DA COMPLOTTISMO A REALTÀ CON LA REGIA DEL WEF
“Il Green Pass è il primo passo verso l’identità Digitale e il controllo della popolazione tramite il Credito Sociale”…
Questa affermazione è stata definita e bollata dai media main-stream come “da complottisti” fin dall’inizio dell’istituzione del cosiddetto passaporto vaccinale (battezzato successivamente col nome di “Green Pass”) per registrare le vaccinazioni o la guarigione dal Covid-19 ed è tutt’ora messa in discussione dai cosiddetti “Fact Checkers” o da siti come… “Il Vangelo secondo BUTAC”.
Per capire il senso di quanto è sostenuto da quella frase incriminata, facciamo un passo indietro e cerchiamo di ricostruire insieme un percorso che, per chi è informato su notizie che non sono mai state ovviamente diffuse attraverso i media mainstream (TV e quotidiani), può risultare forse un pò scontato e anche assai prevedibile, mentre per chi non si è mai informato su tutto quello che sta accadendo dietro le quinte a livello internazionale, per la creazione di un Nuovo Ordine Mondiale, che risponda ai principi dell’agenda 20/30 del World Economic Forum (WEF) di Davos, potrà invece essere per certi aspetti sconvolgente.
Tutti abbiamo sentito parlare, quando è iniziata l’emergenza Covid-19, di come è stato gestito il sistema del tracciamento e del controllo della popolazione in Cina. Abbiamo visto nelle notizie e sui social come il cellulare venisse utilizzato per il tracciamento in quel tipo di società dove il controllo è sempre stato totale. Abbiamo vissuto le mille polemiche (non ancora placate) sul 5G e soprattutto sul 5G “sporco”, proveniente da contratti con la Cina attivati dal governo 5 Stelle di Conte & Co: polemiche che si sono leggermente affievolite solo dopo l’intervento di Mike Pompeo e del clean 5G.
Ma di questo parleremo in un’altra occasione, visto che è l’argomento ha moltissime sfaccettature e risvolti geo-politici e di sicurezza.
Il tema del 5G ha però portato all’attenzione un problema che si porrà anche con la successiva rapidissima imposizione della Vaccinazione per il Sars-Cov2: LA SICUREZZA!
La domanda che ci poniamo è questa, per entrambe le situazioni:
“Come è possibile introdurre e imporre ai cittadini tecnologie o terapie NON SICURE, NON COMPLETAMENTE TESTATE, POTENZIALMENTE DANNOSE e PERICOLOSE e le cui reazioni avverse sono a tutt’oggi ancora da verificare?”
Una situazione del genere solo che qualche anno fa non sarebbe stata nemmeno pensabile, in una società apparentemente attenta ai rischi di contaminazioni, discriminazioni, rispetto degli esseri viventi di qualsiasi specie e dell’ambiente…
Dal 5G al Vaccino però il passo è stato brevissimo e i cittadini non hanno fatto nemmeno in tempo ad approfondire il discorso per l’uno, che sono stati proiettati a rotta di collo dentro l’emergenza per l’altro e quindi davanti al fatto praticamente compiuto che la presunta tragedia incombente potesse giustificare la fretta di trovare “la soluzione” e quindi…il diritto per governi, stati, organizzazioni mondiali e industrie farmaceutiche di poter correre qualsiasi rischio per salvare l’umanità.
Ma…le cose stavano davvero in questi termini, oppure la corsa doveva giustificare solo il fatto che, attraverso la paura, si mettevano in condizione i cittadini di accettare qualsiasi cosa, pur di tornare alla loro bramata “normalità”?
Ecco…la parola NORMALITÀ e soprattutto la “normalità che conoscevamo” iniziava a voler essere cancellata dal vocabolario mondiale proprio dai leader che stavamo iniziando a conoscere sempre meglio, grazie alle loro molteplici apparizione sui media e sui social, ma che sappiamo già artefici di molti cambiamenti nei costumi della nostra società e nei governi di mezzo mondo da almeno circa 30 anni.
Ascoltate cosa ci hanno detto alcuni personaggi del panorama internazionale all’indomani della dichiarazione di “Stato di Emergenza COVID” e proprio all’inizio della cosiddetta pandemia:
Teodor A. Gebreyesus (OMS): “Devo essere molto diretto con voi: non ci sarà mai più un ritorno alla vecchia NORMALITÀ in futuro”
Klaus Schwab (WEF): “La gente presume che noi torneremo al buon vecchio mondo che avevamo e che tutto sarà di nuovo NORMALE: questa è “fiction”…NON ACCADRÀ” (Guarda il VIDEO)
Quindi ci avevano espresso da subito questo concetto e in modo molto chiaro e inequivocabile… Il signor Schwab, ideatore e presidente dal 1975 del World Economic Forum (WEF) di Davos, lo ha anche scritto subito in un libro, già pronto dall’inizio dell’emergenza sanitaria, come se fosse stato tutto ben preparato e pubblicato a tempo di record in tutto il mondo con un titolo molto “originale”:
“COVID-19-THE GREAT RESET.”
