Il legame ABORTO-AUTISMO

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Il legame ABORTO-AUTISMO un rischio inconsapevole

QUALE È LA CAUSA DELL’AUTISMO ? 

Ad oggi purtroppo non possibile dare una risposta univoca a questa domanda. La numerosità di sintomi clinici e le altre alterazioni evidenziabili con il supporto di indagini strumentali suggeriscono una molteplicità di cause. Grazie agli studi condotti negli ultimi anni molti ricercatori ritengono che tra queste cause vi siano quelle genetiche e quelle ambientali.

Osservando le famiglie con un piccolo autistico si è notato che il rischio di avere un secondo figlio con la medesima caratteristica aumenta di circa 25 volte, tale risultato getta le basi per avvalorare le ipotesi di mutazione genetica o cromosomiche, evidenziabili analizzando le cellule dei bimbi soggetti ad autismo.

Circa le cause ambientali gli studi sono ancora inconcludenti, si conosce poco. Tuttavia si volge lo sguardo alle madri che in gravidanza contraggono infezioni virali, o entrano in contatto con sostanze chimiche particolarmente dannose.

Di una certa rilevanza lo studio condotto in Canada nel 2018, grazie al quale è stato presentato il rapporto del National Autism Spectrum Disorder Surveillance System (NASS) con lo scopo di fornire dati e informazioni per comprendere il disturbo dello spettro autistico in Canada.

Figura 1 – Prevalenza di ASD tra i 5-17 anni, 2015

Lo studio è stato svolto considerando la fascia di età 5 – 17 anni, su 7 province diverse, i risultati indicano che, al 2015, l’incidenza di bambini affetti da ASD è di 1 su 66 (15,2 di 1.000). I maschi sono più colpiti, infatti il rapporto è di 1 a 42, contro le femmine che hanno un’incidenza di 1 su 165, in sostanza i casi di ragazzi superano quelli di ragazze di 4 – 5 volte.

Il dato preoccupante è che dal 2003 al 2015 il numero di bambini colpiti da ASD è aumentato.

L’ASD è un disturbo neurologico che si manifesta in forme diverse per ogni bambino, può comportare menomazioni del linguaggio, difficoltà di interazioni sociali, ma essendo diverso caso per caso le famiglie vivono condizioni complesse difficili da gestire.

È comune per le persone che vivono con ASD avere una o più condizioni di comorbidità che possono comportate disturbi psichiatrici, neurologici, gastrointestinali e del sonno.

Tra quelli diagnosticati entro i 17 anni di età, il 56% aveva ricevuto la diagnosi entro i 6 anni di età; quasi tre quarti (cioè il 72%) erano stati diagnosticati entro gli 8 anni di età; e meno del 10% è stato diagnosticato dopo i 12 anni di età. 

Figura 2 – La percentuale cumulativa di persone di età compresa tra 5 e 17 anni con ASD per età di diagnosi, 2015

La Figura 2 presenta la percentuale cumulativa di età alla diagnosi per ASD di età compresa tra 5 e 17 anni. 
A sei anni, oltre la metà ha ricevuto una diagnosi e più di tre quarti a 9 anni. 
Meno del 10% è stato diagnosticato dopo i 12 anni di età. 
Questa cifra si basa sui dati del 2015 di Prince Edward Island, Nuova Scozia, Terranova e Labrador e Yukon. 
La tabella della Figura 7 contiene ciascuno dei punti dati rappresentati nella Figura 2

Diversi i paesi che hanno sviluppato studi volti a comprenderne cause ed incidenza.

Negli Stati Uniti lo studio del 2002, chiamato l’Autism and Developmental Disabilities Monitoring (ADDM) Network, ha preso in considerazione solo i bambini di 8 anni di 11 stati diversi e ha contato nei report anche i bambini senza una certificazione certa, ma nonostante queste diversità nei dati considerati i risultati ottenuti sono simili a quelli canadesi; confermati anche dallo studio fatto in Nuova Scozia secondo il quale la prevalenza complessiva di ASD nel 2015 nel paese era di 14,6 per 1.000 (1 su 68 o 1,5%) di bambini di età compresa tra 5 e 17 anni.

Tabella 1 – Confronto NASS e rete ADDM (Canada e Stati Uniti).

Negli Stati Uniti, nel 2012, i maschi di 8 anni erano 4,5 volte più comunemente identificati con ASD rispetto alle femmine di 8 anni. 
In confronto, in Canada, nel 2015, ai maschi di 8 anni viene diagnosticata 4,1 volte più frequentemente rispetto alle femmine di 8 anni.

ORA CHE SI HA UN’IDEA DEI NUMERI, PURTROPPO IN CRESCITA, È NECESSARIO PERÒ CAPIRE PERCHÉ CIÒ ACCADE.

Il Nurses’ Health Study II è una corte nata per valutare l’incidenza del cancro e di altre malattie croniche.

Nel 2005 si decise di inserire un elemento per chiedere alle donne se avevano un bambino con diagnosi di autismo, sindrome di Asperger o “altro disturbo dello spettro autistico”. 

