PRIMA LEGGE RAZZIALE IN EUROPA DOPO 77 ANNI.
Il 21 luglio 2021 il presidente Volodymyr Zelensky ha promulgato una legge sui «popoli autoctoni», con la quale si riconosce il godimento dei Diritti dell’uomo e del cittadino e delle Libertà fondamentali solo agli ucraini di origine scandinava o germanica, non a quelli di origine slava. È la prima legge razziale in Europa da 77 anni.
Il 2 novembre 2021, su suggerimento di Victoria Nuland, il presidente Zelensky ha nominato Dmitro Yarosh consigliere del comandante in capo delle forze armate ucraine, generale Valerii Zaluzhnyi, con l’incarico di preparare l’attacco al Donbass e alla Crimea. È importante ricordare che Yarosh è nazista, mentre Nuland e Zelensky sono ebrei ucraini (Victoria Nuland, cittadina statunitense e attuale Vice Segretaria di Stato USA, lo è per le proprie origini).
In otto anni, dal cambio di regime all’operazione militare russa esclusa, i neonazisti in Ucraina hanno ucciso almeno 14.000 ucraini.
Il presidente Zelensky ha dichiarato a tutti gli effetti già guerra alla Russia il 17 febbraio 2022, ordinando alle truppe banderiste incorporate nell’esercito di attaccare i cittadini del Donbass. Poi, davanti ai dirigenti dei Paesi membri della Nato, ha sbandierato il drappo rosso per far imbestialire il toro russo, dichiarando che il suo Paese vuole la bomba atomica (Guarda il Video), in violazione dei trattati internazionali.
Aveva inoltre già introdotto un decreto legge il 2 febbraio 2022 per rafforzare le capacità difensive dell’Ucraina, chiamando alla leva obbligatoria gli uomini tra i 18 e i 60 anni e successivamente ha introdotto la legge marziale il 24 febbraio fornendo armi in grande quantità ai cittadini comuni senza un adeguato addestramento.
La cronologia è indiscutibile.
Questa guerra non l’ha voluta Mosca, ma Kiev, nonostante il prevedibile prezzo che avrebbe pagato. Il presidente Zelensky ha deliberatamente messo in pericolo il proprio popolo e lui, solo lui, porta la responsabilità delle sofferenze che gli fa patire.