Già al forum di Davos era partita la raccomandazione, da parte dei governi, di avviare la commercializzazione di prodotti alimentari di nuova concezione, come la farina di insetti e la carne sintetica.
La conferma ora arriva dalle parole di Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, che dice “Big Pharma vuole imporre una dieta unica a tutta l’umanità. Con la bistecca in provetta rischiamo una batosta economica e la produzione della carne sintetica inquina più degli allevamenti”
Parole ancora più significative se si pensa che dietro alle multinazionali della carne sintetica c’è il filantropo senza scrupoli Bill Gates che, come per i sieri genici, ha investito in un’azienda di carne coltivata in laboratorio.
Ma come nasce la carne sintetica?
Viene coltivata in laboratorio attraverso un processo di coltura: tramite una biopsia viene prelevata da un animale vivo una porzione di muscolo, vengono separate le cellule staminali dalle cellule muscolari e queste cellule staminali sono coltivate in un mezzo che fornisce loro i nutrienti necessari per la proliferazione.
Le cellule staminali si moltiplicano e si trasformano in cellule muscolari e cellule adipose. Si uniscono altri prodotti, miscele di sali minerali, zuccheri, vitamine e persino il tanto temuto olio di Palma (che però adesso non è più nocivo ma anzi è diventato eco sostenibile anche lui) e poi si procede ad una lavorazione per dare forma analoga a quella della carne.
La carne prodotta in laboratorio è anche chiamata carne coltivata, carne a base di cellule, carne artificiale, carne di design.
Sembra tutto poco rassicurante se si pensa che alla domanda se la carne sintetica possa causare malattie come il cancro, i principali scienziati, che si stanno occupando di produrre la carne sintetica, dicono di essere sicuri che non possa provocare danni alla salute.
Non è chiaro su che base vengano fatte queste affermazioni, visto che l’unica cosa certa è l’assenza di dati in merito.
Questo è il nuovo modello della “scienza”, sollecitare l’uso di nuovi prodotti senza alcuna verifica sulla salubrità e sicurezza, salvo poi occultare informazioni, dati e studi che ne dimostrino la pericolosità.
Come per i vaccini a m-RNA si vuole di nuovo utilizzare la popolazione mondiale come cavie da laboratorio.
Di fatto le conseguenze dell’assunzione di carne coltivata sulla salute pubblica sono sconosciute.
Esiste la possibilità di disregolazione delle linee cellulari, considerando la crescita esponenziale e la moltiplicazione delle cellule. Poiché non è possibile controllare completamente il processo di coltura, potrebbero verificarsi progressi indesiderati.
Un potenziale problema di salute che spicca sono le proprietà di promozione del cancro delle cellule che proliferano esponenzialmente in vitro. Il consumo di carne coltivata in laboratorio con tali linee cellulari difettose può avere effetti imprevisti sul corpo umano. Gli effetti specifici, ad oggi, rimangono sconosciuti.
Anna Villarini, biologa nutrizionista dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, lancia un avvertimento: “C’è uno studio francese che ha coinvolto centocinquemila persone, che ha messo in evidenza una relazione tra questi alimenti e l’insorgenza dei tumori” (lo studio a cui fa riferimento si chiama NutriNet-Santé). “In modo particolare – continua la biologa – hanno evidenziato che quando uno ha un consumo superiore al 10% di questi alimenti nella sua alimentazione complessiva, c’è anche un 10% in più di rischio di sviluppare un tumore e in modo particolare il tumore della mammella, che ad oggi è uno dei tumori più rappresentati nella popolazione, ovviamente nella popolazione femminile. Come mi è capitato di dire anche con gli ingegneri che stanno sviluppando queste tecnologie che poi finiscono nel cibo, prima di mettere in commercio questi alimenti dobbiamo avere degli studi forti che ci fanno stare tranquilli che non sono nocivi per la salute. Fino a quel momento io mi auguro che non vengano messi in commercio».
Ed è proprio questo il punto. Per gli eco dementi sembra che ormai la tecnologia possa risolvere tutto, una moda eco tech, una moda legata al green tecnologico che di vero green e di natura non ha praticamente nulla.
Basterebbe educare le persone ad un’alimentazione sana, equilibrata e che riduca il più possibile gli sprechi, anche perché ci saranno enormi costi economici ed ambientali per costruire le fabbriche di carne sintetica per 8 miliardi di persone.
Ma la soluzione a tutto questo delirio ancora una volta è dire NO.