Il 25 Aprile, “S. Marco” – Liberiamoci da tutti i fascismi

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Lottiamo perché Il 25 aprile presto festeggi la liberazione da TUTTI I FASCISMI, sia di destra che di sinistra e veda l’affrancarsi dell’umanità dalla schiavitù monetaria e da tutti i colonizzatori.
Una festa radicata nelle tradizioni: dai ROBIGALIA alle invocazioni delle ROGATORIE MAGGIORI: “A PESTE, A FAME ET A BELLO LIBERA NOS DOMINE

Il Leone Alato, che vigila avanti al trono di Dio, viene festeggiato il giorno che vide San Marco salire dalla terra al cielo, con la fronte cinta dalla duplice aureola dell’Evangelista e del Martire: il 25 Aprile.
La festa che celebra in Italia la “Liberazione dalla Dittatura Nazi-Fascista“, che fu proclamata per convenzione nel 1946 dal governo italiano provvisorio di Alcide De Gasperi e che la politica ha sempre più nel tempo trasformata in un’apologia delle Associazioni di Partigiani (soprattutto di sinistra), ha anche profonde radici storiche, culturali e religiose, ma deve diventare il simbolo della lotta e della sconfitta contro ogni tipo di dittatura, fascista o marxista, che condiziona l’essere umano a tal punto da farlo diventare schiavo e cieco, attraverso l’uso di una propaganda che ne limita le libertà e i diritti.

OSSERVIAMO LA STORIA 

Prime su tutti le ROGATORIE MAGGIORI con cui proprio il 25 Aprile si celebrava l’inizio delle processioni, della penitenza e delle preghiere propiziatorie per la buona riuscita delle coltivazioni e che iniziavano proprio nel giorno dedicato a San Marco.

Il LEONE di SAN MARCO

Queste Rogazioni sono antichissime: ci dice il catechismo di San Pio X che le Rogazioni Minori risalgono addirittura al 400 d.C. ma le Maggiori, cioè quelle che cominciavano proprio il giorno del 25 Aprile, festa di San Marco, erano ancora più antiche: infatti risalgono addirittura come origine e tradizione a una festa pagana denominata Robigalia in onore del Dio Robigus, proprio nel periodo in cui le spighe cominciavano a formarsi.
Ovidio descrive nel quarto libro dei fasti questa cerimonia di Robigalia e si trattava di un antico rituale, chiamato “Ruggine del Grano”, quando il Flamen Quirinalis (“Flamine quirinale”: sacerdote, flamine, dell’antica Roma preposto al culto di Quirino che celebrava oltre ad altri riti anche quello dei Robigalia), si recava in un bosco sacro dove offriva al dio Robigus libagioni e sacrifici.  
Il sommo sacerdote era seguito da una processione di persone interamente ammantate di bianco.
Questa processione arrivava a Roma al quinto miglio della via Clodia quello che oggi corrisponde col sesto miglio della via Cassia. 

Da queste indicazioni si può osservare come il cristianesimo non soltanto avesse recuperato al suo interno le radici classiche pagane, ma si comprende anche come il cristianesimo stesso diventasse come una sorta di “religione incarnata”: che in pratica non aveva cancellato e non cancellava nulla della tradizione umana esistente nel tessuto tradizionale, ma la illuminava con la nuova luce della fede e ne dava quindi un maggiore significato; completava quindi il significato di tutte quelle che potevano essere delle semplici intuizioni legate al culto della terra e soprattutto alla protezione dei beni di prima necessità. 

Il simbolismo ci dice anche che, nella tradizione legata all’osservazione dei fenomeni naturali, la festa del 25 aprile veniva celebrata come la LIBERAZIONE DELLA NATURA che era rimasta imprigionata nel buio dell’inverno e quindi questa visione trascendentale dava un altro significato alla visione della MORTE, che non aveva quindi mai l’ultima parola, ma che con questa festività veniva proprio ad affermare il vero punto di transizione verso una nuova vita, simboleggiata dal grano che sgorgava dalla terra.

