
Il Progetto del Canale Ben Gurion – L’aspetto economico della distruzione di Gaza
L’aspetto puramente economico della guerra per annientare Gaza e cancellarla dall’esistenza, e i preparativi arabi e internazionali per il Progetto del Canale Ben Gurion.
Il Progetto del Canale Ben Gurion, talvolta denominato Canale Israeliano o Palestinese, è emerso come un’iniziativa trasformativa e ambiziosa da parte di Israele nel campo dello sviluppo delle infrastrutture globali. Questo canale proposto mira a creare una nuova via d’acqua attraverso i territori palestinesi occupati e Israele, collegando il Mar Rosso al Mediterraneo e diventando di fatto un concorrente del rinomato Canale di Suez in Egitto. In questo articolo, esploriamo gli aspetti chiave di questo progetto e i suoi potenziali effetti sulla distruzione di Gaza.

La distruzione di Gaza e il contesto economico
Dall’inizio delle operazioni a Gaza in risposta alle incursioni di Hamas nei territori occupati e negli insediamenti, sono emerse diverse domande logiche: Come ha fatto Hamas a compiere questa intrusione, considerando i progressi tecnologici e di intelligence dell’occupazione israeliana? Come hanno attraversato i checkpoint senza essere individuati dai radar? Questi interrogativi fanno riferimento a un’operazione interna del Mossad che potrebbe aver pianificato o agevolato l’operazione per scatenare un piano preordinato di distruzione della Striscia di Gaza ed evacuazione della sua popolazione.
Il Progetto del Canale Ben Gurion
Il progetto mira a creare una via d’acqua lunga circa 293 chilometri, un terzo più lunga dell’attuale Canale di Suez (193,30 km). Questo progetto prende il nome dal fondatore di Israele, David Ben-Gurion, ed è volto a risolvere le criticità del Canale di Suez, come blocchi e chiusure prolungate. Tuttavia, il suo avvio ha affrontato problemi significativi, tra cui la difficoltà di scavo, l’accesso libero alle acque del Golfo di Aqaba e del Mar Rosso e, soprattutto, la posizione della Striscia di Gaza, considerata una minaccia alla sicurezza dell’infrastruttura economica.
La perforazione del canale
Date le caratteristiche geografiche tra il Mar Mediterraneo e il porto di Eilat nel Golfo di Aqaba, lo scavo del canale rappresenta un’impresa costosa e a lungo termine. Nel 1963, gli Stati Uniti proposero una soluzione drastica: l’utilizzo di 590 bombe nucleari per facilitare lo scavo. Il costo stimato del progetto era di 575 milioni di dollari all’epoca, salito a 5 miliardi di dollari nel 2021.
L’accesso di Israele al Mar Rosso – Il caso delle isole di Tiran e Sanafir
La realizzazione del canale tocca il delicato tema delle acque territoriali e dei confini internazionali. Il porto di Eilat, situato a nord del Golfo di Aqaba, è il principale snodo strategico israeliano per l’accesso al Mar Rosso.
Le isole di Tiran e Sanafir, situate all’imbocco del Golfo, sono state storicamente contese tra Egitto e Arabia Saudita. Nel 2016, l’Egitto ha trasferito la sovranità di queste isole all’Arabia Saudita con la mediazione degli Stati Uniti, facilitando l’accesso legale di Israele al Mar Rosso e riducendo gli ostacoli al passaggio.

Costi e posizione della Striscia di Gaza
Essendo più lungo e attraversando un territorio montuoso, il canale israeliano richiede ingenti investimenti in scavo e infrastrutture. Inoltre, la vicinanza alla Striscia di Gaza rappresenta una minaccia per la sicurezza del progetto.

Israele considera la completa eliminazione della Striscia di Gaza e lo sfollamento della sua popolazione come soluzioni per ridurre i costi e abbreviare i tempi di costruzione del canale. L’obiettivo finale sarebbe l’integrazione di Gaza nel territorio occupato, creando un collegamento diretto tra il Golfo di Aqaba e il Mediterraneo (fonte).

Il canale israeliano attraverso Gaza
Un’ulteriore conferma delle intenzioni israeliane emerge dalla proposta del Ministro dell’Intelligence israeliano di deportare la popolazione di Gaza in Egitto. Questo spiegherebbe la brutalità degli attacchi indiscriminati, la distruzione delle infrastrutture e l’uso di armi proibite a livello internazionale contro la popolazione civile di Gaza.
Neom City: il mega-progetto saudita

All’ingresso del canale israeliano si trova il progetto saudita NEOM Tech City, una città futuristica che si estende dal deserto settentrionale fino al Golfo di Aqaba. L’allineamento tra gli interessi sauditi e israeliani, insieme alla cessione delle isole strategiche da parte dell’Egitto, suggerisce che gli eventi a Gaza possano rientrare in un piano più ampio di ridisegno geopolitico della regione (fonte).
Conclusione
Il piano per costringere i residenti di Gaza a fuggire in Egitto e svuotare la Striscia non è più un’ipotesi segreta, ma una strategia documentata e rivelata da numerosi leak (fonte). Il massacro indiscriminato della popolazione, la distruzione totale delle infrastrutture e la violenza sistematica sono parte integrante di un disegno più ampio, che coinvolge interessi economici e strategici a lungo termine nel Medio Oriente.
Fonti principali: