Ripristinare la Repubblica: Quando è troppo, è troppo
Le elezioni hanno delle conseguenze, ma le elezioni rubate, come abbiamo sperimentato da novembre 2020, possono avere conseguenze catastrofiche.
Gli Stati Uniti d’America sono su una traiettoria diretta verso il collasso e la frammentazione, o la guerra civile.
Il popolo americano sta assistendo ad un deliberato tentativo di smantellare la Costituzione e la Carta dei Diritti, ad un’invasione del confine meridionale, alla distruzione della classe media, al degrado dell’esercito, alla creazione di debito e inflazione insostenibili ed un assalto sistematico alle istituzioni, alla propria storia ed alla propria cultura.
È tempo di dire ad alta voce e spesso, la verità che tutti conoscono.
Joe Biden non è il presidente degli Stati Uniti.
Lui e quelli attualmente al potere sono usurpatori, avendo rubato quel potere in un’elezione fraudolenta.
Ma quelli attualmente al potere a Washington D.C., sono semplicemente dei soldati di fanteria, all’interno di un più ampio movimento internazionale, sottoscritto da un gruppo di oligarchi ricchi e potenti, che desiderano guidare un governo globale, uno che cerca di cancellare il concetto di nazionalità ed è modellato su quello del Partito Comunista Cinese, che coniuga capitalismo di stato e totalitarismo.
Quelle forze internazionali non vedono gli Stati Uniti come un paese, ma come una terra e delle persone da sfruttare, dove i cittadini sono semplici servi, senza libertà personale o proprietà, come forma di neo-feudalesimo.
Coloro che attualmente sono al potere negli Stati Uniti, sono filosoficamente alleati e cercano lo stesso risultato dei globalisti e del Partito Comunista Cinese.
Come il Partito Comunista Cinese, coloro che sono attualmente al potere cercano di consolidare tutto il potere in un governo federale, controllato da un singolo partito politico.
Il Partito Democratico a guida comunista intende “salvare la democrazia“, installando uno stato totalitario a partito unico.
È un sistema in cui il potere spetta, non ai cittadini, ma a un gruppo relativamente piccolo di politici e finanzieri di sinistra, che aumentano la loro ricchezza personale e i loro privilegi, saccheggiando il paese attraverso un processo legislativo egoistico. Mantengono la loro autorità regolando le leve del governo e usando i media per manipolare o sopprimere la libera discussione dei problemi.
C’è, ora, una netta divisione tra la classe dominante bipartisan e il resto della popolazione americana, che sono considerati retrogradi, razzisti e disfunzionali, a meno che non siano adeguatamente controllati dai dettami dell’autorità centrale.
L’attuale ambiente politico, cioè la separazione tra governanti e governati, è paragonabile agli eventi che hanno portato alla Rivoluzione Americana.
Il 10 gennaio 1776, quasi sei mesi prima della Dichiarazione di Indipendenza, Thomas Paine pubblicò l’opuscolo di quarantotto pagine: Common Sense, che presentava apertamente, argomenti a sostegno della libertà delle colonie americane dall’oppressivo dominio britannico.
Secondo Paine, una società nasce perché gli individui che vivono isolati nella natura, trovano benefici condivisi vivendo insieme, piuttosto che rimanere da soli. In una società ideale, dove ogni individuo agisce in modo moralmente giusto verso ogni altro individuo nella società, non c’è bisogno di leggi e di governo. Solo quando la virtù morale è inadeguata a frenare il male umano, le leggi diventano necessarie e solo quando una società diventa troppo grande per operare con un contratto collettivo e come singoli esecutori di quelle leggi, i governi diventano necessari.
In tali circostanze, l’equilibrio tra società e governo determinerà l’equilibrio tra libertà individuale e funzionalità della società. Nelle società complesse, in assenza di leggi e di governo, prevarrà il caos.
Quando le leggi diventano troppo numerose e il governo troppo grande, la libertà individuale ne risente.
L’efficienza e l’efficacia del governo dipendono direttamente dall’affidabilità dei funzionari governativi, come rappresentanti ed esecutori delle opinioni e dei desideri del popolo.
In altre parole: ogni volta che gli interessi dei funzionari governativi deviano, o sono in conflitto con quelli del popolo, ne consegue la tirannia.
L’erosione della Costituzione e il furto dei nostri diritti costituzionali, si sono verificati in modo progressivo e silenzioso, per un lungo periodo di tempo. Ora questa tendenza sta accelerando. Stiamo raggiungendo il punto di non ritorno.
O agiamo ora, per invertire la rotta, o la nostra repubblica costituzionale sarà persa per sempre.
Senza elezioni libere ed eque, gli Stati Uniti non sono diversi dal governo controllato dal Partito Comunista Cinese.
Non dobbiamo chiedere, ma pretendere, un’elezione presidenziale di emergenza del 2022, attraverso la quale vengano contati solo i voti legali, per ripristinare la nostra repubblica costituzionale.
Articolo riportato e tradotto da
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