il più irriducibile tra i nemici degli Stati Uniti, avendone sfidato più di chiunque altro le mire imperialistiche.

A riprova di questo, basti tener conto che Fidel Castro è sopravvissuto a 637 attentati contro la sua vita, per la maggior parte organizzati dalla CIA, contro la quale ha sempre puntato il dito, denunciandone le cospirazioni.

Quando nel ‘59 entrò trionfalmente all’Avana, a capo del suo esercito rivoluzionario, dovette affrontare attacchi durissimi, sanzioni e ritorsioni dalle élite globaliste, ma si oppose con energica ostinazione, dichiarando tempo dopo che la Storia lo avrebbe giustificato.

Sia chiaro, non sostengo la difesa di nessuno, si chiami Lula o Castro, ma teniamo sempre a mente che la Storia ci è stata raccontata dai globalisti che oggi combattiamo.

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