Lo studio è molto complesso(PDF), considera molte variabili e ne intreccia peso e incidenza, ma ciò che qui preme sottolineare è che su un totale di 66.445 madri 793 hanno dichiarato di aver avuto un figlio con ASD. E’ fondamentale il dato secondo il quale le madri con ASD avevano più probabilità di aver riportato aborti indotti o spontanei, tossiemia, diabete gestazionale, pressione alta correlata alla gravidanza.

La probabilità di avere un figlio ASD aumenta del 50% nel caso la madre abbia una delle suddette complicanze.

A Taiwan il tasso di incidenza dei bimbi con disturbi dello spettro autistico (ASD) è in rapida crescita, per questo sono stati offerti test genetici prenatali (PGT) che rilevano i vari disturbi genomici, incluso l’ASD.

Confrontando i dati del Ministero della Salute e del Welfare tra il 2005 e il 2016, gli individui taiwanesi con ASD sono aumentati del 250%

E’ stato condotto uno studio che, usando un quadro teorico integrato, intende esaminare i fattori psicosociali associati all’intenzione di sottoporsi a PGT per rilevare i geni di suscettibilità all’ASD all’interno dei feti e il successivo processo decisionale sull’aborto tra le madri di bambini esistenti con ASD. Il dato sconcertante che emerge da questo studio è che la maggior parte delle madri, nel caso in cui l’esame PGT indichi possibilità di presenza di geni di suscettibilità dell’ASD, interromperebbe la gravidanza.

L’ABORTO CAUSA L’ASD?

In un articolo del The Epoch Times aggiornato al dicembre del 2021 si afferma che un fattore importante di rischio per l’autismo è l’aborto. Fattore mai discusso al di fuori dell’ambito medico specializzato.

Questa tesi è avvalorata da ben 8 studi, condotti negli ultimi 22 anni, per la maggior parte con dati provenienti dalla Cina.

Un gruppo di studiosi ha pubblicato sulla rivista Journal of Perinatal Medicine che una donna con una storia pregressa di gravidanze interrotte, che siano esse indotte o spontanee, ha quasi il doppio delle possibilità di avere un figlio con ASD.

Altro  fattore di rischio a cui viene imputato il problema sono le  nascite premature, ma se si tiene conto che nel caso di aborto indotto la casistica delle nascite premature aumenta è evidente come l’aborto sia a tutti gli effetti una causa significativa della presenza di ASD.

Uno studio americano ha stabilito che una donna con aborti precedenti ha il 26% di possibilità in più di partorire un piccolo con ASD. Mentre uno studio cinese ha identificato tale percentuale nel 12%, numero che arriva al 274% in Vietnam.

Ma c’è un caso che può dare risposte inconfutabili in merito, ed è quello della Polonia dove, nel 1989, venne introdotto il divieto di interrompere la gravidanza. In 30 anni circa il tasso di bambini con ASD è sceso così tanto da diventare il più basso del mondo: 1 su 2.900!

Gli studi in questo senso aumentano mentre non ne esistono a negazione della tesi esposta.

Allora occorre fare due riflessioni.

La prima riguarda il fatto che le future madri non vengono informate circa i rischi in cui incorrerebbero accettando di abortire in merito alle future gravidanze.

La seconda riguarda la fallibilità dei test prenatali. Come dichiarato dalla FDA recentemente, essi danno risultati solo possibilistici. Non vi è certezza che il nascituro sia affetto da autismo, spingendo così i genitori a scelte drastiche.

La falsità dei dati (l’85% di questi è inattendibile) e l’inadeguatezza di questi aumenta la probabilità che si opti per interrompere la gravidanza, se aggiungiamo la consapevolezza che una madre con storia di interruzione di gravidanza ha più possibilità di avere piccoli con ASD è palese che il problema lo si stia creando cercando di risolverlo con metodi e mezzi errati.

Si pensi inoltre che, di fronte a una risposta positiva solo considerando la sindrome di Down, negli USA il 67% delle madri sceglie di abortire, percentuale che sfiora la totalità (98%) in Danimarca.

Concludiamo questo articolo con due semplici domande.

Quanti bambini sani non sono mai nati?

Ma soprattutto, la perfezione dell’essere umano è davvero l’obiettivo da perseguire ad ogni costo?




Ed a questo punto mettiamo un video che ci riempie il cuore d’Amore…..


... grazie!

Questi articoli li pubblicammo in ChildResQue Italia, li puoi trovare di seguito:

01 dicembre 2021

Il legame ABORTO-AUTISMO -un rischio inconsapevole

20 aprile 2022

I TEST GENETICI NON INVASIVI DI SCREENING PRENATALE POSSONO AVERE RISULTATI FALSI: COMUNICAZIONE SULLA SICUREZZA DELLA FDA

23 marzo 2022

Cosa vede l’Italia in questo video?

ChildResQue Italia,
LOTTA CONTRO LA PEDOFILIA E SALVAGURDIA DEI BAMBINI, EDUCAZIONE, INFORMAZIONI
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