La Commissione Europea, per bocca della sua Presidente Ursula Von der Leyen, non ha mai nascosto la sponsorizzazione e l’appartenenza all’agenda del WEF di Schwab e nel suo ultimo intervento parla proprio dell’identità digitale a tutti i cittadini dell’Unione europea, ai quali deve essere data “un’identità digitale europea” che possano “usare ovunque in Europa per fare qualsiasi cosa, dal pagare le tasse al noleggio di una bicicletta”. In questo modo, si vuole implementare per l’Europa ciò che l’ID2020, il World Economic Forum, la Banca Mondiale e la Sicurezza Nazionale stanno promuovendo in tutto il mondo – per perfezionare la sorveglianza automatizzata della popolazione mondiale.
Da quel momento, molti politici e pensatori in EU hanno iniziato a mandare chiari messaggi di dissenso verso questa iniziativa: la giurista e filosofo olandese Eva Vaenterbroeck, per esempio, la denunciò a chiare lettere proprio in un’intervista a Carlston Tucker di FOX News che ha fatto letteralmente il giro del mondo.
Da queste parole e da questi progetti si sono gradatamente iniziati a vedere i primi subdoli tentativi in Italia di porre in essere e attuare a tutti gli effetti questo progetto: dall’applicazione “IMMUNI”, che nonostante il flop iniziale rispetto alle previsioni, ha mosso il primo passo verso le applicazioni scaricabili sugli smartphones con cui tracciare gli “eventuali” contagiati dal Covid, per poi diventare uno degli strumenti di controllo anche della vaccinazione e della guarigione da Covid, analogamente anche alla più recente applicazione “IO”.
Tra Green Pass, Green Pass Rafforzato e altre amenità varie, il controllo sulla popolazione, accettato supinamente dalla maggioranza dei cittadini, è diventato anche mezzo di discriminazione e soprattutto di impedimento per poter accedere alle normali funzioni della vita sociale, il tutto accompagnato dal mantra che “Il Green Pass ti ridona la LIBERTÀ e la NORMALITÀ”… un’illusione assurda ma sostenuta con ogni mezzo dai media, pagati profumatamente dal governo e da tutte le forze politiche allineate praticamente al 100% verso questo sistema che, approfittando dello “Stato di Emergenza” forzatamente prorogato all’inverosimile, ha letteralmente calpestato la nostra costituzione.
Molto curioso è stato scoprire in questa ricerca, che il primo paese nella zona europea che ha attuato la riforma dell’Identità Digitale è stata proprio l’UCRAINA di Volodymyr Zelensky!
Dopo essere stato eletto Presidente nel 2019, l’attore comico Volodymyr Zelensky impose all’inizio del 2020 un sistema di tracciamento digitale per i suoi collaboratori e gli appartenenti al suo partito, per sapere in futuro cosa pensassero e soprattutto come avevano votato nelle sedute del parlamento… Questo perché alcune leggi non erano passate proprio per mancanza di voti. Si capisce che le istruzioni ricevute dal suo mentore Klaus Schwab, durante il periodo della formazione di Zelensky a Davos, stavano dando subito i loro frutti concreti.
Nel febbraio 2020, il sistema digitale diventa più sviluppato, comprendendo al suo interno una gamma di funzioni statali: dai certificati di nascita e passaporti, alla registrazione delle imprese. Un annuncio del portavoce del presidente e del ministro delle Infrastrutture e della Trasformazione Digitale, Mikhailo Fedorov, proclamava con enfasi la nascita del sistema “DiiA” con il quale i cittadini sarebbero stati identificati e premiati in funzione del proprio comportamento. (Guarda il Video)
Secondo le statistiche del governo ucraino, più di 10 milioni di persone – quasi un quarto della popolazione – usavano già il “Diia”, l’applicazione sviluppata con l’iD DIGITALE con tutte le informazioni sempre più personali e qualcuno l’aveva battezzato “IL GRANDE FRATELLO SULLO SMARTPHONE”. Il sito francese “iPhoneSOFT” titolava così il primato ucraino in un articolo del 12/3/2022: “L’Ucraine è Campione dell’Identità Digitale con l’app Diia” D’altronde, con il COVID-19, il governo ucraino aveva addirittura annunciato di subordinare il pagamento delle prestazioni alla presenza di un certificato di vaccinazione. Inoltre, un programma sobriamente denominato «soldi per i vaccini» e lanciato da Volodimir Zelensky l’anno scorso, intendeva «incoraggiare le persone a farsi vaccinare contro il Covid-19 e a sostenere i settori dell’economia che hanno maggiormente sofferto delle restrizioni della quarantena». A partire dai 14 anni, ogni persona con un programma di vaccinazione completo nell’applicazione riceveva 1000 grivna (circa 30 euro).
