In un’ntervista del marzo 2014, Zelensky riconosceva alle popolazioni dell’Est e della Crimea il diritto di parlare la lingua russa. La questione linguistica in Ucraina.
Ascoltate con attenzione le dichiarazioni di Volodymyr Zelensky rilasciate in un’intervista televisiva nel marzo del 2014, prima che l’influenza USA e il piano Globalista del WEF diventassero determinanti nelle sue decisioni politiche future e sull’Ucraina:
La questione linguistica in Ucraina è una delle principali radice dei problemi che il popolo ucraino sta affrontando oggi ed è una situazione creata ed alimentata con una costante e progressiva efficacia da chi manovra le fila della propaganda filo occidentale e atlantista.
L’ostracismo alla lingua russa è stato messo in atto dai nuovi governanti ucraini, dopo mesi di proteste e il cambio di regime operato col colpo di stato del 2014, ma conosce anche aspetti contraddittori rinvenibili sia nell’opinione pubblica sia tra gli intellettuali.
Parte dell’opinione pubblica ricorda infatti che il russo non è solo la lingua dei dominatori moscoviti, ma anche il principale veicolo di cultura in Ucraina. Queste iniziative non sono partite dalle regioni orientali e meridionali del paese, tradizionalmente filorusse e russofone, ma dalla sua parte anche culturalmente più occidentale, da Lviv. Alla campagna in difesa della lingua russa partecipava inizialmente anche la televisione ucraina Canale 5, il cui proprietario, il noto oligarca Petro Porošenko, è stato uno degli attivisti del Maidan e veniva allora indicato come uno dei più probabili candidati alla carica di presidente dell’Ucraina.
Le due leggi linguistiche promulgate in Ucraina dai diversi governi sono le seguenti:
– la legge del 2012, denominata legge “Sui principi della politica linguistica di Stato“, che ha conferito lo status di lingua regionale al russo e ad altre lingue minoritarie, mentre l’ucraino rimaneva lingua ufficiale a livello nazionale
– a legge del 2019, che richiede a tutti i cittadini di conoscere l’ucraino, che rende l’uso dell’ucraino obbligatorio negli uffici pubblici, nelle scuole, nelle università e nelle attività scientifiche, culturali e sportive, e che prevede che ogni pubblicazione in una lingua diversa dall’ucraino sia accompagnata dalla traduzione in ucraino.
Il video dell’intervista a Zelensky si riferisce all’anno 2014, poco dopo il colpo di stato e mostrano il futuro “presidente” molto determinato nel riconoscere alle popolazioni di lingua russa il DIRITTO di parlare nella lingua della loro tradizione e il DIRITTO di essere rispettati.
Cosa è cambiato da allora?
L’intervento degli USA e della CIA nella politica Ucraina dopo il 2014, come testimoniato dalle molte intercettazioni tra la Sig.ra Victoria Nuland, allora Assistente Segretaria di Stato e l’ambasciatore USA in Ucraina Geoffrey Pyatt, è stato determinante per il cambio radicale della politica in Ucraina, oltre agli investimenti e ai i molti interessi in cui era coinvolto personalmente anche il figlio dell’attuale presidente USA, Hunter Biden (Guarda il Video). Tutti argomenti che fanno capire il perché di questo sostegno al popolo ucraino e al presidente Zelensky ma soprattutto al Ne-.Nazismo dichiarato e proposto come “l’anima del popolo ucraino che resiste”, giustificato inspiegabilmente da tutti gli anti-fascisti e gli anti-nazisti del mondo occidentale.
Questa piaga si sta diffondendo a macchia d’olio, ma l’opinione pubblica sta lentamente ma gradatamente aprendo gli occhi, cercando informazioni su altri canali che non siano del mainstream, che possano attestare la verità della situazione che si è sviluppata in Ucraina dopo il 2014 e l’intervento USA, della NATO e della EU, guidata dal pensiero unico del WEF, a cui Zelensky ha votato fedeltà.
FONTI:
– La legge linguistica in Ucraina
– La Politica Linguistica in Ucraina
– Le intercettazioni tra Victoria Ulan e l’ambasciatore in Ucraina Pyatt
– Zelensky come Hitler
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