La società Americana, sfortunatamente per noi, ha creato un nuovo tipo di intrattenimento basato sul genere, anzi potremmo dire sull’anti genere.
In questo calderone contorto di gender fluid, transgender, drag queen si è inserito Dylan Mulvaney, che non è altro che un attore fallito di Broadway, che ora si è reinventato un nuovo personaggio, in cui è una ragazza, e passa il suo tempo a regalarci storie della sua presunta femminilità.
Va in giro vestito come una bambola Barbie o come una Audrey Hepburn dei poveri, esprimendo la sua gioia in quello che può essere descritto solo come un comportamento apertamente offensivo, in cui mette in scena quelle che nella sua mente sono caratteristiche femminili totalmente stereotipate.
Alla domanda “come ti rilassi” ha risposto: “Mi siedo nella vasca da bagno e lascio che la doccia mi passi addosso per molto tempo…”.
Gli è stato chiesto se c’è un’esperienza che ha avuto come donna che è stata all’altezza delle sue aspettative e tra tutto quello che avrebbe potuto rispondere ha dichiarato: “Uno dei miei momenti preferiti è stato andare in bagno con le mie amiche, prima come ragazzo gay guardavo sempre le mie amiche entrare in bagno, a volte entravo di nascosto, ma c’era questo livello di vergogna del tipo, oddio sono nel bagno delle ragazze, ma ora questo è il mio spazio. A volte è spaventoso ma soprattutto se sto con un’altra donna mi sento molto al sicuro ed è stato divertente godersi la gioia delle ragazze. È una cosa reale, le donne sanno davvero come gasarti e farti sentire bene, mi sento davvero come se avessi visto il genere da entrambe le parti”.
In un’altra intervista ha dichiarato: “Ho già pianto tre volte, ho scritto un’email graffiante che non ho inviato, ho ordinato abiti che non potevo permettermi e poi quando qualcuno mi ha chiesto come stavo, ho detto sto bene quando non stavo bene”, quindi questo per lui è il significato dell’essere una donna.
Tra l’altro lui racconta la sua transizione verso l’essere una ragazza come se fosse veramente una cosa totalmente legata ad avvenimenti superficiali. Ma cosa spinge questo attore fallito a impegnarsi miseramente (perché recita pure male) in un comportamento così disdicevole?
Ovviamente i soldi, al momento questo furbacchione vale tre milioni di dollari e sta raccogliendo contratti con delle società americane ogni giorno. È diventato il volto della Bud light Beer nonostante la Bud abbia avuto un crollo (fortunatamente) in borsa dopo la collaborazione con Mulvaney.
Lui che da uomo non ha nessun tipo di seno sta pubblicizzando i reggiseni sportivi per la Nike, ma si occupa anche di cosmetici, guadagna circa 100.000 dollari al mese.
Per decenni le donne hanno combattuto per l’uguaglianza e la dignità, hanno lottato contro gli stereotipi più umilianti, ma in una finestra temporale, potremmo chiamarlo bug temporale o presa per i fondelli, gli uomini possono mascherarsi da donne, ridicolizzarle e poi essere celebrati come pionieri di qualche tipo ed essere considerati delle donne vere e proprie.
Tutto questo è malato, contorto e nauseabondo, è un insulto ad ogni vera donna che ha combattuto tutta la sua vita per essere presa sul serio. Mulvaney non celebra nulla, si prende gioco delle donne, ridicolizza le ragazze come se l’essere donna volesse dire essere sciocche, emotive, frivole, trascorrere la vita immergendosi in bagni di bolle, ordinando vestiti costosi online.
Più che ad una donna il paragone più appropriato è la feccia, non è un eroe, non è un pioniere ma è più semplicemente un imbroglione e il suo andare in giro a imitare l’atteggiamento femminile è abominevole, ma ormai è diventata la moda, ci sono molti scansafatiche falliti che non sapendo cosa fare usano la parolina magica trans e diventano famosi, ma il loro momento di gloria prima o poi finirà.
E tutte le aziende e società che assumono questi individui, dovrebbero essere boicottate da ogni persona con un briciolo di decenza e senso critico. Mulvaney è un piccolo uomo triste, la sua non è arte e le sue “performance” non sono altro che il moderno spettacolo di un truffatore.