ROBIGALIA nell’Antica Roma


Nelle ROGATORIE MAGGIORI, oltre che la benedizione dei campi e alla tutela delle messi, esisteva però un altro messaggio importantissimo: l’invocazione a Dio perché inviasse la Sua protezione “A PESTE, A FAME ET A BELLO LIBERA NOS DOMINE”:
DALLA PESTE, DALLA FAME E DALLA GUERRA LIBERACI O SIGNORE”!
Un’invocazione potente, che rappresentava il punto chiave delle paure dei nostri antenati: i tre flagelli universalmente temuti, essendo gli unici a poter colpire trasversalmente tutta l’umanità, senza distinzioni. Le MALATTIE, la CARESTIA e le GUERRE.

Sembrava che questa locuzione appartenesse ormai al passato e ai nostri “vecchi”, che ne avevano talmente tanta paura da dedicare ogni anno un ricordo e un rinnovo di tale tradizione e invocazione.
Nella società moderna, l’Uomo-Dio che ha creato questo “eden” fittizio creato e governato attraverso la medicina, la tecnologia, il denaro e la scienza, questo nuovo Dio del XXI Secolo, avrebbe dovuto preservare tutti e quindi la cosa non ci avrebbe più riguardato…
Invece ci siamo trovati negli ultimi anni e ci troviamo purtroppo ancora oggi ad affrontare quella che da qualcuno è stata definita come “La nuova Peste: il COVID-19”, la MALATTIA di diffusione addirittura MONDIALE… E poi sentiamo ogni giorno sempre più parlare che ci saranno “problemi di approvvigionamento del cibo“ sempre di più in futuro (Klaus Schwab del WEF ne ha parlato apertamente proprio all’ultimo evento del Governo Globale 2022 di Dubai, sotto il patrocinio dello stessa organizzazione di Davos): il che vuol dire praticamente CARESTIA… e poi la GUERRA, che i nostri governanti, aiutati e sostenuti dai media complici e sempre più asserviti al potere, ce la stanno portando a casa sempre di più, con politiche tutt’altro che “disarmanti” e un’emergenza dichiarata e in vigore fino al 31 dicembre 2022. 

Ma allora? Avevano ragione i nostri vecchi che i flagelli sono sempre gli stessi pronti e sono sempre pronti a colpire e a creare terrore nella popolazione.
Occorre quindi proprio oggi, proprio in questa giornata, fare una profonda riflessione sui valori che si nascondono dietro al velo del significato delle ricorrenze e con questo momento di riflessione proviamo finalmente a SVELARLI, per mostrare agli occhi di tutti come queste nuove “divinità” create e generate dalle forze del male e alimentate dalla cupidigia e dall’egoismo dell’uomo, abbiano solo creato l’illusione della sicurezza, del benessere e della pace.
Queste false illusioni sono sempre più esposte e si sono manifestate, nelle mani del potere centrale unico del sistema globalista, un totale fallimento!

Il fascismo e il nazismo non sono mai stati sconfitti in realtà e la dittatura di sinistra, concepita con grande sottigliezza e costanza nel tempo si è sviluppata attraverso il marxismo ed è entrata come un cancro nei tessuti della società occidentale, per mezzo dell’utilizzo delle parole chiave come: DEMOCRAZIA, PROGRESSO, UGUAGLIANZA, RESILIENZA, SOSTENIBILITÀ, per far credere alla maggior parte della popolazione e dei cittadini di essere sempre dalla parte del giusto e della ragione e per operare discriminazioni verso qualsiasi pensiero critico e una lotta spietata contro chi non la pensa come loro sulle assurde follie delle Agende che loro impongono grazie alla forza e alla corruzione delle loro Think Tanks, tra cui campeggia ancora il WEF di Davos.

La Guerra Spirituale è in corso.

Ricordiamo quindi oggi questa ricorrenza del 25 Aprile 2022, con la dedica a SAN MARCO che, col ruggito del Leone che lo simboleggia, invoca con forza:

A PESTE, A FAME ET A BELLO LIBERA NOS DOMINE

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