FASHIONGATE: QUANT’E’ PROFONDA LA TANA DEL BIANCONIGLIO?

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Sono giorni che imperversa la polemica scatenata dalla campagna pubblicitaria per la collezione “Primavera 2023” di Balenciaga.

Per iniziare è bene sapere che l’azienda proprietaria di Balenciaga è KERING, che possiede anche Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Alexander McQueen, Brioni, Boucheron, Pomellato, DoDo e Qeelin.

Le foto di bambini con orsacchiotti vestiti con elementi bondage in perfetto stile BDSM.

Tutto nasce da un tweet, il 19 novembre un utente pubblica le foto incriminate, inizia il tamtam e in pochissime ore lo scandalo è l’argomento del momento.

Con le scuse e la cancellazione del prodotto pubblicitario, forse, Balenciaga pensava di spegnere l’incendio che invece si sta allargando toccando argomenti purtroppo noti e decisamente importanti, vedremo infatti come non si è davanti, purtroppo, a un mero errore di marketing.

L’accaduto in oggetto ha semplicemente messo sotto i riflettori la volontà di normalizzare l’esposizione dei minori a realtà come l’LGBTQ, la pedofilia, il nudo e tutte le pratiche sessuali possibili.

Alle prime polemiche la casa di moda ha quindi cancellato la campagna pubblicitaria, con tanto di scuse pubbliche sulla propria pagina Instagram, minacciando azioni legali verso gli ideatori. Con una richiesta di risarcimento per 25 milioni di Dollari per danno di immagine.

Qualcosa però già non quadra: quale casa di moda ingaggia un team per realizzare una campagna pubblicitaria così importante e non verifica il risultato PRIMA di lanciarla?

Una quantità di dollari investiti e che dovrebbero renderne almeno il doppio senza nemmeno un controllo prima del lancio?

E’ ovviamente poco credibile la difesa della casa di moda che afferma di non aver avuto nessun ruolo nella realizzazione del set fotografico.

Il fotografo Gabriele Galimberti  infatti afferma “Come di consueto per uno shooting commerciale, la direzione della campagna e la scelta degli oggetti esposti non sono nelle mani del fotografo”. Sostiene di aver pensato solo all’illuminazione della sala e agli scatti.

Non ha aggiunto altro se non segnalare il nome di Chris Maggio, collaboratore di spessore di Vogue, Balenciaga, Bloomberg ecc., realizzatore del “Double Magazine” e del servizio per la campagna con Adidas “Primavera Estate 2023”.

E’ con Chris Maggio che Lotta Volkova, una delle principali stiliste per Balenciaga dal 2014 al 2018, collaboratrice stretta del Direttore creativo Demna Gvasalia, ha collaborato per Adidas.

Definita da Vogue come “l’artista più cool del settore” nel 2016 hanno realizzato il book fotografico con lo scatto della famosa borsa appoggiata su alcuni documenti con in evidenza una pagina della sentenza della Corte Suprema del 2008. Sentenza nata da una petizione che metteva in dubbio le leggi federali del 2003 che criminalizzano la promozione, la pubblicità e la distribuzione di pornografia infantile, affermando che limitava il diritto di parola sancito dal Primo Emendamento. La Corte Suprema confermò la legge respingendo le valutazioni della petizione.

Ma c’è un’altra foto che fa discutere molto. Una modella seduta in un ufficio disordinato siede su una poltrona appoggiando i piedi sulla scrivania. In una pila di libri si scorge il volume di Michael Borremans, autore e pittore che ha prodotto una serie di quadri che raffigurano bambini nudi. Nella descrizione del libro “Fire From the Sun” su Amazon si legge “Ricordano i cherubini dei dipinti rinascimentali, i bambini appaiono come allegorie della condizione umana, con la loro innocenza archetipica in contrasto con la loro suggerita subdolezza“.

Le pagine dell’opera sono diventate quadri le cui rappresentazioni mostrano “bambini impegnati in atti giocosi ma misteriosi con sfumature sinistre e insinuazioni di violenza” (David Zwirner di Hong Kong).

Lo stesso stile è stato adottato da H. Clinton: sulla sua scrivania una pila di libri tra i quali quello di Lucio Bubacco artista veneziano che nelle sue opere non manca di raffigurare esplicitamente riferimenti satanici.

L’account Instagram della Volkova, da qualche ora chiuso ai commenti (l’ha reso privato), era pieno di immagini di violenza a carattere satanico, questo l’ha messa sotto i riflettori dopo quanto successo con Balenciaga questo novembre.

Ora tutto il suo lavoro è al microscopio anche se non ha partecipato attivamente alla campagna pubblicitaria incriminata.

Non aiuta il fatto che abbia una relazione sentimentale con un pedofilo accusato.