Quando la realtà raggiunge Orwell…
L’app “Diia” è però arrivata nel mirino degli inquirenti lo scorso maggio, quando si è scoperto che un bot sul Telegram stava vendendo on line circa 900 GB di dati dei cittadini ucraini, compresi i numeri di passaporto, numeri di imposta personale, informazioni di residenza, e le patenti di guida. Alcuni funzionari hanno incolpato “Diia” per la perdita. Polizia ucraina però ha sostenuto che Diia non era la fonte delle perdite. Chi avrebbe pensato il contrario?
Al “Diia 2.0 Summit”, Zelensky aveva spiegato: “Un computer non ha amici o padrini, e non prende tangenti…Nemmeno in Bitcoin.”
In una presentazione sul sito del WEF, il Vice Primo Ministro di Zelensky e Ministro della Trasformazione digitale Mikhailo Fedorov, affermava che bisogna aumentare i sistemi di identità digitale.
“L’identità digitale ha il potenziale per sbloccare l’accesso a servizi bancari, istruzione, mobilità e altri servizi critici. Con circa 1 miliardo di persone ancora senza identificazione, come possono le imprese e i governi lavorare per un sistema di identità interoperabile, aperto e inclusivo?”
Sul sito appaiono le foto di Zelensky e del suo Vice che stringono la mano a Schwab.
l’Ucraina era quindi già all’avanguardia in questo processo di digitalizzazione prima dell’attuale crisi, ma l’Italia sta ora andando avanti a spron battuto proprio in quella direzione col nostro Ministro equivalente all’ucraino Fedorov, Vittorio Colao che dichiara con notizia ANSA che “è già pronta per il prossimo autunno la piattaforma per il Credito Sociale e i Bonus che si chiamerà “idPAY”.”
E a proposito di BONUS e…MALUS… è proprio di questi giorni l’annuncio del sindaco di Bologna, Matteo_Lepore, della «patente digitale» per i cittadini virtuosi: punti, premi e…cotillon. Sembra che sarà un’APP con tutti i servizi e tutto “annesso e connesso”…connesso a COSA, lo scopriranno presto gli ignari cittadini, felici e contenti per questa NOVITÀ.
L’assessore all’Agenda digitale Massimo Bugani, alla sua prima conferenza stampa dalle elezioni che hanno sancito l’asse #M5S e #Pd. «Daremo ai cittadini servizi basati sulle loro esigenze — dice il primo cittadino — e questo ci permetterà di personalizzare la loro esperienza.»
L’annuncio è stato accolto tra sorrisi ammiccanti e consensi sorridenti di cittadini magari anche felici di essere premiati, perchè sono stati tanto bravi…anzi BRAVISSIMI, ignorando bellamente dove il sistema li stia portando gradatamente con queste magnifiche iniziative e dove si sta andando a parare con le direttive UE sull’identità Digitale!
Forse è il caso che i cittadini inizino ad aprire gli occhi sul vero volto di quello che si cela dietro la “iD Digitale” che il WEF di Davos, come abbiamo ampiamente visto e di cui continueremo a parlare, sta preparando per loro e per tutti da molto tempo!
Ma non è tutto: in questa corsa all’armamento digitale tutto italiano, non si poteva sottrarre la Roma Capitolina dell’ex ministro Gualtieri, rivendicando anzi la priorità dell’evento proprio su tutto e tutti:
“Arriva a Roma la patente del cittadino a punti, ovvero: controllo in versione “agenda 2030”, come scritto a chiare lettere nel comunicato”
Questo dice testualmente: “Il Citizen Wallet è una piattaforma di premialità che incentiva i comportamenti virtuosi messi in atto dai city user, volti a migliorare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della Città, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Premiato nella sua categoria nell’ambito del Forum PA 2019, il sistema consente al cittadino virtuoso di ottenere punti che saranno in seguito convertiti in premi (beni e/o servizi sostenibili) offerti da Roma Capitale e dai suoi partner (Società Partecipate e privati con cui sono stati sottoscritti degli accordi).” Il Comune di Roma, PER ORA comunica già un piccolo elenco di partners di fantastiche iniziative e nella home del servizio Wallet, ciascun cittadino (per gli accessi successivi al primo) potrà inoltre visualizzare il saldo punti, il dettaglio delle transazioni, i partner che aderiscono all’iniziativa, il catalogo di dettaglio delle premialità e la schermata di riepilogo e riscatto dei premi.
Che dire: il progetto sta marciando a velocità davvero notevole…e il WEF, coi suoi partners in UK ha pubblicato uno spot dove dice che…”Basta una goccia del vostro sangue e sarete premiati con il SEMAFORO VERDE del passaporto Digitale: niente più lockdown o viaggi proibiti!”
Insomma: promettono a tutti che ci vogliono regalare tutto quello che… avevamo già prima che ce lo togliessero:
SIAMO PERÒ ANCORA IN TEMPO A SVEGLIARCI, MA DOBBIAMO FARLO ORA!
ALTRIMENTI SARÀ TROPPO TARDI…