Arriviamo così a John Podesta, Democratico di rilevante importanza nella campagna elettorale di Hillary Clinton, accusato di pedofilia, è collegato dal fratello Tony Podesta alla contorta “artista performativa” Marina Abramowicz.  Famoso per diverse cose tra cui la sua collezione d’arte raffigurante stupri, torture, omicidi e cannibalismo su minori.  Un dettaglio ad esempio : John Podesta aveva un’opera d’arte raffigurante il cannibalismo nel suo ufficio elettorale quando lavorava come presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton.

Anche per la Abramovic è sempre Vogue a dare risalto al personaggio e alla sua arte, che per quanto si voglia negare, lo stampo satanista è ciò che è. Questo lo scatto pubblicato nel 2014 sul giornale ucraino.

Marina Abramović

Amica di Epstein, Clinton e Podesta l’artista è stata, per esempio la protagonista dell’edizione primavera del 2013 su Dust per Givenchy, molti gli scatti a carattere noir, inoltre il suo nome è comparso tra le mail di J. Podesta pubblicate nel 2016 per un invito a cena “Spirit Cooking”. Molte volte è stata sotto i riflettori per il tenore del suo lavoro, da anni è accusata di satanismo, lei ha risposto negando, resta il fatto che il carattere di molto del suo lavoro è facilmente riconducibile a questo tipo particolare di logica.

Balkan Baroque è una performance eseguita da Marina Abramović in occasione della Biennale di Venezia del 1997, premiata con il Leone d’Oro.Durante tale performance, l’artista si trovava seduta su un mucchio d’ossa di bovino che ripuliva dalla carne e dalla cartilagine residua, in un rituale di purificazione….

Il nome di Vogue torna spesso in questa storia, è infatti la stessa Vogue che già in passato ci ha intrattenuto con comunicazioni di “viziosi” trattamenti delle “belle stars” di Hollywood ed èlite. Solo ad esempio alcune di queste notizie, una (del 2021) per  iniziare, i trattamenti del viso con “prepuzi di neonati coreani” della Cate Blachet ed amica Sandra Bullock, poi un articolo nel quale si mette in discussione se avere un figlio in questo giorno ed età può essere una forma di “vandalismo ambientale”, per non parlare della versione dedicata alle teenagers (12-17 anni)  ovvero “Teen Vogue” che in un articolo bizzarro spiega come utilizzare il sangue mestruale nella stregoneria.

Molti altri i nomi legati a questo scandalo ma ciò che interessa è capire perché un brand decide di rischiare tutto con una pubblicità controversa, anzi, che potrebbe essere controproducente.

Qui nascono una serie di domande: dov’erano gli addetti ai lavori? Chi ha approvato quei documenti? Chi li ha scelti? E dov’era Demna, il designer che si è sempre schierato dalla parte dei diritti umani? 

In secondo luogo, questo lavoro è stato progettato da Lotta Volkova, e tra le sue foto c’è quella di un passaporto con biglietto “Disney Cruise Line” per l’isola di Little St. James, ossia l’isola di Jeffrey Epstein. E’ una coincidenza? Può essere, ma la somma di coincidenze creano la prova…

Emergono molti nomi conosciuti, si palesano intrecci tra celebrità, politica e arte.

Vogue, Adidas, John Podesta, Marina Abrarmovic, N. Kidman, Kim Kardashian, tutti nomi famosi, tutte personalità che hanno in comune una posizione di influenza sulla gente comune, elemento fondamentale quando si vuole spingere una narrativa.

E’ una condizione di potere, anche grazie al giro di affari che questo “mondo” muove.

Moda e arte sono sicuramente due mondi che arrivano a tutti, ai ricchi per status symbol e ai meno abbienti per aspirazione.

I simboli, i soggetti e il modo di rappresentare l’arte e la moda sono chiari.

Pupazzi enormi da coniglio inquietanti, sangue ovunque, corna di capra, bambini legati a sedie o che sollevano teschi. Nulla è a caso.

Molti nomi famosi come la Kardashian e Kidman, la prima ci ha messo 7 giorni per prendere le distanze dal marchio, la seconda è rimasta in silenzio.

Reazioni che fanno riflettere, soprattutto quando si arriva a capire che l’esposizione voluta da questi personaggi è loro funzionale.

Palesano le loro perversioni perché se non vengono contrastate significa che sono accettabili, e acquistano ulteriore potere proprio perché legittimati, ecco perché il silenzio di molti VIP è preoccupante.

In conclusione le foto dell’ultima trovata pubblicitaria non sono state un errore, un investimento così non viene lasciato senza controllo e approvazione.

Si è voluto dire a cosa in realtà si ambisce per ottenere il consenso, o quanto meno l’indifferenza. Vanno fermati, vanno boicottati


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